CRAA - Centro Ricerca Arte Attuale - Villa Giulia
Verbania
corso Zanitello, 8
0323 503249
WEB
Flower power
dal 23/5/2009 al 10/10/2009
merc-ven 15-22 sab e dom 11 - 22

Segnalato da

Giuseppe Galimi



approfondimenti

Abetz & Drescher
Heather & Ivan Morison
Scoli Acosta
Pierre Alechinsky
Guido Anderloni
Chiho Aoshima
Nobuyoshi Araki
Stefano Arienti
Donald Baechler
Enrico Baj
Giacomo Balla
Baya
Bill Beckley
Andrea Belvedere
Joseph Beuys
Richard Billingham
Ross Bleckner
Karl Blossfeldt
Enrica Borghi
Bernie Boston
Louise Bourgeois
Laetitia Bourget
Abrahm Brueghel
Letizia Cariello
Felice Casorati
Miguel Chevalier
Mat Collishaw
Fabrizio Corneli
Johan Creten
Gregory Crewdson
Andrew Dadson
Baldassarre De Caro
Giorgio de Chirico
Nicola De Maria
Filippo De Pisis
Marco Del Re
Wim Delvoye
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Nathalie Djurberg
Emmanuelle Dupont
Massimo D'Azeglio
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Andrea Busto



 
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23/5/2009

Flower power

CRAA - Centro Ricerca Arte Attuale - Villa Giulia, Verbania

La mostra, divisa in 7 sezioni, esamina le molteplici rappresentazioni 'dell'oggetto fiore' attraverso un excursus tematico, stilistico e simbolico che comprende oltre cinque secoli di arte italiana e internazionale e oltre 160 opere di artisti dall'epoca barocca ai nostri giorni. I differenti capitoli tendono a raggruppare per temi e rappresentazioni l'uso simbolico del fiore che, attraverso la nostra cultura, e' stato messaggero ed espressione di grazia, fascino e seduzione.


comunicato stampa

Mostra e catalogo a cura di Andrea Busto

La mostra, divisa in 7 sezioni, esamina le molteplici rappresentazioni "dell'oggetto fiore" attraverso un excursus tematico, stilistico e simbolico che comprende oltre cinque secoli di arte italiana e internazionale e oltre 160 opere di artisti dall'epoca barocca ai nostri giorni. I differenti capitoli dell'esposizione e del catalogo tendono a raggruppare per temi e rappresentazioni l'uso simbolico del fiore che, attraverso la nostra cultura, e' stato messaggero ed espressione di grazia, fascino e seduzione.

1. Flower Power

La prima sezione della mostra è dedicata al tema del fiore come simbolo di pace e di trasformazione sociale.
Il punto di partenza è la fotografia di Bernie Boston, scattata a Washington nel 1967 dal titolo “Flower power”, che ci restituisce l’immagine dei giovani ragazzi americani che introducono, per protesta verso la guerra in Vietnam, dei fiori nei fucili dei militari schierati a difesa del Pentagono. L’uso della non violenza come tema ricorrente negli slogan politici degli anni Settanta e la loro rappresentazione “floreale” determina in tutti i campi una rivoluzione politica ed estetica. La moda e il design in quegli anni cambiano radicalmente, le forme epurate degli anni Sessanta vengono contaminate da forme fitomorfe, desunte dalle parti floreali come pistilli e petali e i colori si fanno accesi, sfolgoranti, squillanti provocando nella gente una percezione di libertà e di allegria. La libertà sessuale transita anch’essa attraverso questo movimento che esprime nell’uso delle droghe e nella musica rock un tutt’uno tra stile di vita, filosofia politica e rivoluzione dei costumi.
L’incontro con le religioni orientali, la pratica di uno stile di vita vissuto in comunità autogestite e autoreferenzianti, l’idea di famiglia allargata come gruppo in cui l’idea di proprietà viene rielaborata in termini confusi tra cristianesimo francescano e povertà buddista portando la filosofia del movimento Flower Power verso un’idea di natura in cui, come in una grande madre cosmica, ci si annulla e si compartecipa al grande mistero del cosmo.
Il fiore, e in particolar modo il fiore di loto, assurge a questa simbologia in cui, oltre a rappresentare i vari stadi vegetativi, prende forza e vitalità dall’acqua (grande madre di tutti i mondi) e dalla bellezza, cura e lenimento delle paure e delle angosce che si obnubilano nell’oblio di chiara matrice indoeuropea, (l’archetipo è nelle figure dei Lotofagi omerici). In questa sezione gli artisti invitati rappresentano con le loro opere il punto di contatto fra presa di coscienza della propria libertà, della loro posizione politica e dell’idea filosofica che hanno dell’esistenza umana.

2. La vita silente 1 e 2

Le composizioni floreali, inventate nell’ultimo quarto del XVI secolo come rappresentazione a se stante – da Caravaggio in Italia e dai fiamminghi nei Paesi Bassi – ebbero un immenso successo di pubblico. I collezionisti dell’epoca richiesero sempre più le composizioni pittoriche con oggetti della quotidianità, della fauna e della flora debitamente accostati a formare composizioni decorative o rappresentazioni simboliche del cosmo, della mitologia o più semplicemente della natura e della vita di ogni giorno.
I collezionisti dell’epoca acquistarono nuclei precisi, determinati dalla singolarità di un unico tema, e gli artisti di conseguenza si specializzarono in tali tematiche.
L’importanza inoltre che ebbero alcune specie di fiori – quali il tulipano in Olanda – accrebbero il desiderio di rappresentazione dei fiori anche in pittura come tema specifico divenendo veri e propri oggetti di “culto”.
Le rappresentazioni delle composizioni floreali, semplici o arcimboldesche che fossero, determinarono una vera e propria mania dell’uso del fiore nelle decorazioni più disparate, dai mobili, agli oggetti, agli abiti. Inoltre, la natura morta, ben rappresenta lo stato d’animo del suo autore e del gusto di un’epoca per stile, forma ed estetica.
In questa sezione vengono esposte alcune fra le innumerevoli opere esistenti che rappresentano l’evolversi del gusto per la natura morta dei fiori dal quadro barocco alla scultura contemporanea.

3. Eros e tanathos. Mitologie

L’erotismo, la sessualità, la passione, la vita e di conseguenza la morte hanno trovato nella bellezza del fiore una costante specularità di rappresentazione. Da Ovidio a Proust i più illustri scrittori hanno traslato il fascino, la sensualità e il desiderio umano dal corpo al fiore. I miti di Narciso e di Giacinto rappresentano il desiderio profondo dell’uomo e della sua sessualità che nel fiore ritrovano il perpetrarsi della loro esistenza dopo la morte. Ovidio nelle metamorfosi racconta la storia del bellissimo Narciso che per conoscenza di se stesso, forse più che per amore per se stesso, non esita a trovare la morte e l’espiazione nel sacrificio del proprio corpo a favore del proprio spirito. Per Giacinto invece è la cieca gelosia di Zefiro che ne determina la trasformazione da essere semi-divino a fiore simbolo di una passione dominante e totalizzante. Un amore nascosto e sofferto assume spesso il nome di un fiore, per il Barone di Charlus nella Recherche di Proust l’amore fisico per la bella e volgare Odette de Crecy veniva sussurrato attraverso una frase simbolo: “Far Cattleya” che, come per le camelie di Violetta Valery – la Traviata di Verdi – veniva utilizzata per comunicare la propria disponibilità all’atto sessuale.
Il nome di un fiore può essere al tempo stesso dolore del ricordo e invocazione come per il Non-ti-scordar-di-me. E così altri fiori prendono il proprio nome da caratteriste peculiari come quella di seguire l’evoluzione del nostro astro celeste (i Girasoli), altri indicano un colore (le Viole e i Lillà), altri esprimono sentimenti o condizioni temporali (la Sensitiva o la Belladinotte). Uomini che diventano fiori, fiori che si umanizzano attraverso un gioco di specchi e riflessi dove il sottile confine delle cose si perde nel vasto mondo dei desideri che diventano realtà.

4. Erbari

Gli erbari nascono nel medioevo con le prime eseperienze farmaceutiche di medicina officinale nei conventi dei monaci e nelle prime farmacie galeniche, luoghi sospesi tra esoreismo, scienza e alchimia. Il fiore in se con le sue qualità terapeutiche e la sua bellezza viene ricercato, coltivato e studiato. Gli erbari sono i primi documenti di una scienza desunta dall’osservazione e dallo studio della natura.
Gli elementi naturali vengono raccolti, essiccati e ordinati in tavole che riassumono l’esame diretto delle cose, il nascere del laboratorio scientifico e dei suoi documenti. Gli artisti hanno spesso preso a prestito questo vocabolario per trasporlo in pittura o in fotografia realizzando opere non interpretative, ma tavole oggettive della realtà naturale. I fiori nella loro pura semplicità esprimono per gli artisti esposti in questa sezione essenzialità, minimalismo e purezza in bilico tra scienza e forma pura nello spazio.
La “complessa semplicità” della natura floreale – e la sua fragilità – esprime ossimori archetipici in cui concetti come forza e fragilità, bellezza e scientismo convivono contemporaneamente e armonicamente.

5. Mutazioni genetiche

La personalizzazione della natura ha da sempre affascinato l’uomo e fin dal Rinascimento la “fusione” tra umano e naturale si è espressa in forme ibride e fantastiche.
La fantasia dell’uomo ha sopperito alle scarse conoscenze scientifiche attraverso invenzioni e irrazionalismi come nel caso della radice del ginseng che, a causa della sua conformazione antropomorfa, dava vita a credenze magiche e provocava una serie di congetture sulla provenienza celeste di questa pianta. La noce di cocco delle Seychelles, nella sua differenziazione tra pianta maschile e femminile, provocava stupore fino a farne, per i surrealisti, un oggetto di culto e collezione.
Ora, con la scoperta delle mutazioni transgenetiche, il mondo floreale prefigurato dagli artisti delle avanguardie del ‘900 o in opere come La piccola bottega degli orrori o ancora come nella fiaba Il fagiolo magico, il modo dei fiori si fa abnorme e orrido, il bello e il gradevole lasciano posto al mostruoso e al deforme in cui fiori e piante prevaricano l’uomo e lo rimpiccioliscono come un lillipuziano al cospetto di Gulliver, trasformandosi in elementi innaturali composti da materie plastiche e polimeri.

6. Verso l’astrazione

Il punto di partenza è il giardino di Monet a Giverny e il lento ma altrettanto inesorabile declino della natura nella sua scomposizione ottica in particelle pittoriche. Le ninfee e il loro rifleso sull'acqua di stagni immobili o l'incresparsi della superficie liquida di acquitrini che rifrangono la luce solare portano la pittura, e tutto ciò che concettualmente sta dietro a essa, a formare campiture cromatiche e spazi pittorici sempre più indistinti, al limite dell’incomprensibile e dell’indefinito. La forma dei fiori risulta solo come spunto per macchie e cromie inclassificabili in cui il sentimento e la sensazione – definita “impressione” – determinano l’opera in tutta la sua espressività. Da Monet a Twombly e dalla fotografia di Pierson fino a Schiess il mondo dei fiori partecipa a decostruire lo spazio e il tempo, sospendendo l’opera e l’immagine in un luogo atemporale e indefinito.

7. Geometrie, decorazioni, pop

Dalle composizioni scientifiche degli erbari scaturiscono fortemente le classificazioni, che per schematismo e rigore, portano alla ricostruzione geometrica e formale del fiore.
Un mondo razionalista, contrapposto a quello irrazionale naturale, viene a formarsi fin dai tempi della Grecia classica antica. La forma della colonna e del suo fusto desunto dalla forma dell’albero, porta a realizzare decorazioni fitomorfe che, per semplificazione, vengono minimalizzate e geometrizzate. Una foglia di palma, una d’acanto, quella di papiro per gli egizi, determinano l’elaborazione stilistica della decorazione dei capitelli e altre foglie e altri elementi portano alle produzioni di ornamenti per l’architettura.
Il mondo dei fiori, stilizzato attraverso l’arte, porta a poco a poco a rielaborare stili e pattern, i tessuti, l’architettura, il design urbano e si riappropriano di elementi decorativi del passato e declinano l’elemento fiore in forme in bilico tra realtà e geometria.

Artisti

Abetz & Drescher, Heather & Ivan Morison, Scoli Acosta, Pilar Albarracín, Pierre Alechinsky, Guido Anderloni, Chiho Aoshima, Nobuyoshi Araki, Stefano Arienti, Donald Baechler, Enrico Baj, Giacomo Balla, Baya, Bill Beckley, Andrea Belvedere, Joseph Beuys, Richard Billingham, Ross Bleckner, Karl Blossfeldt, Enrica Borghi, Bernie Boston, Louise Bourgeois, Laetitia Bourget, Abrahm Brueghel, Ste'phane Calais, Letizia Cariello, Felice Casorati, Miguel Chevalier, Mat Collishaw, Fabrizio Corneli, Johan Creten, Gregory Crewdson, Giuliana Cune'az, Andrew Dadson, Baldassarre De Caro, Giorgio de Chirico, Nicola De Maria, Filippo De Pisis, Marco Del Re, Wim Delvoye, Fortunato Depero, Rä di Martino, Nathalie Djurberg, Emmanuelle Dupont, Massimo D'Azeglio, Keith Edmier, Walker Evans, Hans-Peter Feldmann, Thierry Feuz, Ettore Fico, Franco Fontana, Lucio Fontana, Pia Fries, Francesca Gabbiani, Franco Garelli, Mark Garry, Domenico Gatti, Dominique Gauthier, Romano Gazzera, Gelitin, Ori Gersht, Andy Goldsworthy, Trevor Gould, Rolf Graf, Dianne Hagen, Richard Hamilton, Florence Henri, Guillaume Janot, Sarah Jones, kim Joon, Ma Jun, Markus Karstiess, Alex Katz, Ellsworth Kelly, Jiri Kovanda, Filippo La Vaccara, Marie-Jo Lafontaine, Wolfgang Laib, Jacopo Ligozzi, Urs Lüthi, Alice Maher, Robert Mapplethorpe, Corinne Marchetti, Jose' Maria Sicilia, Piero Martina, Tony Matelli, Ana Mendieta, Luigi Miradori detto "Il Genovesino", Helen Mirra, Joan Mitchell, Tina Modotti, Aldo Mondino, Giorgio Morandi, Yasumasa Morimura, Paul Morrison, Jean-Luc Moule'ne, Ugo Mulas, Takashi Murakami, Paolo Mussat Sartor, Nils-Udo, Jacques Nimki, Pittore Nordico, Mario Nuzzi detto Mario De' Fiori, Enzo Obiso, Bruno Pelassy, Diego Perrone, Jack Pierson, Rob Pruitt, Chen Qiulin, Antonio Rasio, Tobias Rehberger, Luca Rento, Derek Rowleiei, David Salle, Salvo, Sam Samore, Tomas Saraceno, Adrian Schiess, Franck Scurti, Luigi Serralunga, Shirana Shahbazi, Kishin Shinoyama, Kiki Smith, Wieki Somers, Howard Sooley, Lorenz Spring, Christoph Steinmeyer, Jessica Stockholder, Kate Street, Christine Streuli, Bernardo Strozzi, Thomas Struth, Grazia Toderi, Arturo Tosi, Janaina Tschäpe, Cy Twombly, Luisa Valentini, Juan Van der Hamen y Leon, Ruud van Empel, Laura Viale, Guillaume Viaud, Andy Warhol, James Welling, Pae White, Sue Williams, Jeanine Woollard

Promossa da: Regione Piemonte
Comune di Verbania
Associazione Culturale Tai Onlus, Torino
Con il patrocinio di: Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
Con il contributo di: Banca del Piemonte

Organizzazione: Associazione Culturale Tai Onlus, Torino

Catalogo: Silvana Editoriale con testi di Anna Bondi, Andrea Busto, Roberto Carretta, Pierangelo Cavanna, Luca Morosi, Margherita Zalum Cardon

Segreteria organizzativa: Stefania Inverso, Luca Morosi

Informazioni, Ufficio del Turismo di Verbania prenotazioni e gruppi: tel. 0323. 503249

Ufficio stampa: Giuseppe Galimi
Tai – Turin Art International. Torino tel. +39 011 7640258 e-mail: info@taiagency.it

Inaugurazione domenica 24 maggio ore 11.00

CRAA - Centro Ricerca Arte Attuale - Villa Giulia
Corso Zanitello 8 - 28922 Verbania-Pallanza
Orari: da mercoledì a venerdì ore 15 - 22
sabato e domenica ore 11 - 22
Ingresso: intero 5 euro
ridotto 3 euro (dai 6 ai 14 anni, maggiori di 65 anni e gruppi oltre 10 persone)
gratuito Abbonamento Musei Torino Piemonte e residenti nel Comune di Verbania

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