Pianure d'Europa. 'Una raccolta di fotografie che raccontano della pianura, dove le bretelle d'asfalto che corrono su di essa si insinuano in un paesaggio sbiadito fatto di svincoli, cavalcavia, centri commerciali e villaggi di case a schiera; dormitori di una societa' in perenne trasformazione'.
Grazie alla collaborazione fra Fondazione Dominato Leonense, Delle Arti Design Hotel
e Fondazione Pianura Bresciana la mostra fotografica "Pianure d'Europa" sarà
allestita presso la Project Room di Cremona dal 3 aprile prossimo.
Partendo dalla consapevolezza del forte valore delle cascine, Fondazione Pianura
Bresciana ha realizzato un intero progetto su questo tema- in collaborazione con la
Regione Lombardia, Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia
e Assessorato al territorio, Parchi e V.I.A della Provincia di Brescia - promuovendo
attività legate al censimento delle cascine bresciane, con la loro schedatura e
mappatura.
Un aperitivo di inaugurazione aprirà le porte a questa esposizione, durante il quale
sarà possibile degustare prodotti e assaggiare birra artigianale realizzati con un
antico cereale, il monococco - coltivato sulla nostra terra 5.000 anni fa e oggi
riscoperto grazie all'impegno della Cooperativa Sociale L'Antica Terra e al
Birrificio Artigianale Babb.
Una raccolta di splendide fotografie di Valerio Gardoni che raccontano della nostra
pianura, diversa ma ugualmente simile nell'animo a tutte le pianure d'Europa, dove
le bretelle d'asfalto che corrono su di essa si insinuano in un paesaggio sbiadito
fatto di svincoli, rotonde, cavalcavia, centri commerciali e villaggi di case a
schiera; dormitori di una società veloce, in perenne trasformazione, sempre più in
ansia come fosse un enorme periferia metropolitana.
Eppure basta girare alla prima stradina campagnola con cartelli che richiamano i
nomi: Fienil Basso, Madonnina, Malpensata, Castelletto, Molino novo, Ca Bianca.
subito l'orizzonte cambia aspetto, il profilo delle cascine si disegna nell'aria
torbida di umidità, di nebbia, di afa. Che importa se ora i vecchi attrezzi
consumati sono appesi con la fatica e la miseria nei musei della civiltà contadina e
un poco di ansia metropolitana s'è impadronita dell'aia dove scorrazzano veloci
macchine agricole; le cascine sono ancora lì a simboleggiare una sfida tra passato e
futuro, a raccontare la storia della grande pianura.
Maestose con i silos come torri d'un castello, le case coloniche, la colombaia, i
fienili con le gelosie di mattoni rossi, le stalle basse di volti. Tra i campi arati
o verdi di maggengo e di grano si distendono i viali sterrati contornati dai pioppi
cipressini che entrano diritti dai logorati portoni di legno spalancati sulle aie,
con il bucato steso, qualche gallina e il grugnito del maiale. Si è consumata fra
l'aia e i campi la vita, silenziosa come nebbia d'autunno, di generazioni di
contadini e di braccianti fatta di storie, di fatiche e di salari magri come la
quaresima, giorno dopo giorno come chicchi d'un rosario.
La fotografia si avvina a quel mondo con grande rispetto, senza violarlo. Entrando
tra le mura dei cascinali ritrovando oggetti abbandonati, vecchi attrezzi da lavoro
che paiono rudimentali arnesi dal valore archeologico, stalle silenziose, collane
per cavalli logorate dal tempo, cantine buie con vetri dalle forme misteriose, sedie
lasciate accanto a finestre aperte sulla campagna, stanze da letto ancora in parte
arredate.
La fotografia documenta molteplici aspetti legati a questo mondo che sta a poco a
poco scomparendo, come la storia dell'agricoltura praticata nel territorio,
l'aspetto legato alla religiosità e alla devozione popolare, documenta un mondo,
quello della cascina, ormai radicalmente mutato, ma che appartiene indissolubilmente
alle grandi pianure, alla sua storia.
Nelle grandi pianure d'Europa, dove lo sguardo si perde nel verde intenso del nord o
sotto il sole che arde l'infinito, cambiano i volti, i paesaggi, le architetture, i
coltivi, ma intatta rimane l'armonia della campagna plasmata e modellata dal sudore,
dalla fatica, dall'ingegno e dall'arte di uomini che l'hanno calpestata.
Vernissage aperto al pubblico: Venerdì 3 aprile 2009 - ore 19
Project Room Galleria Dellearti
c/o Dellearti Hotel
via Bonomelli 8, 26100 Cremona
Orari: lun.-dom. ore 11.00 - 22.00
Ingresso libero