Nella serie Jets l'artista esplora con la lente della sua macchina fotografica le qualita' tattili e morfologiche della superficie di velivoli dimessi. Egli riporta sul piano rettangolare della fotografia linee e aree di colore, riverberi e assorbimenti di luce, come se componesse un dipinto con l'ausilio della sezione aurea.
Nella serie Jets Thomas Florschuetz esplora con la lente della sua
macchina fotografica le qualità tattili e morfologiche della
superficie di velivoli dimessi. Egli riporta sul piano rettangolare
della fotografia linee e aree di colore, riverberi e assorbimenti di
luce, come se componesse un dipinto con l’ausilio della sezione aurea.
Tanto che le sue immagini acquistano un’evidente qualità fotografica,
una volta superata la prima impressione di trovarsi di fronte a
fotografie di quadri, solo nel momento in cui appaiono stampate in
grandi dimensioni su carta lucida e montate sotto una lastra di
plexiglas. Il procedimento di realizzazione dell’opera si concentra
sull’ingrandimento dei particolari e sulla replica dei soggetti da
punti di vista leggermente diversi, così che i jet assumono una
qualità astratta.
Gli aerei non vengono infatti mai mostrati
interamente, ma piuttosto estrapolati dalla loro monumentalità
originaria e posti come elementi visivi non descrittivi. A ragione, si
può quindi dire che la lettura dell’artista è inserita
nell’immediatezza dell’atto del vedere che per lui si trasforma in un
processo vitale.
Come un miraggio nel deserto dell’Arizona, migliaia di aerei da uso
civile e militare, satelliti e missili a testata appaiono allineati
vicino a Tucson in file ordinate raccolte in immensi raggruppamenti
che formano uno dei più importanti epicentri dell’aviazione mondiale.
Luogo di attrazione turistica che testimonia un'era tecnocratica dal
lustro ormai consunto, l’arsenale in disuso si è qui trasformato in
una zona più simile a un cimitero paleontologico, dove le fatali
macchine da guerra escono dalla storia ed entrano nel parco tematico.
Come tutte le vestigia culturali offerte al turismo di massa, una
volta persa la loro funzione originaria i jet si trasformano in
simulacri del passato e diventano ricettacoli ideali per la creazione
di altri racconti. Mettendo in rilievo i segni del declino del tempo
quali le abrasioni e la patina Jets critica la corsa alla supremazia
tecnologica.
Thomas Florschuetz nasce a Zwickau, Sassonia, nel 1957. Dal 1982
risiede a Berlino. Mostre personali (selezione): BALTIC Centre for
Contemporary Art, Gateshead (2004) e Hamburger Bahnhof, Berlino (2001–
02). Mostre di gruppo (selezione): ZKM, Karlsruhe; Akademie der
Künste, Berlino (2000); MoMA, New York (1989-90, 1993 e 1998); Martin-
Gropius-Bau, Berlino (1997); Frankfurter Kunstverein, Francoforte sul
Meno; Tate Gallery, Liverpool (1993); MoMA, San Francisco (1990).
Inaugurazione 8 maggio alle 19
Galleria Enrico Astuni
Via Iacopo Barozzi, 3 Bologna
orari di apertura dal martedi al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
domenica e lunedi su appuntamento
ingresso libero