Casa del Mantegna
Mantova
via Acerbi, 47
0376 360506 FAX 0376 326685
WEB
Romeo Guaita
dal 19/3/2009 al 16/5/2009
tutti i giorni 10-13 e 15-18, chiuso lunedi'

Segnalato da

Eristeo Banali



approfondimenti

Romeo Guaita
Eristeo Banali



 
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19/3/2009

Romeo Guaita

Casa del Mantegna, Mantova

L'oltraggio e la ragione. Dall'inizio degli anni '70 varcando la soglia del 2000. I temi trattati, sviluppati come composizioni astratte, sono Paesaggi, Marine, Composizioni cromatiche, fino ad arrivare alle geometrie improbabili.


comunicato stampa

A cura di Eristeo Banali

La mostra è prodotta in collaborazione tra Provincia di Mantova, Comune di Mantova e Fondazione Banca Agricola Mantovana.
L’artista Romeo Guata in una delle sue ultime conversazioni con Gianluigi Troletti, espresse all’amico il desiderio di mettere a disposizione i suoi lavori per un aiuto a chi si trova nel bisogno. In particolare il suo pensiero andò alla Casa del Sole di San Silvestro.
L’idea è stata sviluppata combinando la generosità dell’artista con un’azione volta alla studio, alla conoscenza, alla presentazione e alla divulgazione della sua intensa attività.

La mostra ordina l’attività pittorica di Romeo Guaita, accennando anche alle iniziali esperienza di scultore (1), partendo dagli anni ‘70 quando guarda alle “… soluzioni formali di Renato Birolli, un maestro della pittura italiana, già membro di gruppi e
avanguardie come “Corrente”, “ Fronte nuovo delle arti”, “Gruppo degli otto”, ecc. del primo dopoguerra”(2). In questo periodo importanti sono le sintonie con artisti quali appunto, oltre a Birolli, Afro Basaldella, Ennio Morlotti, Emilio Vedova, Mattia Moreni e Giulio Turcato. In questo periodo, a Roma, conosce anche Ugo Sissa e Nene Nodari, due artisti mantovani con i quali condivide le iniziali architetture compositive e che ritroverà, presenze importanti, nell’ambiente artistico virgiliano.

I temi trattati in questi anni, sviluppati come composizioni astratte, sono Paesaggi, Paesaggi del Sud, Marine, Composizioni cromatiche; in questo periodo Guaita, da un cromatismo intenso e strutturato compositivamente, inizia un processo di rarefazione che interessa sia il colore che la materia: Rapsodie dei bianchi in espansione (3). In mostra questi “caratteri” sono leggibili con organica evidenza. Di questa fase, nel 1978, Mario Cattafesta scrive di un percorso “… fatto seguendo un suo itinerario, dapprima di post-cubismo, poi di rarefazione dell’immagine, poi di tela bianca, poi di recupero del colore, infine di riproposte di sensazioni passate, di fuga nel tempo. Nella sua storia c’è un po’ di informale mistico (Rothko), di informale freddo (Reinhardt); c’è Birolli, c’è Hartung. Ma provate a guardare un’opera di Guaita: è inconfondibilmente sua ed è carica di suggestione.” (4)

Con l’approssimarsi degli anni ’80 Romeo Guaita sembra rafforzare l’esigenza di legare la sua spazialità, il suo cromatismo, le sue geometrie improbabili, in una parola il suo fraseggio espressivo, ad una realtà concettualmente tangibile, una realtà ricercata oltre il processo visuale: il Kaos, la Prigione, le Divise, le Trasparenze berlinesi, Berlin, il Muro, la Rosa, l’Ultima rosa, la Strada del vino, le Coppe, il Sigillo, le Lettera ad un amico, le Lettere dal cielo, Caro amico ti scrivo, gli Aquiloni. È la stagione dei temi.
Sono questi gli argomenti che di volta in volta diventano pretesto per stabilire la soglia da varcare, oltre la quale l’espressività di Guaita indaga liberamente gli orizzonti, i piani, le profondità del suo rapportarsi al mondo che lo interessa, alla ricerca e alle scelte grammaticali che strutturano la prosa della sua narrazione pittorica.

In questa Odissea i lavori di Guaita testimoniano l’impervio navigare confermando che l’arte partecipa gli avvenimenti del mondo anticipandone il sentire. Romeo Guaita vive la sua dimensione esistenziale nel pulsare contrastato delle sue emozioni a volte struggenti a volte lievi, con rabbia o con dolcezza, con amore con odio, con allegria o con tristezza, con gioia con dolore, con apprensione o con serenità, con stupore con sufficienza.

Sulla tela, il lamierino schiacciato, il lembo di tessuto, la pasta d’intonaco, i pezzi di giornale, le carte, le veline, le scritte, i graffiti, gli strappi, le lacerazioni, i tagli, le jute, le buste, le trame, le combustioni, gli spessori, i filamenti, i cordini, gli aquiloni, sono i segni tangibili ancorati a significati certi. Significati a volte rassicuranti e a volte angoscianti, che diventano pretesto pregnante e provocante pensiero nelle composizioni risolte con l’addensarsi della materia sulla tela o per campiture ampie e solari, con cromatismi forti e corposi o tendenti al chiaro, fino al bianco, con un segno, un disegno strutturante o con grafie leggere quasi a negarsi.
L’opera presentata testimonia la ricchezza, la complessità e la passione di un lavoro colto e raffinato che l’artista ha condotto con intransigente coerenza nel trentennio che ha concluso il secolo ventesimo affacciandosi al nuovo millennio.

La mostra sarà accompagnata da una monografia di 224 pagine, curata da Eristeo Banali, con oltre duecento opere riprodotte a colori. I testi di presentazione e critici sono di Eristeo Banali, William Xerra, Gabriele Albanesi e Renzo Margonari. La pubblicazione sarà posta in vendita in mostra e il ricavato sarà devoluto alla Casa del Sole.
Il costo della pubblicazione è di 25,00 €

La sera del 3 aprile alle ore 21,00, alla Casa del Mantegna, si terrà una conversazione sulla pittura di Romeo Guaita prendendo a riferimento La strada del vino, un tema che l’artista sviluppò dopo un soggiorno a Ziano Piacentino, a casa dell’amico William Xerra.
Nell’occasione a coloro che interverranno sarà data la possibilità di gustare alcuni pregiati vini di Mantova e Piacenza, appunto i vini de La strada del vino, anzi de Le strade del vino.
La serata è ad ingresso libero

Il 24 aprile, alle ore 21,00, si terrà una conversazione sulla pittura di Romeo Guaita prendendo a riferimento Berlin Il muro. Un tema che l’artista sviluppò dopo aver vissuto da vicino il grande evento storico. Per l’occasione, vista la ricorrenza dei vent’anni (9 novembre 1989) dalla caduta del Muro di Berlino, ricordando Mstslav Rostrapovic che l’11 novembre 1989, nel famoso concerto improvvisato, suonò alcune suites di Johann Sebastian Bach, la violoncellista mantovana Miriam Prandi riproporrà alcune suites di Johann Sebastian Bach nel cortile circolare della Casa del Mantenga.
La serata è ad ingresso libero

Al pomeriggio di sabato 9 maggio, alle ore 17,30, verranno poste all’asta le opere messe a disposizione della famiglia Guaita, secondo il desiderio dell’artista, per la raccolta di fondi da destinare alla Casa del Sole di San Silvestro di Mantova. Le opere all’asta saranno visibili in mostra. I disegni saranno esposti nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria, sede degli Amici dei Musei, in Via Claudio Monteverdi 1, Mantova, dal 24 aprile 2009 e saranno visibili al venerdì, sabato e domenica fino al giorno fissato per l’asta.
Orari: venerdì 15,30–17,30, sabato e domenica 10,00–12,30/15,30-18,00

Inaugurazione Venerdì 20 marzo ore 17,30

Casa del Mantegna
via Acerbi, 47 - Mantova
Orari: tutti i giorni 10-13 / 15-18 Chiuso il lunedì
Ingresso 2 euro

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