Una selezione delle foto scattate da Gennaro Matacena durante i suoi viaggi: scene domestiche ed eventi mondani, paesaggi, incontri sportivi, voli di biplani e mongolfiere, treni, stazioni, binari ed imbarcazioni, che restituiscono l'immagine di un tempo lontano.
a cura di Walter Guadagnini e Bruno Matacena
Mercoledì 6 maggio alle 19.30 inaugura a Trip la mostra dell’Archivio
Fotografico Matacena intitolata e dedicata a “Gennaro Matacena borghese
fotografo” a cura di Walter Guadagnini e Bruno Matacena, visitabile fino
al 16 luglio.
Bruno è il pronipote di Gennaro e la mostra a Trip è una selezione delle
foto più significative scattate dal bisnonno in Italia e durante i suoi
viaggi: scene domestiche ed eventi mondani, paesaggi, incontri sportivi,
voli di biplani e mongolfiere, treni, stazioni, binari ed imbarcazioni, che
restituiscono l’immagine di un tempo lontano. A scegliere la rosa di scatti
da presentare al pubblico lo stesso Bruno Matacena insieme anche a Mimmo
Iodice, al professor Walter Guadagnini e ai Rendano.
Un enorme lavoro di inventario e catalogazione quello della famiglia
Matacena su frammenti di vita che risalgono agli inizi del 1900. Gennaro
Matacena, nato ad Aversa nel 1873, è vissuto a cavallo fra il XIX e il XX
secolo e, all’età di 26 anni, acquistò la sua prima macchina fotografica. Da
quel momento, per più di trent’ anni, registrò numerosi eventi della propria
vita, e di quanto lo circondava, scattando appunto quasi millecinquecento
fotografie, delle quali più di milletrecento si sono conservate in ottimo
stato fino a oggi.
Il quaderno del bisnonno riporta precisamente i titoli di ben 1469 scatti.
Di questi si conservano circa 1340 negativi (o coppie), l'ultimo dei quali è
numerato appunto 1469, gli altri 130 sono andati perduti, almeno in parte.
“Gennaro Matacena non partecipa a concorsi, non si iscrive alla famosa e
importante Società fotografica di Firenze, e non esercita la fotografia se
non per suo unico e privatissimo piacere. E’ come se la fotografia per lui
rappresentasse soltanto un “occhio privato” per scoprire e verificare certe
realtà. […]. Come sintetizza Wladimiro Settimelli nel suo saggio Gennaro
Matacena. Un taxiphote inizio secolo (Napoli, 1980).
Interessante è l’utilizzo che Gennaro fa del taxiphote, un proiettore, una
specie di scatola di legno simile a una vecchia macchina fotografica con due
obiettivi, uno per ciascun occhio, che di fatto sono lenti d’ingrandimento
regolabili che servono ad osservare le piccole lastre illuminate. L’immagine,
vista ingrandita e “sdoppiata” per ciascun occhio, acquista
tridimensionalità. Si tratta delle immagini stereoscopiche: foto
scattate con due obiettivi a distanza focale simile a quella umana, e quindi
“sdoppiate” come accadrebbe nella visione bioculare. In altre parole, ogni
scatto ha due versioni, corrispondenti all’obiettivo destro e sinistro, cioè
grosso modo all’occhio destro e sinistro del fotografo (e di chi osserva l’
immagine nel taxiphote). Questa particolarità tecnica fa sì che di una
singola foto esistano due “versioni” la cui differenza risulta minima nel
caso di panorami o soggetti lontani, ma diventa più rilevante nel caso in
cui i soggetti siano ravvicinati.
“Ho realizzato uno schedario cartaceo di tutte le foto, recuperando i titoli
e le poche date scritte a suo tempo dal “nonno”, e a questo dovrebbe seguire
a breve un inventario informatico. Il secondo passo, particolarmente
laborioso era costituito dalla scansione in alta risoluzione di tutti i
negativi superstiti. In questa fase abbiamo visto per la prima volta molte
immagini, poiché esse erano sbiadite nella stampa “a contatto” realizzata
trent' anni fa. Le scansioni sono state infine “rifilate” e leggermente
“ripulite” al computer”. (Bruno Matacena)
Successivamente alla mostra, oltre all' auspicato inventario informatico, i
discendenti del fotografo vorrebbero restaurare i negativi, per consentirne
ancora a lungo la conservazione, e anche per ammirare più nitidamente le
fotografie.
inaugurazione 6 maggio 2009 alle ore 19.30
Trip
via Giuseppe Martucci, 64 - Napoli
Orari: mercoledì e giovedì dalle 12 alle 21.
Ingresso libero