A distanza di 5 anni dalla precedente produzione pittorica - una riflessione sullo spaccato sociale della sua terra natia che analizzava i vincoli storici del passato e l'irrequieta proiezione nel futuro. In This is not Tv l'artista kosovaro incentra la sua nuova ricerca sull'immaginario universale della storia della pittura europea.
a cura di Majda Bozeglav Japelj
La Galleria A+A è lieta di presentare This is not TV, il nuovo ciclo di lavori dell’eclettico artista kosovaro Gani Lialloshi. A distanza di cinque anni dalla precedente produzione pittorica Free Market, una riflessione sullo spaccato sociale della sua terra natia che analizzava i vincoli storici del passato e l'irrequieta proiezione nel futuro, in This is not Tv Gani incentra la sua nuova ricerca sull’immaginario universale della storia della pittura europea.
Partendo da un’idea di pittura formata da elementi artistici materiali e psichici, ma sempre contraddistinta da un significato astratto, anche quando i suoi contenuti sono strettamente figurativi, Gani attinge dalla carica iconografica, nonché espressiva, del passato chiamando a raccolta i suoi grandi nomi: Michelangelo e Caravaggio, Courbet e Manet, Van Gogh e Magritte. Li reinterpreta derubandoli della profondità del proprio significato storico e accostandoli ad icone contemporanee al fine di registrare quegli accadimenti attuali della società moderna che, come individuo, lo hanno toccato nell’immediato.
Nelle sue grandi tele rappresenta oggetti e scene conosciute con il preciso scopo di scatenare dell’osservatore dubbi e insicurezze alla stregua di quella misteriosità che René Magritte magistralmente creava nei suoi quadri. Ed è proprio dalla parafrasi della dichiarazione verbale non-affermativa di Magritte C’est ne pas une pipe che nasce This is not TV: un ambivalente intreccio di segnali verbali ed elementi rappresentati.
Le tele si presentano come una composizione compatta ed omogenea, una macchia di colore in cui una miriade di esperienze psichiche, sociali e biologiche si intreccia con gli oggetti rappresentati; il segno linguistico trova il proprio elemento pittorico nello schermo televisivo. L’oggetto, insieme all’elaborazione triviale di immagini popolarizzate, diviene esponente insostituibile dell’estetica tecnologica del nostro quotidiano, separandosi dalla funzione e dal ruolo precedente per rivivere in una nuova realtà il cui fine è soltanto estetico. La simmetria e la bellezza delle immagini prendono il sopravvento sul contenuto. In questa seduzione, al limite della metafisica e della poesia, la narrazione intricata di Llalloshi si palesa sottoforma di un sogno ad occhi aperti o meglio, di uno sguardo alla vita di ogni giorno in un modo che di ogni giorno non è.
Gani Llalloshi nasce a Pristina, in Kossovo, nel 1965. Dopo gli studi presso l'Accademia di Belle Arti della sua città con il professore N. Salihamenxhiqi, si trasferisce all'Accademia di Belle Arti di Ljubljana specializzandosi nel 1993 in pittura e grafica. Grazie ad una borsa di studio DAAD negli anni 1997/98 studia presso l'Università di Berlino. Dal 1990 è membro dell’Associazione degli artisti sloveni di arti figurative. Risiede e opera a Pirano, Slovenia.
Inaugurazione venerdì 20 marzo 2009 alle ore 18
Galleria A+A , Centro Pubblico per l’Arte Contemporanea
San Marco 3073 I Venezia
Aperto: dal martedì al sabato, h. 11/14 - 15/18
ingresso libero