Abetz & Drescher
Heather & Ivan Morison
Scoli Acosta
Pierre Alechinsky
Guido Anderloni
Chiho Aoshima
Nobuyoshi Araki
Stefano Arienti
Donald Baechler
Enrico Baj
Giacomo Balla
Baya
Bill Beckley
Andrea Belvedere
Joseph Beuys
Richard Billingham
Ross Bleckner
Karl Blossfeldt
Enrica Borghi
Bernie Boston
Louise Bourgeois
Laetitia Bourget
Abrahm Brueghel
Letizia Cariello
Felice Casorati
Miguel Chevalier
Mat Collishaw
Fabrizio Corneli
Johan Creten
Gregory Crewdson
Andrew Dadson
Baldassarre De Caro
Giorgio de Chirico
Nicola De Maria
Filippo De Pisis
Marco Del Re
Wim Delvoye
Fortunato Depero
Ra di Martino
Nathalie Djurberg
Emmanuelle Dupont
Massimo D'Azeglio
Keith Edmier
Walker Evans
Hans-Peter Feldmann
Thierry Feuz
Ettore Fico
Franco Fontana
Lucio Fontana
Pia Fries
Francesca Gabbiani
Franco Garelli
Mark Garry
Domenico Gatti
Dominique Gauthier
Romano Gazzera
Gelitin
Ori Gersht
Andy Goldsworthy
Trevor Gould
Rolf Graf
Dianne Hagen
Richard Hamilton
Florence Henri
Guillaume Janot
Sarah Jones
kim Joon
Ma Jun
Markus Karstiess
Alex Katz
Ellsworth Kelly
Jiri Kovanda
Filippo La Vaccara
Marie-Jo Lafontaine
Wolfgang Laib
Jacopo Ligozzi
Urs Luthi
Alice Maher
Robert Mapplethorpe
Corinne Marchetti
Jose' Maria Sicilia
Piero Martina
Tony Matelli
Ana Mendieta
Luigi Miradori detto Il Genovesino
Helen Mirra
Joan Mitchell
Tina Modotti
Aldo Mondino
Giorgio Morandi
Yasumasa Morimura
Paul Morrison
Jean-Luc Moulene
Ugo Mulas
Takashi Murakami
Paolo Mussat Sartor
Nils-Udo
Jacques Nimki
Pittore Nordico
Mario Nuzzi detto Mario De' Fiori
Enzo Obiso
Bruno Pelassy
Diego Perrone
Jack Pierson
Rob Pruitt
Chen Qiulin
Antonio Rasio
Tobias Rehberger
Luca Rento
Derek Rowleiei
David Salle
Salvo
Sam Samore
Tomas Saraceno
Adrian Schiess
Franck Scurti
Luigi Serralunga
Shirana Shahbazi
Kishin Shinoyama
Kiki Smith
Wieki Somers
Howard Sooley
Lorenz Spring
Christoph Steinmeyer
Jessica Stockholder
Kate Street
Christine Streuli
Bernardo Strozzi
Thomas Struth
Grazia Toderi
Arturo Tosi
Janaina Tschape
Cy Twombly
Luisa Valentini
Juan Van der Hamen y Leon
Ruud van Empel
Laura Viale
Guillaume Viaud
Andy Warhol
James Welling
Pae White
Sue Williams
Jeanine Woollard
Andrea Busto
La mostra, divisa in 7 sezioni, esamina le molteplici rappresentazioni 'dell'oggetto fiore' attraverso un excursus tematico, stilistico e simbolico che comprende oltre cinque secoli di arte italiana e internazionale e oltre 160 opere di artisti dall'epoca barocca ai nostri giorni. I differenti capitoli tendono a raggruppare per temi e rappresentazioni l'uso simbolico del fiore che, attraverso la nostra cultura, e' stato messaggero ed espressione di grazia, fascino e seduzione.
Mostra e catalogo a cura di Andrea Busto
La mostra, divisa in 7 sezioni, esamina le molteplici rappresentazioni "dell'oggetto fiore" attraverso un excursus tematico, stilistico e simbolico che comprende oltre cinque secoli di arte italiana e internazionale e oltre 160 opere di artisti dall'epoca barocca ai nostri giorni. I differenti capitoli dell'esposizione e del catalogo tendono a raggruppare per temi e rappresentazioni l'uso simbolico del fiore che, attraverso la nostra cultura, e' stato messaggero ed espressione di grazia, fascino e seduzione.
1. Flower Power
La prima sezione della mostra
è dedicata al tema del fiore
come simbolo di pace e di
trasformazione sociale.
Il punto di partenza è la fotografia
di Bernie Boston, scattata a
Washington nel 1967 dal titolo
“Flower power”, che ci restituisce
l’immagine dei giovani ragazzi
americani che introducono, per
protesta verso la guerra in Vietnam,
dei fiori nei fucili dei militari
schierati a difesa del Pentagono.
L’uso della non violenza come
tema ricorrente negli slogan
politici degli anni Settanta e la
loro rappresentazione “floreale”
determina in tutti i campi una
rivoluzione politica ed estetica.
La moda e il design in quegli
anni cambiano radicalmente, le
forme epurate degli anni Sessanta
vengono contaminate da forme
fitomorfe, desunte dalle parti
floreali come pistilli e petali e i
colori si fanno accesi, sfolgoranti,
squillanti provocando nella gente
una percezione di libertà e di
allegria. La libertà sessuale transita
anch’essa attraverso questo
movimento che esprime nell’uso
delle droghe e nella musica rock
un tutt’uno tra stile di vita, filosofia
politica e rivoluzione dei costumi.
L’incontro con le religioni orientali,
la pratica di uno stile di vita
vissuto in comunità autogestite e
autoreferenzianti, l’idea di famiglia
allargata come gruppo in cui l’idea
di proprietà viene rielaborata in
termini confusi tra cristianesimo
francescano e povertà buddista
portando la filosofia del movimento
Flower Power verso un’idea di
natura in cui, come in una grande
madre cosmica, ci si annulla e si
compartecipa al grande mistero
del cosmo.
Il fiore, e in particolar
modo il fiore di loto,
assurge a questa
simbologia in cui, oltre
a rappresentare i vari
stadi vegetativi, prende
forza e vitalità dall’acqua
(grande madre di tutti i
mondi) e dalla bellezza,
cura e lenimento delle
paure e delle angosce
che si obnubilano
nell’oblio di chiara
matrice indoeuropea,
(l’archetipo è nelle figure
dei Lotofagi omerici).
In questa sezione gli artisti
invitati rappresentano
con le loro opere il punto
di contatto fra presa di
coscienza della propria
libertà, della loro posizione
politica e dell’idea
filosofica che hanno
dell’esistenza umana.
2. La vita silente 1 e 2
Le composizioni floreali, inventate
nell’ultimo quarto del XVI secolo
come rappresentazione a se
stante – da Caravaggio in Italia
e dai fiamminghi nei Paesi Bassi
– ebbero un immenso successo
di pubblico. I collezionisti
dell’epoca richiesero sempre più le
composizioni pittoriche con oggetti
della quotidianità, della fauna e
della flora debitamente accostati
a formare composizioni decorative
o rappresentazioni simboliche
del cosmo, della mitologia o più
semplicemente della natura e della
vita di ogni giorno.
I collezionisti dell’epoca
acquistarono nuclei
precisi, determinati
dalla singolarità di
un unico tema, e gli
artisti di
conseguenza
si specializzarono
in tali tematiche.
L’importanza inoltre
che ebbero alcune
specie di fiori –
quali il tulipano in
Olanda – accrebbero
il desiderio di
rappresentazione dei
fiori anche in pittura
come tema specifico
divenendo veri e propri
oggetti di “culto”.
Le rappresentazioni
delle composizioni
floreali, semplici
o arcimboldesche
che fossero,
determinarono una vera e propria
mania dell’uso del fiore nelle
decorazioni più disparate, dai
mobili, agli oggetti, agli abiti.
Inoltre, la natura morta, ben
rappresenta lo stato d’animo del
suo autore e del gusto di un’epoca
per stile, forma ed estetica.
In questa sezione vengono esposte
alcune fra le innumerevoli opere
esistenti che rappresentano
l’evolversi del gusto per la natura
morta dei fiori dal quadro barocco
alla scultura contemporanea.
3. Eros e tanathos. Mitologie
L’erotismo, la sessualità, la
passione, la vita e di conseguenza
la morte hanno trovato nella
bellezza del fiore una costante
specularità di rappresentazione.
Da Ovidio a Proust i più illustri
scrittori hanno traslato il fascino,
la sensualità e il desiderio umano
dal corpo al fiore. I miti di Narciso
e di Giacinto rappresentano il
desiderio profondo dell’uomo e
della sua sessualità che nel fiore
ritrovano il perpetrarsi della loro
esistenza dopo la morte. Ovidio
nelle metamorfosi racconta la
storia del bellissimo Narciso che
per conoscenza di se stesso, forse
più che per amore per se stesso,
non esita a trovare la morte e
l’espiazione nel sacrificio del
proprio corpo a favore del proprio
spirito. Per Giacinto invece è la
cieca gelosia di Zefiro che ne
determina la trasformazione da
essere semi-divino a fiore simbolo
di una passione dominante e
totalizzante. Un amore nascosto e
sofferto assume spesso il nome di
un fiore, per il Barone di Charlus
nella Recherche di Proust l’amore
fisico per la bella e volgare
Odette de Crecy veniva sussurrato
attraverso una frase simbolo: “Far
Cattleya” che, come per le camelie
di Violetta Valery – la Traviata
di Verdi – veniva utilizzata per
comunicare la propria disponibilità
all’atto sessuale.
Il nome
di un fiore può
essere al
tempo stesso
dolore del
ricordo e
invocazione
come per il
Non-ti-scordar-di-me. E così altri
fiori prendono
il proprio nome
da caratteriste
peculiari come quella di seguire l’evoluzione del nostro astro celeste (i Girasoli), altri indicano
un colore (le Viole e i Lillà),
altri esprimono sentimenti o
condizioni temporali (la Sensitiva
o la Belladinotte). Uomini che
diventano fiori, fiori che si
umanizzano attraverso un gioco
di specchi e riflessi dove il sottile
confine delle cose si perde nel
vasto mondo dei desideri che
diventano realtà.
4. Erbari
Gli erbari nascono nel medioevo con le prime eseperienze farmaceutiche di medicina officinale nei conventi dei monaci e nelle prime farmacie galeniche, luoghi sospesi tra esoreismo, scienza e alchimia. Il fiore in se con le sue qualità terapeutiche e la sua
bellezza viene ricercato, coltivato
e studiato. Gli erbari sono i primi
documenti di una scienza desunta
dall’osservazione e dallo studio
della natura.
Gli elementi naturali vengono
raccolti, essiccati e ordinati in
tavole che riassumono l’esame
diretto delle cose, il nascere
del laboratorio scientifico e dei
suoi documenti. Gli artisti hanno
spesso preso a prestito questo
vocabolario per trasporlo in pittura
o in fotografia realizzando opere
non interpretative, ma tavole
oggettive della realtà naturale.
I fiori nella loro pura semplicità
esprimono per gli artisti esposti
in questa sezione essenzialità,
minimalismo e purezza in bilico tra
scienza e forma pura nello spazio.
La “complessa semplicità” della
natura floreale – e la sua fragilità
– esprime ossimori archetipici
in cui concetti come forza e
fragilità, bellezza e scientismo
convivono contemporaneamente e
armonicamente.
5. Mutazioni genetiche
La personalizzazione della
natura ha da sempre affascinato
l’uomo e fin dal Rinascimento la
“fusione” tra umano e naturale si è
espressa in forme ibride
e fantastiche.
La fantasia
dell’uomo ha
sopperito
alle scarse
conoscenze
scientifiche
attraverso
invenzioni e
irrazionalismi
come nel caso della
radice del ginseng
che, a causa della sua
conformazione antropomorfa,
dava vita a credenze magiche
e provocava una serie di
congetture sulla provenienza
celeste di questa pianta. La noce
di cocco delle Seychelles, nella
sua differenziazione tra pianta
maschile e femminile, provocava
stupore fino a farne, per i
surrealisti, un oggetto di culto e
collezione.
Ora, con la scoperta delle
mutazioni transgenetiche, il mondo
floreale prefigurato dagli artisti
delle avanguardie del ‘900 o in
opere come La piccola bottega
degli orrori o ancora come nella
fiaba Il fagiolo magico, il modo
dei fiori si fa abnorme e orrido, il
bello e il gradevole lasciano posto
al mostruoso e al deforme in cui
fiori e piante prevaricano l’uomo
e lo rimpiccioliscono come un
lillipuziano al cospetto di Gulliver,
trasformandosi in elementi
innaturali composti da materie
plastiche e polimeri.
6. Verso l’astrazione
Il punto di partenza è il giardino di Monet a Giverny e il lento ma altrettanto inesorabile declino della natura nella sua scomposizione ottica in particelle pittoriche. Le ninfee e il loro rifleso sull'acqua di stagni immobili o l'incresparsi
della superficie liquida di
acquitrini che rifrangono
la luce solare portano la
pittura, e tutto ciò che
concettualmente sta
dietro a essa, a formare
campiture cromatiche
e spazi pittorici sempre
più indistinti, al limite
dell’incomprensibile e
dell’indefinito. La forma dei
fiori risulta solo come
spunto per macchie e
cromie inclassificabili
in cui il sentimento
e la sensazione
– definita
“impressione” –
determinano
l’opera in tutta
la sua espressività. Da Monet
a Twombly e dalla fotografia di
Pierson fino a Schiess il mondo
dei fiori partecipa a decostruire
lo spazio e il tempo, sospendendo
l’opera e l’immagine in un luogo
atemporale e indefinito.
7. Geometrie, decorazioni, pop
Dalle composizioni scientifiche
degli erbari scaturiscono
fortemente le classificazioni,
che per schematismo e rigore,
portano alla ricostruzione
geometrica e formale del fiore.
Un mondo razionalista,
contrapposto a quello irrazionale
naturale, viene a formarsi fin
dai tempi della Grecia classica
antica. La forma della colonna e
del suo fusto desunto dalla forma
dell’albero, porta a realizzare
decorazioni fitomorfe che,
per semplificazione, vengono
minimalizzate e geometrizzate.
Una foglia di palma, una d’acanto,
quella di papiro per gli egizi,
determinano l’elaborazione
stilistica della decorazione dei
capitelli e altre foglie e altri
elementi portano alle produzioni
di ornamenti per l’architettura.
Il mondo dei fiori, stilizzato
attraverso l’arte, porta a poco a
poco a rielaborare stili e pattern,
i tessuti, l’architettura, il design
urbano e si riappropriano di
elementi decorativi del passato e
declinano l’elemento fiore in forme
in bilico tra realtà e geometria.
Artisti
Abetz & Drescher, Heather & Ivan Morison, Scoli Acosta, Pilar Albarracín, Pierre Alechinsky, Guido Anderloni, Chiho Aoshima, Nobuyoshi Araki, Stefano Arienti, Donald Baechler, Enrico Baj, Giacomo Balla, Baya, Bill Beckley, Andrea Belvedere, Joseph Beuys, Richard Billingham, Ross Bleckner, Karl Blossfeldt, Enrica Borghi, Bernie Boston, Louise Bourgeois, Laetitia Bourget, Abrahm Brueghel, Ste'phane Calais, Letizia Cariello, Felice Casorati, Miguel Chevalier, Mat Collishaw, Fabrizio Corneli, Johan Creten, Gregory Crewdson, Giuliana Cune'az, Andrew Dadson, Baldassarre De Caro, Giorgio de Chirico, Nicola De Maria, Filippo De Pisis, Marco Del Re, Wim Delvoye, Fortunato Depero,
Rä di Martino, Nathalie Djurberg, Emmanuelle Dupont, Massimo D'Azeglio, Keith Edmier, Walker Evans, Hans-Peter Feldmann, Thierry Feuz, Ettore Fico, Franco Fontana, Lucio Fontana, Pia Fries, Francesca Gabbiani, Franco Garelli, Mark Garry, Domenico Gatti, Dominique Gauthier, Romano Gazzera, Gelitin, Ori Gersht, Andy Goldsworthy, Trevor Gould, Rolf Graf, Dianne Hagen, Richard Hamilton, Florence Henri, Guillaume Janot, Sarah Jones, kim Joon, Ma Jun, Markus Karstiess, Alex Katz, Ellsworth Kelly, Jiri Kovanda, Filippo La Vaccara, Marie-Jo Lafontaine, Wolfgang Laib, Jacopo Ligozzi, Urs Lüthi, Alice Maher, Robert Mapplethorpe, Corinne Marchetti, Jose' Maria Sicilia, Piero Martina,
Tony Matelli, Ana Mendieta, Luigi Miradori detto "Il Genovesino", Helen Mirra, Joan Mitchell, Tina Modotti, Aldo Mondino, Giorgio Morandi, Yasumasa Morimura, Paul Morrison, Jean-Luc Moule'ne, Ugo Mulas, Takashi Murakami, Paolo Mussat Sartor, Nils-Udo, Jacques Nimki, Pittore Nordico, Mario Nuzzi detto Mario De' Fiori, Enzo Obiso, Bruno Pelassy, Diego Perrone, Jack Pierson, Rob Pruitt, Chen Qiulin, Antonio Rasio, Tobias Rehberger, Luca Rento, Derek Rowleiei, David Salle, Salvo, Sam Samore, Tomas Saraceno,
Adrian Schiess, Franck Scurti, Luigi Serralunga, Shirana Shahbazi, Kishin Shinoyama, Kiki Smith, Wieki Somers, Howard Sooley, Lorenz Spring, Christoph Steinmeyer, Jessica Stockholder, Kate Street, Christine Streuli, Bernardo Strozzi, Thomas Struth, Grazia Toderi, Arturo Tosi, Janaina Tschäpe, Cy Twombly, Luisa Valentini, Juan Van der Hamen y Leon, Ruud van Empel, Laura Viale, Guillaume Viaud, Andy Warhol, James Welling, Pae White, Sue Williams, Jeanine Woollard
Promossa da: Regione Piemonte
Comune di Verbania
Associazione Culturale Tai Onlus, Torino
Con il patrocinio di: Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
Con il contributo di: Banca del Piemonte
Organizzazione: Associazione Culturale Tai Onlus, Torino
Catalogo: Silvana Editoriale con testi di Anna Bondi, Andrea Busto, Roberto Carretta, Pierangelo Cavanna, Luca Morosi, Margherita Zalum Cardon
Segreteria organizzativa: Stefania Inverso, Luca Morosi
Informazioni, Ufficio del Turismo di Verbania prenotazioni e gruppi: tel. 0323. 503249
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Tai – Turin Art International. Torino tel. +39 011 7640258 e-mail: info@taiagency.it
Inaugurazione domenica 24 maggio ore 11.00
CRAA - Centro Ricerca Arte Attuale - Villa Giulia
Corso Zanitello 8 - 28922 Verbania-Pallanza
Orari: da mercoledì a venerdì ore 15 - 22
sabato e domenica ore 11 - 22
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ridotto 3 euro (dai 6 ai 14 anni, maggiori di 65 anni e gruppi oltre 10 persone)
gratuito Abbonamento Musei Torino Piemonte e residenti nel Comune di Verbania