Space In-Out, ombre e luci di spazi visionari e corpi come utopie dell'anima. Arteincornice propone le opere di due giovani e promettenti artiste italiane che paiono concentrare il loro sguardo verso i colori profondi della notte.
La personale presentata dalla galleria Arteincornice propone le opere di due giovani e promettenti artiste italiane che paiono concentrare il loro sguardo verso i colori profondi della notte. Questa personale, esposta nella sala Incontri, sarà l’appuntamento ideale per ritrovare ancora una volta il fascino di più artisti, che si differenziano per il loro operato, ma che sempre sono accumunati da alta qualità ed un’immensa passione per l’arte e tutto quanto la concerne. Pechenino e Riehle, unite da una formazione artistica di uguale matrice, entrambe provengono dall’Accademia Albertina delle Belle Arti della città di Torino, protette nel loro percorso dalla guida del Professor Renato Galbusera e Roberto Villa, proporranno trenta loro creazioni.
Come nella presentazioni redatta da Edoardo Di Mauro:
… La pittura è stata dai giovani rivalutata nella pienezza del suo linguaggio totalizzante ed appagante il piacere dell’espressione e della manualità, con la scelta di uno stile che traendo la sua forza dall’archetipo originario si cala come un bisturi tagliente a sezionare lo spesso tessuto del contemporaneo...
ifesta un palese interesse per la poetica del corpo, centrale nella riflessione di molti artisti contemporanei. In una società liquida caratterizzata da una condizione di eterno presente, dove il futuro è una prospettiva dai contorni incerti, e l’identità personale è frantumata dai mille specchi virtuali della civiltà dell’immagine, l’arte si pone in pone in atteggiamento di difesa dell’integrità indissolubile dell’Io. Le anatomie femminili proposte dalla Pechenino si offrono sensuali al fruitore, ma la frontalità della visione è attenuata dal filtro prodotto dall’immersione dei corpi in una sorta di ancestrale liquido amniotico che ne amplifica la carica interiore. Le pieghe delle pelle, l’espressione dei volti, le torsioni e le posture del corpo evidenziano una carica di vitalismo ed una rivendicazione della propria dimensione esistenziale.
Erika Riehle, pur adoperando anch’essa il corpo come pretesto di poetica, in particolare soffermandosi sulla vitalità espressionista dei volti, con il suo lavoro opera una sorta di nomadismo linguistico ed esistenziale che adopera il pretesto dell’itineranza, di un voyeurismo evocante l’ambigua attrazione di Baudelaire per la città moderna, allo scopo di indurre il fruitore ad un viaggio che in realtà adopera l’esterno come pretesto per ricondurci dentro la dimensione interiore nella quale tutto ha origine e sviluppo. Ricordano, le composizioni della Riehle, eclettiche quanto a proposta iconografica in quanto i suoi lavori, di partenza pezzi singoli, sono talvolta assemblati con opere precedenti e successive, la tenebrosa espressività del cinema tedesco degli anni ’20. Si tratta di acrilici eseguiti su supporti quali giornali e laminil giocati sul chiaroscuro e sull’ombra, dove la rappresentazione segue itinerari volutamente tortuosi ed enigmatici, dove è presente un senso di sospensione e di ansiosa ricerca, tipica delle prime prove di un regista come Bergman, si pensi al “Settimo Sigillo” ed anche, relativamente al frequente manifestarsi di un simbolo quale il labirinto, alla letteraria visionarietà di Kafka.
Galleria Arteincornice
via Vanchiglia, 11 - Torino
Orario: 9-13 e 15-19, lun mattina e festivi chiuso
Ingresso libero