91mQ art project space
Berlin
Landsberger Allee 54
+49 (0)163 5473412 FAX
WEB
Streaming time
dal 7/4/2009 al 7/4/2009

Segnalato da

Ermanno Cristini



 
calendario eventi  :: 




7/4/2009

Streaming time

91mQ art project space, Berlin

Roaming e' una serie di mostre, a cura di Alessandro Castiglioni, che durano solo il tempo dell'inaugurazione: dei flash che sopravvivono nel dito dei fotografi e poi galleggiano nella dimensione indistinta del web.


comunicato stampa

---------english below

Kristine Alksne, Elena Bellantoni, Antonio Catelani, Ermanno Cristini, Al Fadhil, Marco Giani,
Alice Guareschi, Victoria Lucas, Microcollection, Stefania Migliorati

Fotografia: Giancarlo Norese
Web: Reebot
A cura di Alessandro Castiglioni

Appunti di Viaggio

…Roaming caratterizza la propria ricerca in relazione a differenti elementi: sicuramente quello dell’identità, dello spazio, del tempo…solo per citarne alcuni.

… La questione dell’identità è tra le più stringenti e strettamente connessa con lo status dell’opera d’arte. Infatti Roaming confonde opere e immagini, il lavoro degli artisti invitati e il racconto dei diversi fotografi… inoltre la dimensione della rete, il sito www.roaming-art.it , stratifica questo rimescolamento rendendolo critico e problematico, arrivando a far pensare a una dinamica di perdita di autorialità.

Beh, poi lo spazio certo… gli interventi di Roaming cercano sempre una relazione morbida, discreta, minimale, con gli spazi che ospitano il progetto che di volta in volta si caratterizzano sempre in modo molto specifico.
…Grandi spazi industriali riconvertiti, come 91mQ per esempio, un Project Space ricavato in una ex fabbrica di birra della Berlino est, in cui ciò che cercheremo di ricreare sarà una sorta di senso di spaesamento, in cui una dimensione fluttuante e ambigua troverà la propria ordinata risistemazione, paradossalmente, nella dimensione del web.

Giancarlo Norese. A raccontare l’evento abbiamo chiamato questa volta un artista la cui ricerca fa riferimento all’uso della fotografia, soprattutto a livello documentativo rispetto a una dinamica, a una relazione, che è l’artista stesso ad attivare, mettere in moto o semplicemente agire… Dunque la dimensione del viaggio e dello spostamento assume un valore (anche concettuale) fondamentale.

Ecco che allora mi sembra sia questo elemento del flusso del tempo a caratterizzare in modo particolare questo appuntamento di Roaming. Un tempo dallo scorrimento diacronico e disorganico, che si riavvolge su se stesso, che va avanti e torna indietro, che scioglie gli orologi, “tra questa successione senza esteriorità e questa esteriorità senza successione”(H. Bergson).

27 febbraio 2008
Alessandro Castiglioni

ROAMING, da un’idea di Ermanno Cristini, è una serie di mostre, a cura di Alessandro Castiglioni, che durano solo il tempo dell'inaugurazione: dei flash che sopravvivono nel dito dei fotografi e poi galleggiano nella dimensione indistinta del web.

Localizzate in spazi fortemente conformativi e rappresentativi, per la loro presenza fisica e lo spessore della loro storia - immobili industriali dimessi e recuperati-, ma anche per la loro presenza simbolica -sedi istituzionali come il museo-, le mostre si caratterizzano per la rapidità e per le modalità di occupazione degli spazi.

Gli artisti cambiano secondo una catena di inviti che mette “sotto scacco” l'idea di un curatore. Nella successione degli inviti rimane un'ombra di indicibilità poiché l'affinità è tra chi invita chi, e un posto più in là si rompe. Si genera così un meccanismo di “caos” e di casualità nell'insieme eterogeneo, tenuto insieme dai singoli, con una sorta di “curatela velata”.

In contraddizione con l'ampiezza o con l'aura delle location, le opere mettono in atto una presenza discreta, negli angoli, negli interstizi, per terra, in cima ad una scala, mescolate ad altre opere nel museo, ecc. che le conduce a farsi scoprire piano piano, quasi mostrandosi solo ad uno sguardo secondo, in aperto contrasto con la fugacità e la transitorietà esasperata dell'evento.

Ma delle opere e della loro relazione con lo spazio, nella messa in mostra trasformata in evento, resta solo l’immagine del fotografo. E’ in forma di immagine che l’opera si dispone a circolare. E allora qual’è l’opera? Quella dell’artista, del fotografo, l’operazione in sé?
Così il fotografo diventa parte integrante del nucleo di artisti e cambia ad ogni iniziativa mettendo in campo visioni diverse: il pubblicitario, il fotografo d’arte, il fotografo di architettura, e dunque diversi modi di percorrere il bordo tra opera e immagine, tra realtà e rappresentazione, tra reale e virtuale.

E quando il simulacro, trasformato in sistema di pixel, si proietta nel web e si allestisce in SECOND LIFE?
Paradossalmente l'unico elemento di stabilità della messa in mostra avviene in una dimensione puramente virtuale, delocalizzata e globale. Allora cosa cambia nello statuto dell’opera nel momento in cui si trasformano la sua materia, il suo spazio e il suo tempo?

Ciò che Roaming attiva è una fuga di polarità: il piccolo rispetto al grande degli spazi, il vuoto rispetto al pieno del pubblico dell’inaugurazione, il ritardo rispetto all’accelerazione dell’evento, la realtà rispetto alla sua rappresentazione, il fisico rispetto al virtuale.
Entro questa fuga la volontà dell’opera si scontra con il suo destino ma forse è l’unico modo per compiersi, rivelando quell’ultrasottile, che oggi più che mai è una necessità dell’opera, ovvero “…ciò che non si coglie propriamente con la vista fisica ma con lo sguardo, con l’attenzione, con la mente (…) l’incavo della carta, tra recto e verso di un foglio sottile” (cfr. Elio Grazioli, Una differenza ultrasottile, in Passeggiata Minima, a cura di Giovanni Ferrario, UTET, 2008)

---------english

Kristine Alksne, Elena Bellantoni, Antonio Catelani, Ermanno Cristini, Al Fadhil, Marco Giani,
Alice Guareschi, Victoria Lucas, Microcollection, Stefania Migliorati
photographs: Giancarlo Norese
Web: Reebot
Curated by Alessandro Castiglioni

Some notes

…Roaming characterizes its research in relation to different dimensions: identity, space, time…
This problem of identity is linked with the status of an artwork. In fact Roaming confuses work and its image, what the artists are invited to do and what the photographer is invited to narrate.. and more, the reality of the web, at www.roaming-art.it, stratifies these elements and makes the entire question more problematic…

..Roming’s events deal also with space, so they often become minimal, soft and tactful.
So, different locations are chosen for their specific characterization, the power of their history. For example converted industrial locations, like 91mQ ART PROJECT SPACE in Berlin : each space is used for recreating a sort of sense of disorientation, a floating dimension, in a second phase amplified in the web…

Finally that element of “flowing time” seems to characterize this particular Roaming episode. This Time bends on itself and goes forward and back and dissolves clocks, ''between this sequential time without exteriority and exteriority without sequential time''. (H. Bergson)

27th February 09
Alessandro Castiglioni

ROAMING

Roaming, based upon an idea by Ermanno Cristini, consists of a series of exhibitions, curated by Alessandro Castiglioni, that last only the time of their inauguration. Like flashes surviving in the photographer’s finger, then floating in the indistinct dimension of the web.

Located in strong and representative spaces, thanks to their physical presence and the importance of their story – former industrial building which have been recovered - but also for their symbolic presence – institutional seats like museums -, the exhibitions are characterized by their rapidity and the way the space is occupied.

The artists change according to an invitation chain which neutralizes the concept of the curator itself. There’s a shadow of unspoken in the succession of invitations, because the affinity is established between the one who invites and the one who gets broken just afterwards. This generates a mechanism of chaos and coincidence, a heterogeneous one which is kept together by individuals, in a sort of “veiled curatorship”.

In contradiction with the amplitude and the aura of locations, the artworks mark a discreet presence: in the corners, in the gaps, on the ground, on the top of a stair; besides, they are mixed with other works in the museum, which allows them to be discovered gradually, as though they show themselves only at a second glance. This is in open contrast with the fugitiveness and transience of the event

However, in this way the exhibitions are transformed into an event, the image by the photographer is the only element which remains of the works of art and their relationship with the space. The work of art is bound to circulation only in the forms of images. Which is the work of art, then? The one created by the artist, or by the photographer, or the whole operation itself?
In this way, the photographer becomes part of the artist nucleus; furthermore the photographers change at every single initiative, in order to allow different perspectives: the advertiser’s, the art photographer’s, the architecture photographer’s – corresponding to different ways of crossing the boundary between work of art and image, between reality and representation, between real and virtual.

But what happens when the simulacrum – transformed into a system of pixels – is projected onto web, thus being mounted into SECOND LIFE?
Paradoxically, the only element of stability in the exhibitions occurs in a purely virtual dimension, a delocalized and virtual one. What changes, then, in the art work status, when its material, its space and its time are transformed?

What ROAMING activates can be called a polarity breakaway: littleness as opposed to the greatness of the spaces, emptiness as opposed to the fullness by the public at the inauguration, the delay with regard to the acceleration of the event, the reality with regard to its representation, the physical with regard to the virtual…

In this breakaway, the will of the art work clashes with its destiny; but maybe this is the only way for this will to be accomplished, unveiling the ultra-subtleness which is nowadays all the more a necessity of the art work: “… something that isn’t caught with the sight, but with the gaze, with the attention, with the mind (…), the paper’s hollowness between the two faces of a subtle sheet” (Elio Grazioli, Una differenza ultrasottile, in Passeggiata Minima, Giovanni Ferrario, ed., UTET 2008).

Opening 8th April 2009 - h 6:00 pm

91mQ art project space
Landsberger Allee 54 - Berlin

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