Ex ospedale di Sant'Agostino
Modena
largo Porta Sant'Agostino, 228
059 239888 FAX 059 238966
WEB
Due Mostre Fotografiche
dal 27/3/2009 al 23/5/2009
mart-dom 11-19
059 347027

Segnalato da

Ufficio Stampa MediaMente Comunicazione



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Filippo Maggia



 
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27/3/2009

Due Mostre Fotografiche

Ex ospedale di Sant'Agostino, Modena

"Uno" presenta al pubblico le nuove acquisizioni italiane della Collezione di fotografia contemporanea e video d'artista della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, unitamente a una selezione di lavori selezionata dagli stessi artisti. Opere di Gabriele Basilico, Franco Fontana, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Franco Vaccari. "La montagna rivelata", presenta una selezione di oltre 100 foto antiche scattate da una trentina di fotografi-alpinisti alla meta' dell'800 come Vittorio Sella, George Sommer, i fratelli Bisson, Adolphe Braun, George Tairraz, e molti altri.


comunicato stampa

UNO. Basilico, Fontana, Ghirri, Jodice, Vaccari
a cura di Filippo Maggia

Dal 29 marzo al 24 maggio 2009 la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena espone presso l'ex ospedale Sant'Agostino oltre 130 scatti di cinque grandi maestri italiani della fotografia. In mostra le spettacolari vedute di città di Gabriele Basilico, i paesaggi urbani di Franco Fontana, i lucidi e delicati sguardi sul mondo di Luigi Ghirri, le suggestive visioni archeologiche di Mimmo Jodice e un'installazione permanente firmata da Franco Vaccari. 

Modena, marzo 2009 - Inaugura il 28 marzo 2009, alle ore 17.30, negli spazi recentemente restaurati dell'ex ospedale Sant'Agostino di Modena, la mostra UNO. Basilico, Fontana, Ghirri, Jodice, Vaccari, a cura di Filippo Maggia. L'esposizione presenta al pubblico per la prima volta le nuove rilevanti acquisizioni italiane della Collezione di fotografia contemporanea e video d'artista della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, unitamente a una selezione di opere selezionata dagli stessi artisti.
UNO, come il primo capitolo di un libro che la Fondazione si accinge a scrivere per raccontare attraverso immagini fondamentali la storia della fotografia italiana dagli anni Settanta ad oggi, prima pietra che viene deposta per la costruzione di una collezione che vuole divenire, nel corso degli anni, prestigiosa quanto la raccolta di opere di artisti internazionali avviata lo scorso anno in Estremo Oriente, e che proseguirà nell'Est Europeo per poi spingersi in Medio Oriente e Africa.

La mostra presenta oltre 130 opere, tra fotografie e installazioni, in un percorso che affianca alle acquisizioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena una ricca selezione di lavori dei cinque autori. Pietre miliari della fotografia contemporanea italiana, Gabriele Basilico, Franco Fontana, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice e Franco Vaccari sono fra i protagonisti che più hanno contribuito all'evoluzione della teoria e del linguaggio fotografico negli ultimi decenni. Tutti appartengono alla stessa generazione nata a cavallo degli anni Quaranta e hanno vissuto le grandi vicende storiche e artistiche che hanno segnato l'Italia dal secondo dopoguerra in poi. Le loro storie personali si sono spesso intrecciate, avvicinate, sovrapposte, pur inseguendo ognuno la propria ricerca intellettuale e linguistica prima ancora che stilistica.

Milano, Berlino, Porto, Genova, Bilbao sono alcune tra le numerose città ritratte nelle grandi fotografie di Gabriele Basilico (Milano, 1944) che saranno presenti in mostra. Ogni suo progetto è un'analisi del mondo urbano e delle mutazioni apportate dall'uomo all'ambiente in cui vive, ogni lavoro una ricerca sulla vera identità del luogo. Il suo sguardo attento e contemplativo mira a comprendere la complessità del mondo, a ordinarlo e quindi a coglierne l'essenza.
Saranno i celebri Paesaggi urbani, così come la serie Asfalti, a presentare l'opera di Franco Fontana (Modena, 1933) e ad illustrare le ricerche sul colore che l'autore conduce fin dai primi anni Settanta: gli scatti con cui ritrae le città americane ed europee sono immagini geometriche e frammentate, che assumono la forza cromatica di quadri astratti pur conservando piena aderenza con la realtà. L'immaginazione è il mezzo con cui si rivolge al mondo esterno e impone ad esso la propria autorità, generando visioni in continuo equilibrio tra realtà e pensiero.

Testimonianze dell'instancabile ricerca fotografica di Luigi Ghirri (Scandiano, Reggio Emilia, 1944 - Roncocesi, Reggio Emilia, 1992) saranno le opere tratte dalle serie Kodachrome (1973), Colazione sull'erba (1972), Versailles (1985), Il profilo delle nuvole (1984-86) e Atelier Morandi (1990). In ciascuna l'autore si sofferma con semplicità e ironia su elementi apparentemente banali della quotidianità che, isolati dal loro contesto abituale attraverso la macchina fotografica, si caricano di nuovi significati riuscendo a coinvolgere lo spettatore in una lettura attiva dell'opera. Le opere esposte mostrano con evidenza la rivoluzione apportata dall'autore nella fotografia di paesaggio.   

Una ricca selezione di fotografie da Mediterraneo, lavoro che contraddistingue la sua ricerca artistica fin dagli anni Ottanta, introdurrà l'opera di Mimmo Jodice (Napoli, 1934). Come un filologo dell'immagine, l'autore risale alle origini della cultura mediterranea, raccogliendo tracce di un lontano passato archeologico e vibranti visioni di mari e terre emerse, frammenti emozionanti e carichi di memoria fermati in un tempo sospeso ed eterno in cui passato e presente convivono in un'unica dimensione.
Franco Vaccari (Modena, 1936), artista cui si deve un contributo fondamentale nel dibattito teorico sulla fotografia come linguaggio artistico, presenterà un'installazione permanente, evoluzione dell'Esposizione in tempo reale n.21 realizzata nel 1993 alla Biennale di Venezia e ripensata ora appositamente per gli spazi dell'ex ospedale Sant'Agostino. Bar Code 2 è una "fotografia abitabile", un'installazione ambientale che è anche un luogo fisico di aggregazione, un bar che prende il suo nome da un'attenta riflessione sul codice a barre, considerato dall'autore il "vero segno dei nostri tempi". Nel percorso di mostra anche fotografie tratte dai lavori Photomatic d'Italia (1973) e Cani+Sedie (2003).

Accompagnerà la mostra un catalogo, edito da Skirà, a cura di Claudia Fini e Francesca Lazzarini. Completo di biografie e statement per ogni artista, il volume si presenta come un vero e proprio catalogue raisonné delle opere acquisite dalla Fondazione.
Dal 2007 la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha avviato un importante progetto di collezione - italiana ed internazionale - di fotografia contemporanea e video d'artista. La raccolta, ordinata dal curatore Filippo Maggia, sta prendendo forma attraverso acquisizioni mirate, programmate su base pluriennale, che riguardano autori già affermati ed emergenti, con un'attenzione particolare ad artisti middle career. Ad oggi sono state selezionate complessivamente 134 opere di 26 autori.

Catalogo Skirà, 112 pagine a colori. Con testi di: Andrea Landi, Filippo Maggia, Claudia Fini

Ufficio stampa
Cecilia Lazzeretti
Claudia Fini
tel. +39 059 239888 fax +39 059 238966
e-mail ufficiostampa@fondazione-crmo.it

Preview stampa Venerdì 27 marzo 2009, ore 11.30
Inaugurazione Sabato 28 marzo 2009, ore 17.30

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La montagna rivelata. Fotografie dell’Ottocento dalla collezione Fineschi
A cura di: Chiara Dall'Olio

Dal 29 marzo al 24 maggio il Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena espone all’ex ospedale modenese Sant’Agostino oltre 100 scatti della seconda metà dell’800 che illustrano la conquista delle cime più alte: da quelle europee alle asiatiche, alle indiane e africane. Foto dalla collezione Fineschi realizzate da grandi alpinisti-fotografi come Vittorio Sella e il Duca degli Abruzzi

Pionieri dell’alpinismo e della fotografia. La mostra “La montagna rivelata. Fotografie dell’Ottocento dalla collezione Fineschi” presenta una selezione di oltre 100 foto antiche, scelte tra le più suggestive per soggetti, tecniche e completezza della documentazione, scattate da una trentina di fotografi-alpinisti alla metà dell’800.
La rassegna, realizzata dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, verrà allestita nei rinnovati locali dell’ex ospedale Sant’Agostino e sarà aperta al pubblico dal 29 marzo al 24 maggio.
La mostra e il relativo catalogo (bilingue, edito da Skira) sono a cura Chiara Dall'Olio, direttrice del Fotomuseo Panini, con testi dello storico della montagna Giuseppe Garimoldi e una presentazione di Giovanni Gozzini docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Siena.

In un itinerario espositivo diviso geograficamente dall’Europa verso Oriente sono esposte per la prima volta foto di percorsi e vette delle catene più alte del mondo, dalle Alpi ai Pirenei, al Caucaso, all’Himalaya, al Karakoram. Le prime avventurose salite, i ghiacciai, i crepacci, le vallate scoscese, le tempeste e le cime innevate, restituite attraverso immagini che, nell’intento degli autori, volevano essere impersonali e scientifiche, ma che tradiscono ancora l’ammirazione romantica per gli spettacoli naturali più maestosi e sublimi. “La montagna rivelata” mette in mostra le fotografie, vero diario di bordo, di grandi alpinisti-fotografi come Vittorio Sella, il Duca degli Abruzzi Luigi Amedeo di Savoia, George Sommer, i fratelli Bisson, i fratelli Charnaux, Adolphe Braun, George Tairraz, George Dixon Abraham, Farnham Maxwell Lyte, Samuel Bourne, ma anche tanti altri, ancora da identificare o noti fino a oggi soprattutto agli specialisti.

La mostra documenta ampiamente l’epopea ottocentesca delle prime spedizioni geografiche organizzate non solo da istituzioni e governi degli Stati europei - come quella dei fratelli Bisson che nel 1859 ebbero l’incarico di documentare le Alpi della Savoia quando la regione fu ceduta da Vittorio Emanuele II a Napoleone III - ma anche da alpinisti-esploratori appassionati. Tra questi Vittorio Sella, che tra il 1880 e il 1893 fece ammirare i suoi scatti delle Alpi in tutta Europa. Sella partecipò anche come fotografo all’ultima spedizione nel Caucaso organizzata da Douglas Freshfield, avvocato, scrittore e alpinista, presidente dell’Alpine Club e segretario onorario della Royal Geographic Society e in seguito tornò ancora sulle cime del Caucaso nel 1890 e nel 1896, e nel 1899 di nuovo con Freshfield in Sikkim sul Kanchenjunga. Vittorio Sella fu inoltre il fotografo delle spedizioni organizzate da Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, appassionato alpinista, nel 1897 in Alaska al Monte Sant’Elia, nel 1906 in Africa sul Ruwenzori e nel 1909 nel Karakoram.

Già a partire dal 1860 la maestosità della catena dell’Himalaya era stata rivelata al mondo dalle fotografie di Samuel Bourne, mentre solo negli anni Venti del Novecento si compirono i primi tentativi, falliti, di conquista dell’Everest, organizzati dal Mount Everest Comittee (1921, 1922, 1924), fino alla conquista nel 1931 del Kamet (7756 m.), la montagna più alta violata fino ad allora, da parte dell’alpinista e fotografo

Francis Sydney Smythe.
Le foto in mostra, oltre al racconto dei viaggi e dei luoghi, testimoniano le sperimentazioni tecniche messe in atto da ogni fotografo, in un’epoca nella quale ancora non esistevano procedimenti standardizzati, alla ricerca della resa migliore non solo della definizione dell’immagine e della luce ma anche della sensazione dell’aria ghiacciata, del vento, delle nuvole in movimento. Ne risultano vedute declinate in tutte le variazioni possibili: dall’imponenza sublime delle vette, alla purezza abbagliante dei ghiacciai, dall’intimità delle poche presenze umane, alla poeticità di certe vallate, piccoli laghi, fiordi.

La collezione Fineschi, ricca di quasi 300 immagini, si sviluppa a cavallo fra Otto e Novecento, raccoglie le opere di circa trenta alpinisti-fotografi fra i più significativi del panorama europeo, ed è corredata dai resoconti delle loro spedizioni pubblicati in importanti quanto rari volumi, alcuni dei quali visibili in mostra. Un sistema touch screen rende possibile sfogliare questi volumi per far comprendere al pubblico il primo scopo e utilizzo delle fotografie esposte.

Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena
Un milione e mezzo di foto storiche conservate, duecentomila cartoline italiane e straniere, quattromila volumi sulla fotografia e la storia locale, oltre 80.000 fotografie digitalizzate e consultabili attraverso il sito: questi e altri sono i numeri del Fotomuseo.
Dotato di ben 130 metri quadrati di ambienti per la conservazione delle raccolte a condizioni microclimatiche controllate, il Fotomuseo conta oltre a una delle più ampie collezioni italiane di cartoline regionali, italiane e di carattere militare, più di 200mila fotografie che documentano con dovizia di particolari ogni aspetto della storia di Modena dagli ultimi decenni dell'800 fino agli anni Ottanta del secolo scorso.

Catalogo: Skira, 136 pagine, 35 euro (gratuito per i sostenitori Fotomuseo 2009)
Con testi di: Chiara Dall’Olio, Giuseppe Garimoldi, Giovanni Gozzini

Ufficio Stampa
MediaMente Comunicazione
059.347027
stampa@contestoweb.com

Anteprima per la stampa: 28 marzo ore 11
Inaugurazione: 28 marzo ore 17.30

Ex Ospedale Sant'Agostino
via Emilia Centro 228, Modena
Orari Martedì - domenica ore 11-19. Chiuso il lunedì
Ingresso gratuito

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