Fondazione Tito Balestra
Longiano (FC)
piazza Malatestiana, 1
0547 665850 FAX 0547 667007
WEB
Franco Gentilini
dal 5/6/2009 al 29/8/2009
10-12, 15-19, tutti i giorni escluso il lunedi

Segnalato da

Claudia Ratti




 
calendario eventi  :: 




5/6/2009

Franco Gentilini

Fondazione Tito Balestra, Longiano (FC)

La mostra raccoglie 50 opere (dipinti, disegni, opere grafiche) che ripercorrono, dal 1944 al 1980, la formazione di un linguaggio personalissimo, attento alle avanguardie europee che da Ensor e Van Gogh pervengono a Picasso e Gris, senza mai perdere l'originale ritmo italiano della fantasia. A cura di Giuseppe Appella.


comunicato stampa

a cura di Giuseppe Appella

La mostra, a cura di Giuseppe Appella, accoglie 50 opere (dipinti, disegni, opere grafiche) che ripercorrono, dal 1944 al 1980, ormai fuori da tutti i legami con la “Scuola Romana” e da ogni confronto con i maestri del Novecento, la formazione di un linguaggio personalissimo, attento alle avanguardie europee che da Ensor-Van Gogh pervengono a Picasso-Gris, senza mai perdere l’originale ritmo italiano della fantasia.

Dopo l’esposizione di Assisi la mostra, opportunamente arricchita di materiali che evidenziano lo stretto rapporto di Franco Gentilini con i poeti e gli scrittori (Apollinare, Giorgio Baffo, Dino Buzzati, Italo Calvino, Dino Campana, Raffaele Carrieri, Aglauco Casadio, Piero Chiara, Libero De Liberio, Gualtieri di San Lazzaro, Alfondo Gatto, Stéphane Mallarmé, Milena Milani, Pablo Neruda, Vittorio Sereni, Leonardo Sinisgalli, Cesare Vivaldi), viene trasferita nella Fondazione Tito Balestra, Castello Malatestiano, Longiano (Forlì) dal 6 giugno al 30 agosto 2009.

Una delle prime intuizioni di Gentilini, dai tempi del trasferimento a Roma, è la misteriosa componente architettonica del paesaggio italiano, subito adattata al suo racconto senza tradire due amori giovanili: l’antico e il popolare insiti in tutto ciò che ci circonda. Su questa fortunata innovazione poetica, Gentilini innesterà oggetti e figure solo apparentemente abbandonati nello spazio, perché, invece, un sottile filo – l’architettura sotterranea – li allaccia in una ragnatela di rapporti senza palesare la magica sospensione che li tiene insieme.

Già da questo prima occasione le immagini mostrano i tratti di una scoperta che, spenti gli effetti del Futurismo e della Metafisica, abbandonate le chimere dell’Arcaismo, costringe a scegliere mezzi nuovi, a fare del disegno l’elemento più idoneo per superare i due termini, astratto e figurativo, rendendo astratta la realtà delle sue fiabe. Ecco perché usa metriche nuove, che gli permettono di “scendere in profondità, alle sorgenti di un valore figurativo libero”. Indispensabile, allora, la ricerca di amici poeti con cui confrontarsi (De Libero, Sinisgalli, Carrieri, Gatto, i più vicini all’arte), le problematiche formali del Cubismo e quelle sentimentali e morali dell’espressionismo da innescare al fondo realistico, per un rapporto non mediato che eviti programmazioni sommarie.

Ogni rivisitazione linguistica, ogni adesione è affinità di vocazione fantastica. Il meccanismo espressivo è per la chiarezza solare, perciò è guidato ad esplorare le cose anche a livello esistenziale, nel loro flusso temporale. Ogni riferimento culturale è spezzettato e riportato nella realtà quotidiana, spogliato attraverso l’uso del collage che sperpera i ricordi rendendo inedito l’usuale.

Curiosità, predilizioni, scoperte, tentazioni sono tracciate, con una abilità allegra, da un segno che non forza mai le sue intuizioni pur indagandole lungamente e minuziosamente nelle sue espressioni: cartoline d’Italia, bengodi, luna park, giardino incantato, memorie d’infanzia, amici poeti e pittori dai lunghi sodalizi, segni di antiche mappe, episodi autobiografici, teatrini, banchetti, cattedrali, paesi di Gentilinia. La ragnatela sotterranea della poesia rende possibile ciò che Ungaretti chiamava “teatro italiano”, de Mandriargues “teatro dell’esistenza” e Sinisgalli “un mondo in vacanza o in amore, di piaceri infantili e semplici, un mondo che non vorrebbe morire o pensa che non morirà mai”.

La mostra è corredata da un ricco apparato di immagini e documenti e da un catalogo, il decimo della Collana “Documenti” pubblicata da De Luca Editori d’Arte di Roma, comprendente le immagini a colori di tutte le opere esposte, un saggio del curatore, notizie bio-bibliografiche.

Inaugurazione Sabato 6 Giugno 2009 ore 18.30

Fondazione Tito Balestra
Castello Malatestiano, Longiano
Orari: 10-12 / 15-19, tutti i giorni escluso il lunedì
Ingresso Euro 3 - ridotto Euro 2

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