Palazzo Lanfranchi
Pisa
lungarno Galilei, 9
050 910210 FAX 050 20161
WEB
Guido Strazza
dal 15/6/2009 al 15/10/2009
martedi-domenica 10-12,30 e 16,30-20
050 2216060
WEB
Segnalato da

Roberto Begnini




 
calendario eventi  :: 




15/6/2009

Guido Strazza

Palazzo Lanfranchi, Pisa

Opere 1958-2008. Dalla prima maturita' alla stagione odierna: l'antologica racconta circa cinquant'anni di pittura, disegno e incisione di uno dei piu' rigorosi interpreti della ricerca astratta in Italia nella seconda meta' del ventesimo secolo. La mostra e' a cura di Fabrizio D'Amico, Antonio Pinelli e Alessandro Tosi.


comunicato stampa

a cura di Fabrizio D’Amico, Antonio Pinelli e Alessandro Tosi Con la mostra Guido Strazza. Opere 1958-2008, il Museo della Grafica presenta l’opera di uno dei maggiori protagonisti dell’arte italiana del secondo ‘900. Dalla prima maturità alla colma stagione odierna: cinquant’anni di pittura, disegno, incisione racconta questa grande mostra antologica che il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi di Pisa dedica a Guido Strazza, uno dei principali e più rigorosi interpreti della ricerca astratta in Italia nella seconda metà del ventesimo secolo, e certamente il maggiore nostro incisore del tempo, che ha saputo far progredire di conserva la teoresi e la pratica della tecnica incisoria.

La prima maturità si dà per Strazza a Milano, sullo scadere degli anni Cinquanta: al termine d’un lungo peregrinare che l’ha portato a vivere e ad esporre in Sud America (personali a Lima, Santiago, San Paolo, Rio de Janeiro) e, di ritorno in Italia, al Cavallino di Venezia, città dove ha fissato per alcuni anni la dimora. A Milano, poi, nel clima tardo-informale che prende atto insieme di Wols e di Michaux, viene un linguaggio tutto personale, che affida al segno, nato per autonoma necessità di forma, il compito di svelare la traccia sull’oggi di una memoria, del ricordo di un evento avvistato in prossimità della natura e della storia: come sarà poi durevolmente in Strazza. Preziosi documenti di questo periodo sono anche alcune opere su carta che l’artista dona al Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università di Pisa istituito da Carlo Ludovico Ragghianti. Vengono allora le Metamorfosi, poi gli Orizzonti olandesi (nati, spogli e silenziosi, in un soggiorno ad Amsterdam che culminerà, nel ’61, in una personale allestita allo Stedelijk Museum), quindi – in un ritorno improvviso di vaga allusività naturalistica – il Giardino delle Esperidi: ciclo cui Strazza dà vita a Roma, dove si è trasferito all’inizio degli anni Sessanta e dove, con un assiduo lavoro condotto presso la Calcografia Nazionale, porterà al culmine il suo proposito di trasporre nell’incisione l’assolutezza, l’incontaminata purezza della luce (sono di questo tempo i cicli del Ricercare e della Trama quadrangolare). Allo scadere dell’ottavo decennio, il nascondimento e il peso oscuro del tempo si posano infine su quelle luci caste e purissime: vengono allora i Segni di Roma, in cui la memoria e l’ombra, forse accompagnata da un sentimento di rimpianto e di malessere, tornano a farsi egemoni. Tutti questi cicli, fino a quelli suoi forse più noti (i Cosmati) e agli ultimissimi (gli Archi) sono esposti al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, in una mostra che si qualifica come una delle più impegnative allestite dall’artista nella ormai lunga carriera.

Curata da Fabrizio D’Amico, Antonio Pinelli e Alessandro Tosi, la mostra Guido Strazza. Opere 1958-2008 è accompagnata da un catalogo edito dalla casa editrice Plus.

Note biografiche

Guido Strazza nasce a Santa Fiora (Grosseto) nel 1922. Inizia l’attività artistica dopo un incontro con F.T. Marinetti che vede i suoi lavori giovanili e lo invita a partecipare a mostre di Aeropittura (a Palazzo Braschi, Roma, e alla Biennale di Venezia, 1942). Nel 1946 si laurea in Ingegneria a Roma, ma presto abbandona la professione per dedicarsi completamente alla pittura. Nel 1948 parte per il Sud America (Perù, Cile, Brasile), dove dipinge ed espone (Biennale di San Paolo, 1951, 1953). A Lima è tra i promotori della “Agrupación Espacio”, associazione di artisti e architetti con i quali partecipa al progetto per la ristrutturazione della città del Callao, distrutta da un terremoto. Si interessa di arte preincaica e cura una mostra della collezione archeologica Larco Herrera. A Rio de Janeiro, nello studio di Fayga Ostrower (1953), ha il suo primo contatto con la tecnica dell’incisione e incide le sue prime lastre.

Nel 1954, rientrato in Italia, prende studio a Venezia e, nel 1957, a Milano dove risiede fino al 1963. Sono di questo periodo i “Racconti segnici”, lunghe pitture in rotolo (Museum Ludwig di Colonia) e “Metamorfosi”, studi sulle mutazioni delle forme realizzati nei cicli di pitture a tema: “Balzi Rossi” (Galleria del Naviglio, Milano 1956 – Galleria dell’Ariete, Milano 1958) e “Paesaggio Olandese” (Stedelijk Museum, Amsterdam 1961). Nel 1963, tornato a Roma, frequenta i laboratori della Calcografia Nazionale (1964-67) che il direttore Maurizio Calvesi ha aperto agli artisti interessati al linguaggio dell’incisione, nell’ambito di una rinnovata ricerca sul segno. Nel 1968 presenta alla Biennale di Venezia (sala personale) i risultati di quella esplorazione, impostata sul rapporto cangiante segno-luce (immagini su schermi mobili trasparenti) e in seguito sul rapporto luce-geometria, che troverà piena espressione nel ciclo di pitture e litografie “Ricercare” (1973).

Nel 1974, chiamato dal Direttore Carlo Bertelli, torna in Calcografia Nazionale per impostare una didattica sull’incisione, che organizza e dirige per tre anni come ricerca di gruppo sul segno. Ne elabora i risultati ne “Il gesto e il segno”, pubblicato da Vanni Scheiwiller (Milano 1979). Il rigore analitico degli ultimi lavori lascia progressivamente spazio a una gestualità esemplificata dai cicli di pitture e incisioni: “Trama quadrangolare” (Palazzo Reale, Milano 1979), “Segni di Roma” (Colonne, Muri, Trame, 1980-84) e, con più accentuata interazione tra geometria e colore, dalla serie dei “Cosmati” (Biennale di Venezia, 1984, sala personale), che gli valgono nel 1988 il Premio Feltrinelli per la grafica. Più recenti, le serie di pitture e incisioni “Archi” e “Orizzonti” (Galleria Stamperia Il Bulino, Roma 1998 e 2002), per le quali riceve nel 2003 il premio Feltrinelli per l’incisione, e “Segni” (Galleria Morone, Milano 2009). Ha insegnato incisione alla Calcografia Nazionale, all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, alla Wesleyan University (Connecticut USA) e all’Accademia di Belle Arti di Roma, della quale è anche stato direttore. È membro dell’Accademia Nazionale di San Luca e della Koninklijke Vlaamse Academie van België.

Il Museo della Grafica Ospitato negli ambienti di Palazzo Lanfranchi, il Museo della Grafica nasce per volontà del Comune di Pisa e dell’Università di Pisa, che insieme intendono presentare alla città una struttura originale e di grande suggestione che integra, a livelli di eccellenza, il sistema museale cittadino. Il Museo della Grafica ospita le collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università di Pisa, raccolta di grafica sorta nel 1957 per iniziativa di Carlo Ludovico Ragghianti e che ha fatto di Pisa un centro d’avanguardia nella conoscenza e nello studio dell’arte contemporanea. Il Museo della Grafica si configura come una delle più importanti raccolte pubbliche di grafica contemporanea, in grado di presentare a studiosi, studenti e appassionati un panorama di ampio respiro sulle ricerche artistiche che hanno percorso il XX secolo, con notevole livello qualitativo e attraverso il taglio critico e la grande lezione intellettuale e morale di personaggi come Timpanaro, Ragghianti e Argan.

Collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe

· La raccolta Timpanaro La raccolta di opere grafiche formata dall’illustre scienziato e storico della scienza Sebastiano Timpanaro, donata all’Università di Pisa dalla vedova Maria Timpanaro Cardini e dal figlio Sebastiano Timpanaro junior, costituisce il primo, prestigioso nucleo del Gabinetto Disegni e Stampe. La raccolta è costituita da più di mille pezzi e si distingue in modo particolare per la sezione otto-novecentesca. Al prezioso nucleo di acqueforti di Giovanni Fattori e al corpus di incisioni ottocentesche, si uniscono disegni e incisioni di molti dei protagonisti di un primo Novecento vissuto da Timpanaro con intensa partecipazione: da segnalare in tal senso i fogli di Renato Birolli, Corrado Cagli, Massimo Campigli, Domenico Cantatore, Felice Carena, Carlo Carrà, Pietro Consagra, Primo Conti, Giorgio De Chirico, Pericle Fazzini, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Carlo Levi, Mino Maccari, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Marino Marini, Ottone Rosai, Toti Scialoja, Ardengo Soffici, Arturo Tosi, Alberto Viani, Lorenzo Viani, Giuseppe Viviani e Tono Zancanaro. Particolare valore assumono le incisioni di Giorgio Morandi e Luigi Bartolini – autori che hanno firmato pagine tra le più alte dell’incisione novecentesca – e le prove grafiche di Eugenio Montale, nate ai tavoli delle “Giubbe Rosse” a Firenze proprio grazie ai suggerimenti dell’amico Timpanaro.

· I doni degli artisti
Ininterrotto è stato l’accrescimento delle raccolte del Gabinetto Disegni e Stampe tramite le donazioni degli artisti, iniziate nel 1957 grazie agli appelli rivolti da Ragghianti ad artisti italiani e stranieri. Da segnalare l’ingresso di opere di autori come Giuseppe Capogrossi, Fabrizio Clerici, Emilio Greco, Ennio Morlotti, Bruno Munari, Achille Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Picasso, Aligi Sassu, Guido Strazza, Vittorio Tavernari, Ernesto Treccani, Emilio Vedova o Alberto Ziveri. Rilevante per quantità e qualità è il nucleo di opere dell'architetto futurista Mario Chiattone, donato nel 1965 e preziosa testimonianza di una produzione estremamente significativa nel panorama dell’architettura italiana del ‘900.

· La donazione Argan
Si tratta di un prezioso nucleo di oltre 600 tra incisioni e disegni che documentano le amicizie e le relazioni del grande storico e critico d’arte Giulio Carlo Argan (Torino, 1909-Roma, 1992) con generazioni di artisti di diversa formazione e cultura, rappresentativi degli orientamenti dell’arte italiana del secondo ‘900. La raccolta, donata all’Università di Pisa dalla figlia Paola Argan e da suo figlio Andrea, comprende ad esempio opere di Carla Accardi, Luigi Boille, Giuseppe Capogrossi, Primo Conti, Antonio Corpora, Umberto Mastroianni, Luciano Minguzzi, Bruno Munari, Concetto Pozzati, Mauro Reggiani, Guido Strazza, Giuseppe Uncini e Emilio Vedova, offrendo così uno scenario emblematico di un momento di particolare intensità e problematicità di quelle ricerche artistiche che hanno trovato in Argan un imprescindibile punto di riferimento critico e teorico.

· Il deposito perpetuo della Calcografia Nazionale
Nel 1967 la Calcografia Nazionale di Roma ha concesso in deposito al Gabinetto Disegni e Stampe una serie cospicua di incisioni, spesso in tirature ottocentesche. Repertori di numismatica, di glittica, di statuaria ed urbanistica antica si affiancano così alle numerose incisioni di traduzione, sia in campo artistico che antiquario (da Raffaello, Michelangelo, Albani, Reni, Poussin etc.).

· Il patrimonio documentario
Il Gabinetto Disegni e Stampe presenta una ricca collezione di materiale bibliografico e documentario inviato dagli artisti e dalle gallerie d’arte, che copre un arco cronologico dagli anni ‘50 agli anni ‘70. Si tratta di documenti relativi a mostre di artisti tenute in diverse sedi d’Italia e comprende circa oltre 3.500 fra piccoli cataloghi, depliants, opuscoli, pieghevoli, inviti; un centinaio di manifesti di contenuto artistico, politico e satirico; biglietti da visita, fotografie, ritagli e recensioni da vari quotidiani e riviste, bozze di stampa, curricula di artisti.

Laboratori didattici

Il Museo della Grafica conduce un’intensa attività didattica rivolta alle scuole del territorio, con laboratori specifici che intendono avvicinare il fruitore al mondo dell'arte, coinvolgendolo in un’esperienza didattica non convenzionale, libera e creativa, partendo dalle suggestioni sui materiali grafici delle proprie collezioni.

Multimedia

Oltre a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per gli studi sull’arte del XX secolo, il Museo della Grafica prevede una sezione dedicata alla multimedialità e al rapporto tra le nuove tecnologie e la creazione artistica, dal documentario sull’arte alle frontiere attuali dell’arte elettronica.

Ufficio Stampa Carlo Allegretti c.allegretti@comune.pisa.it
Ufficio stampa & P.R. Roberto Begnini studiobegnini@gmail.com

Inaugurazione 16 giugno 2009 ore 19

Palazzo Lanfranchi
lungarno Galilei, 9 - Pisa
Orari: martedì- domenica 10-12,30 e 16,30-20 - sabato mattina visite guidate gratuite su appuntamento
Ingresso: 3 euro intero, 2 euro ridotto, gratuito over 65, under 18, studenti

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