La galleria inaugura l'attivita' con un progetto a cura di Luca Francesconi, con opere di Merlin James ed Emmanuelle Laine'. "Alla base della mostra vi e' l'idea di trasmissione del calore. Double Hunchback e' un personaggio immaginario, dietro il quale si cela un'identita' costretta ad una vita scomoda e disfunzionale. Due gobbe che generano una doppia visione: l'esasperazione del personaggio, che sconfina in qualcosa di barocco e carnascialesco; o in maniera speculare, l'annullamento dello stesso, causato da queste incongruita'.
a cura di Luca Francesconi
All'inizio degli anni '80 l'artista franco-indiano Peter Nagy, fondatore della galleria Nature Morte, sottolineava l'importanza di considerare ogni identità espositiva come un progetto d'artista: "a gallery is an artist project" (1).
All'origine di Fluxia c'è la consapevolezza che il sistema dell'arte sia già ampiamente in fase di ridefinizione. La crisi economica scoppiata ufficialmente nel Settembre scorso è solo un simbolo della mancanza di sostenibilità del modello sinora adottato.
Una cosa non troppo differente è accaduta nell'arte contemporanea: per tutti gli anni Novanta e Duemila, fra galleria e museo vi è stata una dialettica spesso per nulla subordinata e molte realtà "profit" hanno aperto più sedi con spazi molto imponenti dichiarando la galleria come luogo istituzionalizzante.
Fluxia sostiene invece un punto di vista antimuseale e completamente progettuale. La galleria, diretta da Angelica Bazzana, vede come fondamentale il coinvolgimento degli artisti nei processi espositivi e decisionali della propria attività, è sostenuta da figure differenti e non esclude in un futuro prossimo di trasformare la propria forma giuridica in una vera e propria cooperativa.
Per questo si è ritenuto fondamentale far nascere parallelamente il magazine Kallat - vera e propria rivista della galleria - il quale sarà edito nelle prossime settimane e verrà prodotto e stampato interamente all'interno della struttura di via Ciro Menotti 9. Con Kallat, Fluxia intende sottolineare la propria distanza all' idea tradizionale di catalogo, vedendo in questo magazine ad edizione limitata un'espansione speculativa delle proprie attività. La direzione della rivista per il primo anno è affidata allo stesso Luca Francesconi e via via sarà di competenza di uno degli artisti che collaboreranno stabilmente con Fluxia.
(1) Nicolas A. Moufarrege, “The Year After,” Flash Art, Summer 1984, pp. 51-55.
Alla base di questa mostra vi è l' idea di trasmissione del calore. Calore come forza umana e come energia. Calore come oggetto, e anche come luogo.
Double Hunchback è un personaggio immaginario, dietro il quale si cela un'identità costretta ad una vita scomoda e disfunzionale. Due gobbe che generano una doppia visione: l’esasperazione del personaggio, che sconfina in qualcosa di barocco e carnascialesco; o in maniera speculare, l’annullamento dello stesso, causato da queste due incongruità.
Qualcosa di cupo e anti-moderno, proprio per questo estremamente attuale in un momento storico dove tutte le certezze acquisite vengono meno, alle prese con una crisi economica strutturalmente diversa da tutte le precedenti: l'offerta non è più adeguata alla domanda.
Doppio gobbo è il tentativo di creare un personaggio - un personaggio del futuro (un gobbo del futuro) - per descrivere, tramite il lavoro di artisti di generazioni diverse, la situazione che si è venuta a creare nella società occidentale - la mancanza di sostenibilità e l’incapacità di “fare cose pratiche”.
La dimensione esistenziale che ne consegue è difficoltosa ed incerta, all'esatto opposto di ciò che avveniva negli anni '50 e '60 nell’Italia del boom economico - quando lo scrittore Luciano Bianciardi, nel suo celebre romanzo La vita agra, parlava di “alibi di progresso”. Questa mostra, con una punta di ambizione, vorrebbe parlare di ”alibi di recesso”.
Merlin James, muove la ricerca in due versanti sostanziali, il primo legato alla materia: nelle sue opere - tele grezze cucite o bucate - la superficie è parte integrante del significato e della sensazione di approssimazione che l'artista vuole comunicare. Il tratto è quasi non figurativo, si può dire che l'artista britannico dipinga per “sporcature”.
Il secondo riguarda le tematiche umili e rurali. Paesaggi marittimi di arcaica memoria sono “costruiti” dal colore e dall'assembramento che l'occhio dello spettatore organizza all'interno della tela, proprio come il sistema divisionista e “depisisiano” tra l'ultima parte dell' 800 ed il 1930. Le cromie che James utilizza vengono prodotte con materiali originari ed evocativi di sostanze prime e basilari.
Anche la pelle, ed il cuoio in particolare, sono materiali legati ad un immaginario rustico, molto suscettibile al calore. Lavorare pellame, cucire, tagliare sono gesti forti, impongono operazioni su una cosa che un tempo è stata animata, ed in qualche maniera la sua reattività mantiene in potenza quello spirito vitale che un tempo fu dell’ animale. Il cuoio è un materiale rude e coriaceo, ma che tornando a contatto con il calore diventa gentile, morbido e plasmabile.
Emmanuelle Lainé, lavora con molti tipi di pelle creando sculture in cui il materiale è un mezzo estetico, un ausilio per la superficie delle cose. Adopera per esempio l'alcantara, una pelle morbida come il velluto, così come il cuoio grezzo, di solito utilizzato per i guantoni da baseball. Nel suo operare, Lainé ha un’elevatissima attenzione tecnica e il rimando estetico a qualcosa di noto è sempre presente nelle sue sculture, ma senza mai concedere all'osservatore di scorgervi qualcosa di preciso – sempre fermandosi, nell’inconscio, un momento prima di essere riconosciute.
Inaugurazione lunedì 25 Maggio 2009, ore 18.00
Segue dalle ore 21 /// Double Hunchback party
dinner party su invito
dj set Marco Klefisch
c/o Polpetta DOC
Via Eustachi , 8 Milano
Fluxia
Via Ciro Menotti, 9 - Milano
Orari: martedì - sabato dalle 14.30 alle 19.00 e su appuntamento
Ingresso libero