Famoso per le sue opere di natura socio-politica -incentrate particolarmente sul tema dei conflitti razziali- l'arte di Quinones e' stata essenzialmente una ricerca: molte delle sue opere attuali continuano a incarnare l'energia e il movimento che caratterizzavano i suoi primi lavori, ma sono approdate a uno stile piu' complesso.
Sabato 18 aprile 2009 alle ore 18, presso Galleria “Il Trifoglio Nero” a Genova, Piazza Matteotti 80 r, si inaugurerà la mostra personale di Lee Quinones “Truth & Consequences”. La mostra rimarrà aperta fino al 23 maggio 2009 dal martedì al sabato dalle ore 14,30 alle ore 19,30. Ingresso libero.
Prima della mostra, giovedì 16 aprile 2009, alle ore 13,30, presso Aula 2, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso Andrea Podestà 2, a Genova, nell’ambito dei corsi di “Sociologia dell’educazione” e “Sociologia delle migrazioni”, si terrà l’incontro con Lee Quinones “Arte, strada, culture meticce” in cui Lee, fondatore del movimento “writer”, incontrerà gli studenti del’università e gli interessati portando il suo contributo e il racconto dell’atmosfera della realtà di strada dove nacque il movimento dei writer a new York negli anni ’70.
Lee Quinones è uno dei fondatori negli anni ’70, citato nella storia del movimento, della cultura metropolitana dei “writer”.
Nato a Porto Rico nel 1960 e cresciuto a New York, è considerato uno dei massimi esponenti della street art newyorkese degli anni Settanta. Insieme a Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, è stato uno dei primi “writer” ad imporre alla cultura dominante i graffiti murali come nuova forma d’arte.
Nei primi anni Settanta Lee dipinge il suo primo vagone della metropolitana di New York, diventando subito una leggenda, tanto che già nel 1975 molti vagoni portano la sua firma. Nel 1975 si unisce ai Fantastici 5, un gruppo di street-artists con cui porta a termine la sua opera principale: un intero treno completamente ricoperto di graffiti che intraprenderà il suo primo viaggio mitico nel 1976.
Lee non si dedica esclusivamente a dipingere vagoni della metropolitana ma inizia a dedicarsi alla composizione di vere e proprie tele-murales, integrando la tecnica dello spray tipica dei graffiti con gli strumenti più tradizionali dei colori acrilici. L’esposizione del 1979 alla Galleria Medusa di Claudio Bruni a Roma lo consacrerà artista di fama internazionale, introducendo per la prima volta la street art nel mondo dell’arte ufficiale.
“Queste persone considerano l’esperienza dei graffiti come una vocazione adolescenziale, un rito di passaggio privo di una direzione” ha detto l’artista “la mia vocazione artistica è stata quella di fare arte al di fuori di ogni riferimento alla storia dell’arte, perché quello che stava accadendo era già storia dell’arte nel suo farsi. Un vero movimento artistico non segue mai un copione, piuttosto lo stravolge inventando se stesso in ogni momento”.
“Lee Quinones si è poi liberato dai limiti dello stile tradizionale dei ‘graffiti’ – anche se è lui, in realtà, l’origine e l’innovatore di tanti di questi stili. I suoi interessi principali adesso sono gli stessi di qualunque altro artista di questo secolo.” (Dave Greenberg).
Nel 1982 Quinones interpreta il ruolo di Raymond Zoro nel film Wild Style di Charlie Ahearn, film culto sulla cultura underground newyorkese, nonché primo documento sulla nascita del movimento hip-hop. Successivamente compare nel video di Blondie per la canzone Rapture e interpreta se stesso in Bomb the System (2002) di Adam Bhala Lough.
Famoso per le sue opere dalla natura provocatoriamente socio-politica – incentrate particolarmente sul tema dei conflitti razziali – l’arte di Quinones è stata essenzialmente una ricerca: molte delle sue opere attuali continuano a incarnare l’energia e il movimento che caratterizzavano i suoi primi lavori ma sono approdate a uno stile più complesso. Nel 1999 si dedica alla creazione dell’opera “Securing the Requiem”, un murales che ricopre l’intera facciata di un palazzo, raffigurante cinque storie sulla presenza fisica e spirituale degli americani in Vietnam.
Attualmente le sue opere appartengono alla collezione permanente del MOMA e Whitney Museum of American Art a New York, del Groningen Museum in Olanda, e del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam. Ha esposto inoltre al New Museum for Contemporary Art di New York, a PS1 a New York, a Documenta #7 a Kassel, al Museum of National Monuments di Parigi e al Staatliche Museum in Germania, e con le gallerie Barbara Gladstone e Sidney Janis a New York, Rudolph Zwirner a Cologne e al Lisson Gallery di Londra.
Catalogo : Il Trifoglio Nero – Testi Sacha Jenkins, Dave Greenberg, Fred Brathwaite.
Inaugurazione 18 aprile 2009 alle 18
Galleria Il Trifoglio Nero
Piazza Matteotti 80r, Genova
Orari d’apertura : Mart-Sab 14.30 – 19.30
ingresso libero