Consolato d'Italia
Bruxelles
Rue de Livourne

Lucia Lamberti
dal 1/6/2009 al 29/6/2009

Segnalato da

Lucia Lamberti



 
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1/6/2009

Lucia Lamberti

Consolato d'Italia, Bruxelles

La pittura dell'artista si muove con disinvoltura tra gli spazi della quotidianita' e ricalca le smagliature del tessuto visivo contemporaneo, percorrendo criticamente alcune trame patologiche dell'immaginario collettivo per proporre un atteggiamento interpretativo astratto-simbolico.


comunicato stampa

a cura di Antonello Tolve

Il Consolato Italiano, con la preziosa collaborazione di Magaldi Power Spa e di O.M.P.M. Srl presentano, martedì 2 giugno 2009 (ore 19:00), la mostra personale Vincent / Vincenzo di Lucia Lamberti.

«La pittura di Lucia Lamberti», ha scritto Antonello Tolve, curatore della mostra, «si muove con disinvoltura tra gli spazi della quotidianità mostrando ed evidenziando le brutture concepite nell’ambito dell'interattività elettronica e dei new media in generale. Facendo propria una analytische Lektion che diventa il presupposto necessario per un nuovo razionalismo (per una nuova analiticità), Lamberti ricalca e ricalcola le smagliature del tessuto visivo contemporaneo, percorrendo criticamente alcune trame patologiche dell’immaginario collettivo per proporre un atteggiamento interpretativo – basilarmente astratto-simbolico – atto a generare riferimenti gnoseologici o a ritrovare un’arteria profanatrice dove l’elemento sacrilego è il presupposto valutativo dell'uomo moderno di fronte al marasma d’immagini e di rumori che si dislocano tra le parabole dell'attualità».

Con Vincent / Vincenzo l'artista ricostruisce – attraverso una grammatica visiva che trova nella matrice fotografica un naturale prefisso creativo – un racconto (volutamente frammentato, e frammentante) mediante un cromatismo fragile e diafano che rileva, con eleganza, la trasversalità, l'instabilità e la disappartenenza, il nomadismo e la nostalgia nei confronti di luoghi abbandonati (momentaneamente o irrimediabilmente).
Da Villerupt (in Francia) a Esch Sur Alzette (in Lussemburgo), per spingersi, poi, in Belgio: lo sguardo dell'artista setaccia il passato paterno per intraprendere una recherche tesa a rinvenire non solo i lineamenti generali del lavoro operaio italiano all’estero, ma anche un segmento malinconico di storia – che ha caratterizzato, precisamente, una parte di storia del Mezzogiorno italiano – legato all'emigrazione, alle sue varie declinazioni e diramazioni.

Uno gruppo di quattro uomini al lavoro per la costruzione dell'Antenna di Radio Luxembourg, nove persone in pausa pranzo, una strada semi-affollata da autovetture, tre amici in primissimo piano, un ragazzo seduto – quasi ad imitare un divo di Hollywood – su una balaustra di cemento (in Belgio) o una scena in cui due ragazzi bucano l'otturatore della macchina fotografica. Scatti casuali – per la maggiore – ripresi e detemporalizzati dall'artista per tratteggiare le linee intime e timide (e direi anche tenere) d'una vita, quella paterna appunto, tramite un ciclo di dieci acquerelli felici (formulati su preziosissima carta di Acireale) corredati, infine, da un video in cui il personaggio principale, unico e solitario, sotto l'occhio vigile della camera fissa, mette in movimento le immagini (le matrici) – per mezzo della memoria a lungo termine – scavando tra le pieghe di una vicenda personale e collettiva.

Opening martedì 2 giugno 2009 ore 19

Consolato d’Italia
38, Rue de Livourne, Bruxelles
Ingresso: libero

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