Installazioni. L'artista presenta una selezione di opere pittoriche all'interno di un'antica filanda del 1826.
Paola Leone Morettini espone nella Piccola Manchester della Valpadana
Il luogo della storia che testimonia il passato del lavoro delle donne accoglie il futuro, con l'augurio dell'arte di una donna a quarant’anni di attività.
La mostra, allestita presso la Filanda Jacini - Salone Voghera a Casalbuttano ed Uniti, ricostruisce il percorso creativo di Paola Leone Morettini.
Le sue prime esperienze creative, dalla meta degli anni sessanta, colpiscono subito per l'uso passionale di colori intensi, accostati in modo ardito all'interno di immagini intense e carnali. Dieci anni dopo, Paola si avvicina alla xilografia: (una tecnica che risale all’antico Giappone di incisioni su legno di bosso). Grazie all'apprendimento di questa tecnica, il suo lavoro artistico si fa più lieve, mentre i suoi colori, da scuri se non cupi, diventano più solari.
La ricerca artistica di Paola Leone Morettini continua, così come i suoi studi: nella prima metà degli anni ottanta, le sue tele si fanno più grandi, i colori sempre più intensi. Il genere da lei prediletto è sempre il figurativo e le sue mostre cominciano a farla conoscere anche all'estero. Ma intanto, matura nell'artista una nuova sensibilità, una tensione spirituale che da allora in poi non verrà mai meno, ed anzi darà nuova linfa e nuovo vigore alla creatività di Paola Leone Morettini. E mentre continua anche la passione per i colori intensi, ecco che la riflessione porta l'artista ad andare oltre il figurativo per sublimare il suo messaggio, in un gesto artistico che scaturisce direttamente dal cuore e dalla vita. Comincia così, nella seconda metà degli anni ottanta, il periodo astratto ed informale della produzione artistica di Paola: via i colori definiti, via le cornici, le tele diventano teatro di un continuo conflitto tra spirito e materia. Questo conflitto si traduce in una ricerca sempre più appassionata e lacerante di un significato da dare alla pittura e all'arte tutta: Paola seziona, scarnisce il colore, incidendolo con lunghi segni neri su carte di ogni dimensione. Segni decisi, che con la loro energia indicano una sola direzione, quella verso la quale tutti andremo. Negli anni novanta i temi ricorrente sono la spiritualità e l'estetismo: carte, tele, e tavole vivono dei colori e della dedizione creativa di un'artista che, sempre più, sente la sua arte come un dono del suo spirito.
Le forme, i colori si fanno via via più misurati ed essenziali, espressioni cariche di energia e pathos. Quarant'anni di vita e di ricerca di un'artista-donna e una donna-artista, nella cornice di un luogo storico che ha segnato la vita di centinaia, migliaia di donne del nostro territorio, fino ad un secolo fa. La mostra, infatti, è allestita nel Salone Voghera della Filanda Jacini, un vero e proprio monumento di archeologia industriale: la più antica (fu fondata nel 1826) e più grande delle filande di Casalbuttano ed una delle principali della provincia di Cremona, quando Casalbuttano era conosciuto come la Piccola Manchester della Valpadana. La vita, a quei tempi, ruotava intorno alle filande, dove oltre un migliaio le donne (solo a Casalbuttano, nelle sette filande del paese), lavoravano duramente per trasformare i bozzoli in matasse di preziosa seta.
La mostra si inaugura Sabato 25 aprile 2009
Nel salone Voghera della Filanda Jacini a Casalbuttano (CR)
dalle ore 16.00 in poi
Filanda Jacini
Casalbuttano (CR)
Orari di apertura:
Domenica 26 aprile ore 10.00-12.30 e 16.00-19.00
Sabato 2 maggio ore 16.00-20.00
Domenica 3 maggio ore 16.00-19.00
Sabato 9 maggio dalle ore 16.00-20.00
Domenica 10 maggio dalle ore 16.00-19.00.