Corina Elena Cohal
Paolo Lagna
Anna Madia
Emanuel Mihai Rata
Kimitake Sato
Pierpaolo Rovero
Gian Alberto Farinella
Linguaggi e forme del contemporaneo. L'associazione Culturale Neks tra le sue attivita' del 2009 propone una rassegna d'arte contemporanea per la promozione di giovani talenti residenti nella regione Piemonte.
a cura di Gian Alberto Farinella
Il giorno giovedì 4 giugno 2009 alle ore 18,30 presso la galleria della Torre della Filanda, in Rivoli, inaugura la mostra collettiva Babel - Linguaggi e forme del contemporaneo, a cura di Gian Alberto Farinella. La mostra rimarrà aperta fino al 19 giugno. Babel seguirà i seguenti orari: dal mercoledì al venerdì 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30. Il sabato invece rimarrà aperta eccezionalmente dalle 15.30 alle 24.00. La domenica, giornata corta, 15.30 – 19.30.
Gli artisti presenti in mostra sono: Corina Elena Cohal, Paolo Lagna, Anna Madia, Emanuel Mihai Rata, Kimitake Sato.
L’immagine coordinata della comunicazione si avvale del contributo dell’artista – fumettista Pierpaolo Rovero.
L’associazione Culturale Neks tra le sue attività del 2009 Neks propone una rassegna d’arte contemporanea per la promozione di giovani talenti residenti nella nostra regione all’interno di un progetto più ampio denominato BABEL - Linguaggi e forme del contemporaneo.
BABEL è un progetto-viaggio che si sviluppa in fasi successive, con proposte culturali molteplici e strategie “liquide” d’intervento sul territorio.
In particolare come prima tappa del suo viaggio Gian Alberto Farinella, curatore del progetto, ha individuato nella torre della Filanda di Rivoli un luogo privilegiato per una rassegna d’arte visiva. La mostra, promossa dalla Regione Piemonte e dalla Presidenza regionale del Consiglio prevede il coinvolgimento di cinque giovani artisti che andranno a confrontarsi, con tradizionali tecniche espressive e non, su un tema attuale quale l’ibridazione dei linguaggi artistici contemporanei.
Dal testo del catalogo della mostra, a cura di Gian Alberto Farinella:
[…] I cinque artisti presentati provengono da diverse esperienze artistiche e da diversi paesi, ma sono accomunati da una lucidità emotiva e disincantata. Una razionalità sensibile in cui il sé si perde nell’altro, qualunque esso sia: comunicazione, tecnologia, inconscio, differenza sessuale, feticcio.
Occorre salire dal primo all’ultimo piano della “nostra” Torre, quella della Filanda, senza pregiudiziali: rien ne va plus; e, contemporaneamente, tutto vale! Le categorie concettuali su cui per lungo tempo ha navigato la storia, gli stessi modelli teorici dell’arte sono finiti. Siete finalmente liberi di incontrare i rarefatti volti femminili di Anna Madia, i disegni e le incisioni inquiete di Corina Elena Cohal, le fotografie glamour di Paolo Lagna, le affascinanti “sculture” di Emanuel Mihai Rata o gli oggetti pop di Kimitake Sato. Se il cuore vi batte leggero e senza inganni sarà un’ascesa tra il serio e il faceto, tra sofferenza e ironia, tra profondità e superficie in cui la Babele dell’arte ruoterà attorno al proprio asse differenziandosi ad ogni giro. Con moto perpetuo il suo vortice vi farà salire verso un mondo a volte cinico e raggelato, a volte caldo e partecipato. Dipende da quale lato lo si vuole guardare.
Corina Elena Cohal, per esempio, è una “figurativa incurabile”, come lei si definisce, che sa riunire nelle sue opere tormenti grumosi, concrezioni nere, a linee evanescenti e precarie. Sono frammenti di vita, trame del desiderio, per un racconto autobiografico teso sull’abisso dell’inconscio.
L’estrapolazione di un oggetto da una superficie bidimensionale è il gioco di prestigio che riesce, invece, al fotografo Paolo Lagna. Ironiche e cariche di colore le sue fotografie riassumono una visione che incede per contrasti e sospensioni temporali. Uno sguardo indiscreto e patinato su vizi privati e pubbliche virtù.
L’atmosfera nei quadri di Anna Madia è decisamente diversa. La forza e l’intensità del colore rosso, simbolo di passione e di sacrificio, innonda le sue figure femminili ritratte con toni morbidi e soffusi, quasi a voler contenere l’inquietudine che le attraversa. E’ una pittura che riesce a dialogare con il vincolo della tradizione figurativa dell’Ottocento e lo smarrimento del presente. Forme retro-futuriste e i materiali tecnologici usati dal design industriale sono le due pietre angolari che Emanuel Mihai Rata utilizza per modellare le sue originali sculture. Che si tratti di macchine per guerre simulate o dell’appropriazione di simbologie cosmologiche antiche una cosa è certa: per Rata la bellezza è ricerca di perfezione e luce.
Per Kimitake Sato invece è la tradizione giapponese del Dio della montagna a rivivere nell’oggetto-scultura levigato a mano con pazienza maniacale. Tre teste d’orso, dai tratti semplificati, si fronteggiano come per misurare la propria forza, ma ognuna di esse si disperde in un unico grande corpo sintetico. Quasi che il respiro della terra, ritmo di vita e di morte, trovi nell’indeterminato confine tra natura e artificio la legge del proprio dissidio.
Inaugurazione giovedì 4 giugno 2009 alle ore 18,30
Torre della Filanda
Via al Castello, 8 - Rivoli (TO)
Orario: dal mercoledì al venerdì 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30. Il sabato invece rimarrà aperta eccezionalmente dalle 15.30 alle 24.00. La domenica, giornata corta, 15.30 – 19.30.
Ingresso libero