Redink. "Elementi necessari per la costruzione d'opere d'arte. Qui le creative composizioni lanciano la sfida al 'conflitto di esistere', giocando con gli archetipi dello stupore iniziale." (Mario Schiavone).
Jioko di c’arte di ide-entità.
Una voce fabulosa pervade lo spazio della mostra.
Il suono si diffonde richiamandoci alle presenze di simbiotiche coabitazioni.
REDINK: elementi necessari per la costruzione d’opere d’arte.
Qui le creative composizioni lanciano la sfida al “conflitto di esistere”, giocando con gli archetipi dello stupore iniziale.
Fabrizio Fontana affronta i segreti celati dietro le apparenze, lavorando su un’idea d’interfacciabilità dell’immagine.
La sua elaborazione n’è diventata un vero e proprio documento d’arte.
Il segno si è com-posto recuperando il “frattempo”, nella misura dello spazio dipinto sulle “carte rosa”.
REDINK è testo tra-scritto-grafico sul long playing, il disco dell’isola mnemonica, della cui emersione ipnotica, la musica non rompe il silenzio. Lo ascolta. Registra la radicale udibilità, alimentandone il valore simbolico-concettuale, perfetta simbiosi tra l’opera e il suo tempo sonoro ideale.
Tutto è legato alla Linea Vitae del REDINK, che descrive un percorso estetico rappresentativo, del dare senso al senso delle materie visibili trattenute dove confluiscono: la grafica, la pittura, la fotografia, il video, l’installazione, nel largo abbraccio della volontà di pervenire all’essenza delle cose.
La poesis del gioco si fa energia.
Vive, transita teneramente nel video “REDINK” dove Edoardo-Figlio Alter-ego mangiando la cioccolata và alla scoperta del mondo, in un viaggio di sinfonica giocosità, dell’essere partecipe, sulla scena della festa della vita.
La chimica d’arte contemporanea è materia infinita, enigmatica, complessa.
Il rito del passaggio è l’essere partecipe al fare accadere, lo stesso destino di stupore, di gioco, d’esperienze del proprio pensiero, in quella dimensione tale da registrarne l’inquietudine. Registrarne lo spirito, inciderne la lastra di luce dell’abisso più profondo.
“Luce” che nel bianco sù tela Fontana ha impresso una vibrazione, un sigillo, un continuo conversare con le regioni in-esplorabili del suo linguaggio, che con REDINK compone un suo dizionario magico.
Nel tempo della moltiplicazione e frantumazione delle immagini, il video “T.V.B. 409” una Barbie nel suo essere icona, custodisce l’intimità del proprio limite al centro di un gira-dischi. Ruotando su stessa con un seducente senso della provvisorietà, con un cenno invitante alla discrezione, si fa ingenua libellula, il cui fascino elegiaco, di fatto, ci appartiene.
Nel processo d’agnizione l’artista si definisce nelle dimamiche del gioco nel sorprendente legame con oggetti “delocati” fatti diventare “alimento per lo sguardo”. Fatti diventare ancora Jioko delle c’arte di ide-entità. Dove l’aspetto ludico è di crescita nel confronto comportamentale con lo spettatore che diventa anch’egli fruitore del suo mettersi in opera.
Deconflittualizzare le distanze per Fabrizio Fontana è l’arte di ri-creazione del momento reale. È una costante iniziazione alla conoscenza.
Mario Schiavone
A&A Art&Ars Gallery
via Orsini, 10 - Galatina (LE)
Ingresso libero