Trasmutazioni. Il percorso espositivo si compone di due parti. Nella prima l'artista presenta alcune sequenze fotografiche sui 'femminielli' napoletani, nella seconda, invece, propone un video che simboleggia l'archetipo delle trAsmutAzioni: Mefite, dea della transizione, che presiede i dualismi, il mescolarsi dei due opposti e la loro ricongiunzione.
a cura di Annie Giulietta Lociero
Il percorso espositivo si compone di due parti. Nel primo percorso: sequenze fotografiche sui “femminielli” napoletani, composte da circa 31 foto (formato 90 x 125), dove, l’artista ha mirato a creare immagini di notevole impatto emotivo intrise di grazia misurata e, al contempo, di spiazzante forza espressiva. La sua ricerca è di portare alla luce non le caratteristiche del personaggio o del luogo, quanto la loro totalità, sollecitando al fruitore un coinvolgimento graduale ma imprescindibile. Entrando nella sala il visitatore sarà accolto da una serie di sequenze fotografiche che cristallizzano momenti di vita quotidiana dei “femminielli”.
Nel secondo percorso: l’artista propone per l’elaborazione del tema, un video di sette minuti che simboleggiano l’archetipo delle trAsmutAzioni: Mefite, dea della transizione, che presiede i dualismi, il mescolarsi dei due opposti e la loro ricongiunzione.
Il viaggio più formativo che si possa intraprendere è quello attraverso l’individuo umano. Questa consapevolezza ha profondamente segnato un momento del mio lavoro di curatrice del progetto“TrAsmutAzioni”(mi piace essere me) di Salvatore Esposito, filo conduttore di questo affascinante viaggio che mi ha portato, quasi per mano, dentro il suo mondo artistico ed umano. Una frase che fa pensare e spinge ad una riflessione sulla multiforme realtà, di cui sovente si perdono i confini perché troppo labili o, addirittura, confusi e che viene pigramente “guardata” senza essere “vista”. L’artista ha usato il suo obiettivo fotografico non solo per conoscere, ma per “sentire” un tipico aspetto della realtà napoletana nella sua più autentica specificità, quali sono i “femminielli”.
È anche il suo un percorso, poetico, in quanto è fin troppo evidente che si è trattato di un obiettivo governato da veri sentimenti creativi, che hanno consentito all’impegno artistico dell’autore di andare al di là di una superficiale visione delle cose relative all’esistente. Piuttosto, in modo più ambizioso, si tratta della sperimentazione di una ricerca umana vera, profonda come può essere quella di un attento e scrupoloso osservatore attirato dall’interiorità, dall’essenza dell’esistente in una visione di stretto rigore ontologico. Il suo viaggio inizia quasi per caso, con la foto di due volti dei quali non si riesce a scorgere i tratti, tanto sono stati esteticamente e artificiosamente modificati.
L’artista vuole capire cosa c’è dietro lo spesso strato di trucco che maschera quei volti ed è così che avvia quel percorso interiore fatto di colloqui, racconti intimi e infine scatti fotografici che ne raccontano le loro esistenze. Ed è attraverso il carattere che cerca di ricostruirne i lineamenti, di portare in superficie i tratti di una psicologia interiore. Attraverso la sua ricerca, sottolineata da un palpitante vigore umano, offre un ampio spaccato di una specifica tipologia sociale, lontano da facili pregiudizi o da toni falsamente predicatori .
Nelle immagini dell’artista c’è lo scorrere della vita nella sua quotidianità con momenti toccanti e commoventi. La sua è una indiscutibile, chiara visione antropocentrica; dal suo progetto fotografico la figura umana emerge e risalta con grande forza, senza cedimenti o ambigui compiacimenti; direi con lo slancio della vitalità, con la grazia della composizione figurativa. Un impegno artistico quello di Salvatore Esposito, che suona come imperativo, affermazione di autentici valori umani che esistono e s’impongono con il vigore di incontestabili diritti, non ai margini ma all’interno della società. L’occhio del fotografo diventa così anche il nostro occhio, ma soprattutto risveglia il pensiero: induce a una riflessione che va oltre la superficie dello sguardo.
Anni Giulietta Lociero
Inaugurazione mercoledì o8 aprile 2009 alle 17:30
MAV Museo Archeologico Virtuale
Via IV Novembre 44, Ercolano (Napoli)
Il museo è aperto tutti i giorni ore 9-17
ingresso libero