Galleria Ugo Ferranti
Roma
via de' Soldati, 25A
06 68802146 FAX 06 68802146
WEB
Group Show
dal 2/4/2009 al 9/4/2009
mart - sab 11-13 e 16-20

Segnalato da

Galleria Ugo Ferranti




 
calendario eventi  :: 




2/4/2009

Group Show

Galleria Ugo Ferranti, Roma

Sette artisti diversi tra loro, che usano differenti mezzi espressivi: Michaela Langenstein, Eugenio Percossi, Andrea Nicodemo, Lucia Leuci, David Fagioli, Matteo Attruia, Marina Paris. Fotografie, dipinti, video e sculture.


comunicato stampa

In occasione del Freaky Friday, organizzato per ROMA.The Road To Contemporary Art, la Galleria Ugo Ferranti presenta un “Group Show” : 7 artisti diversi tra loro, differenti mezzi espressivi

Michaela M.Langenstein, attraverso un originale utilizzo del mezzo fotografico, percorre un itinerario in bilico tra concreto ed astratto. Rappresentazioni di selezionati episodi del mondo naturale acquistano nel loro isolamento estetico il valore di immagini astratte fino a mettere in discussione il significato stesso di questa dicotomia. Le sue immagini sono la rappresentazione di una realtà a noi indifferente ma sono in grado di riportarci visivamente e concettualmente a ristabilire un rapporto con essa. La Langenstein documenta la perdita della funzione originaria di un dato elemento e, attraverso i suoi scatti fotografici,esaspera l’aspetto visivo dell’oggetto rappresentato, che in tal modo diviene finalmente riconosciuto nella sua indole formale.

Eugenio Percossi Le antiquate cornici barocche sembrano essere le ultime reliquie del rassicurante ed accogliente salotto della nonna. Il calore domestico è divenuto un incendio.Le fotografie presentate da Percossi documentano le fasi del video “Christmas” dove l’artista, come un bambino dispettoso, si diverte a distruggere i simboli di una festività oggi svuotata del suo più profondo significato, cinicamente sbeffeggiando i suoi aspetti più banali e melensi e indagando sulla vuotezza di un rituale ormai pagano. Così le luminarie del focolare domestico divampano in una luce che non è più gioiosa celebrazione, ma cinica dissacrazione della banalità.

Andrea Nicodemo porta avanti una meticolosa ricerca d’istanza minimalista dove l’immagine tende all’espressione più semplice di se stessa. Punto di partenza è il bianco, per l’artista spazio in divenire, dove qualcosa succede ma soprattutto dove ognuno può ritrovare il proprio immaginario. Il mezzo di ricerca in questo caso è il binocolo: un ragazzo guarda la realtà con il privilegio ed il distacco della lontananza. La lente diventa il confine di quel candido universo di cui fanno parte le aspettative, lo stesso verso cui l’artista conduce silenziosamente il nostro sguardo.

Lucia Leuci Un’evanescente figura vestita di rosso ci accompagna in una stanza tutt’altro che accogliente, in un tempo quasi remoto. Ha scacciato “l’angelo del focolare” ed ora tenta di riappropriarsi del suo spazio, di ritrovare limpida la sua figura e - per continuare la citazione delle parole di Virginia Woolf- “una stanza tutta per sé”. Quella della Leuci è una ricerca profonda e intima sul desiderio di affermazione di se stessi, sulla capacità di adattamento,sulla volontà di ritornare e sul sacrificio che comporta.
David Fagioli scolpisce uno spazio tra passato, presente e futuro. Adotta prevalentemente la scultura bianca, esplicito rimando ad un idea classica e rassicurante, ma che nelle sue forme riesce a diventare,drammatica,ironica,destabilizzante.
”In the ski” è una testa-trofeo magica , infilzata dal passato e che trafigge il futuro.

Matteo Attruia rivendica il suo ruolo di artista nel complesso mondo dell’arte attraverso delle ironiche lettere minatorie dirette a collezionisti e galleristi. Utilizzando caratteri ritagliati dai giornali assembla parole spesso volontariamente errate, esprimendo compulsive minacce che a ben vedere si rivelano innocue affermazioni che hanno come unico scopo quello di richiamare l’attenzione sulla sua opera artistica. Attruia mette in gioco le logiche e i meccanismi della comunicazione, giungendo a far coincidere l’opera con le dinamiche stesse della sua ideazione. Un’ironia pungente, spesso irriverente, rivolta al mondo dell’arte ma allo stesso tempo a se stesso, gli permette di introdursi all’interno di questo sistema con mezzi non sempre convenzionali, per conquistare giocosamente un proprio ruolo Marina Paris presenta alcuni lavori fotografici dalla serie “Variable Space”.

L’opera nasce dall’installazione fatta nel 2007 presso la galleria Pack di Milano nell’ambito della mostra Corpo Sociale. La Paris conferma ancora una volta il suo interesse per gli ambienti capaci di stimolare pseudo esperienze multisensoriali,in questo caso, inverte la comune percezione dello spazio ed in particolar modo dello spazio architettonico:la sua installazione è una riflessione deformata,frammentata specchiante sull’edificio che induce il fruitore ad uno spaesamento psico-fisico.

Inaugurazione 3 aprile dalle 19,30

Galleria Ugo Ferranti
via de' Soldati, 25A - Roma
Orario: da Martedì a Sabato ore 11-13 16-20
Ingresso libero

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