Assessorato alla Cultura di Biella
Un'antologica di 60 opere che documenta il percorso dell'artista (con fotografie, installazioni e video), esito del continuo interrogarsi sulle ragioni dell'essere nella societa' e di una volonta' di provocare il confronto con le esperienze piu' nuove della ricerca artistica contemporanea.
a cura di Pierangelo Cavanna
A partire dai primi anni ’80 Ada Sola (Biella 1946 – 2003) è stata la compagna di strada della nuova
generazione di fotografi che si affacciavano sulla scena italiana e poi internazionale, rivestendo il duplice
ruolo di pionieristica gallerista e di fotografa. Nelle sale della biellese galleria Figura, attiva dal 1980 al 1986,
vennero ospitate le mostre dei più importanti autori della nuova scena italiana (Olivo Barbieri, Giovanni
Chiaramonte, Mario Cresci, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Roberto Salbitani, Fulvio Ventura,
Franco Vimercati tra gli altri) e internazionale (Toni Catani, Joan Fontcuberta, Paul Den Hollander, Bernard
Plossu, Humberto Rivas e Bas Vroege), ma anche le fotografie, i rayographs e i cliché-verre di un grande
maestro come Man Ray.
A partire dal 1979 Ada Sola aveva avviato anche proprie ricerche personali, declinando al femminile con
grande consapevolezza critica le indagini sullo spirito dei luoghi che appartenevano al più innovativo filone
della fotografia italiana. Luoghi coi quali aveva contratto lunghi debiti di vissuto, di affetto quindi: il giardino
di casa, i boschi intorno: non troppo lontani, il paese d’origine della madre. Luoghi del non eccezionale,
importanti per lei, per la sua esperienza nel tempo: quello ineluttabile della ripresa, ma anche quello
indeterminato della riflessione e del ricordo, che colloca quell’esperienza in un punto più o meno distante,
dove il tempo diventa memoria. La sua scrittura per immagini è stata sempre autobiografica, raffigurazione
di un processo di autocoscienza.
Da qui il continuo lavoro su di sé, quasi sempre in forma performativa,
passato senza soluzioni di continuità dall’immagine fissa al video: l’autoritratto come momento di riflessione
sulle questioni identitarie e di genere che in quegli anni costituivano uno dei nodi centrali delle rivendicazioni
e poi degli studi di ambito femminista. “La linea che corre nelle mie fotografie – scriveva nel 2001 - cioè il
percorso che sto facendo, si muove da una sorta di autobiografia per immagini a quello che mi circonda:
paesaggi, uno sguardo sulla quotidianità, sulle situazioni e i contesti. Anche le fotografie personali possono
essere considerate paesaggi, paesaggi della mente, mappe dell’anima; cosi come i paesaggi veri più
oggettivi e reali, possono essere appunti di una storia personale, luoghi attraversati e ricordati, occasioni di
presenza.”
Sono la qualità e la coerenza della sua produzione, sovente accompagnata da testi narrativi o di riflessione
teorica, che questa mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Biella si propone di
restituire attraverso un percorso antologico di circa sessanta opere che documenta l’intera gamma delle sue
realizzazioni (fotografie, installazioni e video), esito del continuo e caparbio interrogarsi sulle ragioni del fare
e dell’essere nella società, di una volontà di provocare la riflessione e il confronto con le esperienze più
nuove della ricerca artistica contemporanea.
Museo del Territorio Biellese
via Quintino Sella, Biella
Orari: giovedì 15-19, venerdì 15-22, sabato e domenica 10-19
Domenica 12 aprile 15-19, lunedì 13 aprile 15-19
ingresso libero