Valeria Borrelli
Stefania Galegati Shines
Silvia Maggi
Valentina Miorandi
Viviana Checchia
Valeria Borrelli, Stefania Galegati Shines, Silvia Maggi, Valentina Miorandi sono le autrici di una scelta di opere che intende far conoscere antologicamente al pubblico slovacco quel che, in questi tempi, in Italia si va facendo nel campo della "videoarte".
a cura di Viviana Checchia
Al PAN, al “Palazzo delle Arti Napoli” (una delle due istituzioni pubbliche della città esclusivamente dedicate all’arte contemporanea) è in corso in questi giorni un esperimento in collaborazione con l’artista franco-danese Thierry Geoffrey, in arte Colonel, che lo ha già realizzato a New York, Berlino, Parigi, Atene e Toronto.
L’esperimento va sotto il titolo di “Emergency Room Napoli” e si svolge in un ambiente aperto a tutti gli artisti che, pungolati dall’esigenza di fare, aderiscono all’idea di realizzare delle opere che rappresentino uno spunto di riflessione sugli accadimenti giornalieri, sulle notizie di attualità, prodotte cioè nelle 24 ore precedenti e destinate ad essere ivi esposte per sole 24 ore.
Il carattere provocatoriamente effimero dell’evento induce a far riflettere su quello, altrettanto effimero, che è tipico della “videoarte” nel senso che, a differenza dei “quadri”, destinati per loro natura ad essere appesi sui muri delle case dei collezionisti o dei musei, delle “sculture” destinate addirittura alle piazze o alle ville e agli ambienti monumentali, gli artisti che di videoarte si occupano sono invece ben consapevoli e rassegnati all’idea che le loro creazioni vivano per un tempo decisamente più breve, quello cioè della loro circolazione, e siano destinate poi a giacere negli archivi, in attesa di una ipotetica resurrezione.
Nel suo bestseller “L’insostenibile leggerezza dell’essere” Milan Kundera pone l’interrogativo: “Si può condannare ciò che è effimero ?”. Certamente no, se si pensa, ad esempio, ai futuristi italiani (quest’anno si celebra il loro centenario) che vedevano come il fumo negli occhi la polvere che copriva le opere dei musei o, in tempi più recenti, ad un artista della statura di Lucio Fontana che della caducità delle opere d’arte non si preoccupava affatto, lui che, con i suoi tagli ed i suoi buchi, ha aperto a nuove prospettive “spaziali” quelle dell’arte. E la risposta resta “certamente no” anche se i futuristi nei musei, nel frattempo, hanno finito per trovare ben larga ospitalità.
D’altronde la “videoarte” è, per sua natura, rivoluzionaria proprio perché nata per opporsi alla dilagante sopraffazione della televisione commerciale e questo suo carattere è tuttora perdurante nonostante vi siano ormai anche dei “classici in tale ambito: non può, quindi, per i videoartisti, rappresentare una preoccupazione la storicizzazione delle loro opere per il fatto stesso che al divenire della storia loro contribuiscono giorno per giorno.
E’ quindi in questa precisa ottica che viene da me presentata, qui a Bratislava, una scelta di videoarte italiana, non con l’intenzione di proporne in qualche modo la storia ma con quella, più immediata ma di certo più pregnante, di far conoscere ciò che in questi tempi si va facendo.
Viviana Checchia
artiste: Valeria Borrelli, Stefania Galegati Shines, Silvia Maggi, Valentina Miorandi.
Vsvu
Hviezdoslavovo nám 18, 814 37 Bratislava Slovak republic