Opere 1958-2008. Dalla prima maturita' alla stagione odierna: l'antologica racconta circa cinquant'anni di pittura, disegno e incisione di uno dei piu' rigorosi interpreti della ricerca astratta in Italia nella seconda meta' del ventesimo secolo. La mostra e' a cura di Fabrizio D'Amico, Antonio Pinelli e Alessandro Tosi.
a cura di Fabrizio D’Amico, Antonio Pinelli e Alessandro Tosi
Con la mostra Guido Strazza. Opere 1958-2008, il Museo della Grafica
presenta l’opera di uno dei maggiori protagonisti dell’arte italiana del
secondo ‘900.
Dalla prima maturità alla colma stagione odierna: cinquant’anni di pittura,
disegno, incisione racconta questa grande mostra antologica che il Museo
della Grafica di Palazzo Lanfranchi di Pisa dedica a Guido Strazza, uno dei
principali e più rigorosi interpreti della ricerca astratta in Italia nella
seconda metà del ventesimo secolo, e certamente il maggiore nostro incisore
del tempo, che ha saputo far progredire di conserva la teoresi e la pratica
della tecnica incisoria.
La prima maturità si dà per Strazza a Milano, sullo scadere degli anni
Cinquanta: al termine d’un lungo peregrinare che l’ha portato a vivere e ad
esporre in Sud America (personali a Lima, Santiago, San Paolo, Rio de
Janeiro) e, di ritorno in Italia, al Cavallino di Venezia, città dove ha
fissato per alcuni anni la dimora. A Milano, poi, nel clima tardo-informale
che prende atto insieme di Wols e di Michaux, viene un linguaggio tutto
personale, che affida al segno, nato per autonoma necessità di forma, il
compito di svelare la traccia sull’oggi di una memoria, del ricordo di un
evento avvistato in prossimità della natura e della storia: come sarà poi
durevolmente in Strazza. Preziosi documenti di questo periodo sono anche
alcune opere su carta che l’artista dona al Gabinetto Disegni e Stampe
dell’Università di Pisa istituito da Carlo Ludovico Ragghianti.
Vengono allora le Metamorfosi, poi gli Orizzonti olandesi (nati, spogli e
silenziosi, in un soggiorno ad Amsterdam che culminerà, nel ’61, in una
personale allestita allo Stedelijk Museum), quindi – in un ritorno
improvviso di vaga allusività naturalistica – il Giardino delle Esperidi:
ciclo cui Strazza dà vita a Roma, dove si è trasferito all’inizio degli anni
Sessanta e dove, con un assiduo lavoro condotto presso la Calcografia
Nazionale, porterà al culmine il suo proposito di trasporre nell’incisione
l’assolutezza, l’incontaminata purezza della luce (sono di questo tempo i
cicli del Ricercare e della Trama quadrangolare). Allo scadere dell’ottavo
decennio, il nascondimento e il peso oscuro del tempo si posano infine su
quelle luci caste e purissime: vengono allora i Segni di Roma, in cui la
memoria e l’ombra, forse accompagnata da un sentimento di rimpianto e di
malessere, tornano a farsi egemoni.
Tutti questi cicli, fino a quelli suoi forse più noti (i Cosmati) e agli
ultimissimi (gli Archi) sono esposti al Museo della Grafica di Palazzo
Lanfranchi, in una mostra che si qualifica come una delle più impegnative
allestite dall’artista nella ormai lunga carriera.
Curata da Fabrizio D’Amico, Antonio Pinelli e Alessandro Tosi, la mostra
Guido Strazza. Opere 1958-2008 è accompagnata da un catalogo edito dalla
casa editrice Plus.
Note biografiche
Guido Strazza nasce a Santa Fiora (Grosseto) nel 1922.
Inizia l’attività artistica dopo un incontro con F.T. Marinetti che vede i
suoi lavori giovanili e lo invita a partecipare a mostre di Aeropittura (a
Palazzo Braschi, Roma, e alla Biennale di Venezia, 1942).
Nel 1946 si laurea in Ingegneria a Roma, ma presto abbandona la professione
per dedicarsi completamente alla pittura. Nel 1948 parte per il Sud America
(Perù, Cile, Brasile), dove dipinge ed espone (Biennale di San Paolo, 1951,
1953). A Lima è tra i promotori della “Agrupación Espacio”, associazione di
artisti e architetti con i quali partecipa al progetto per la
ristrutturazione della città del Callao, distrutta da un terremoto. Si
interessa di arte preincaica e cura una mostra della collezione archeologica
Larco Herrera. A Rio de Janeiro, nello studio di Fayga Ostrower (1953), ha
il suo primo contatto con la tecnica dell’incisione e incide le sue prime
lastre.
Nel 1954, rientrato in Italia, prende studio a Venezia e, nel 1957, a Milano
dove risiede fino al 1963. Sono di questo periodo i “Racconti segnici”,
lunghe pitture in rotolo (Museum Ludwig di Colonia) e “Metamorfosi”, studi
sulle mutazioni delle forme realizzati nei cicli di pitture a tema: “Balzi
Rossi” (Galleria del Naviglio, Milano 1956 – Galleria dell’Ariete, Milano
1958) e “Paesaggio Olandese” (Stedelijk Museum, Amsterdam 1961). Nel 1963,
tornato a Roma, frequenta i laboratori della Calcografia Nazionale (1964-67)
che il direttore Maurizio Calvesi ha aperto agli artisti interessati al
linguaggio dell’incisione, nell’ambito di una rinnovata ricerca sul segno.
Nel 1968 presenta alla Biennale di Venezia (sala personale) i risultati di
quella esplorazione, impostata sul rapporto cangiante segno-luce (immagini
su schermi mobili trasparenti) e in seguito sul rapporto luce-geometria, che
troverà piena espressione nel ciclo di pitture e litografie “Ricercare”
(1973).
Nel 1974, chiamato dal Direttore Carlo Bertelli, torna in Calcografia
Nazionale per impostare una didattica sull’incisione, che organizza e dirige
per tre anni come ricerca di gruppo sul segno. Ne elabora i risultati ne “Il
gesto e il segno”, pubblicato da Vanni Scheiwiller (Milano 1979). Il rigore
analitico degli ultimi lavori lascia progressivamente spazio a una
gestualità esemplificata dai cicli di pitture e incisioni: “Trama
quadrangolare” (Palazzo Reale, Milano 1979), “Segni di Roma” (Colonne, Muri,
Trame, 1980-84) e, con più accentuata interazione tra geometria e colore,
dalla serie dei “Cosmati” (Biennale di Venezia, 1984, sala personale), che
gli valgono nel 1988 il Premio Feltrinelli per la grafica. Più recenti, le
serie di pitture e incisioni “Archi” e “Orizzonti” (Galleria Stamperia Il
Bulino, Roma 1998 e 2002), per le quali riceve nel 2003 il premio
Feltrinelli per l’incisione, e “Segni” (Galleria Morone, Milano 2009).
Ha insegnato incisione alla Calcografia Nazionale, all’Accademia di Belle
Arti dell’Aquila, alla Wesleyan University (Connecticut USA) e all’Accademia
di Belle Arti di Roma, della quale è anche stato direttore. È membro
dell’Accademia Nazionale di San Luca e della Koninklijke Vlaamse Academie
van België.
Il Museo della Grafica
Ospitato negli ambienti di Palazzo Lanfranchi, il Museo della Grafica nasce
per volontà del Comune di Pisa e dell’Università di Pisa, che insieme
intendono presentare alla città una struttura originale e di grande
suggestione che integra, a livelli di eccellenza, il sistema museale
cittadino.
Il Museo della Grafica ospita le collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe
dell’Università di Pisa, raccolta di grafica sorta nel 1957 per iniziativa
di Carlo Ludovico Ragghianti e che ha fatto di Pisa un centro d’avanguardia
nella conoscenza e nello studio dell’arte contemporanea.
Il Museo della Grafica si configura come una delle più importanti raccolte
pubbliche di grafica contemporanea, in grado di presentare a studiosi,
studenti e appassionati un panorama di ampio respiro sulle ricerche
artistiche che hanno percorso il XX secolo, con notevole livello qualitativo
e attraverso il taglio critico e la grande lezione intellettuale e morale di
personaggi come Timpanaro, Ragghianti e Argan.
Collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe
· La raccolta Timpanaro
La raccolta di opere grafiche formata dall’illustre scienziato e storico
della scienza Sebastiano Timpanaro, donata all’Università di Pisa dalla
vedova Maria Timpanaro Cardini e dal figlio Sebastiano Timpanaro junior,
costituisce il primo, prestigioso nucleo del Gabinetto Disegni e Stampe.
La raccolta è costituita da più di mille pezzi e si distingue in modo
particolare per la sezione otto-novecentesca. Al prezioso nucleo di
acqueforti di Giovanni Fattori e al corpus di incisioni ottocentesche, si
uniscono disegni e incisioni di molti dei protagonisti di un primo Novecento
vissuto da Timpanaro con intensa partecipazione: da segnalare in tal senso i
fogli di Renato Birolli, Corrado Cagli, Massimo Campigli, Domenico
Cantatore, Felice Carena, Carlo Carrà, Pietro Consagra, Primo Conti, Giorgio
De Chirico, Pericle Fazzini, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Carlo Levi, Mino
Maccari, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Marino Marini, Ottone Rosai, Toti
Scialoja, Ardengo Soffici, Arturo Tosi, Alberto Viani, Lorenzo Viani,
Giuseppe Viviani e Tono Zancanaro. Particolare valore assumono le incisioni
di Giorgio Morandi e Luigi Bartolini – autori che hanno firmato pagine tra
le più alte dell’incisione novecentesca – e le prove grafiche di Eugenio
Montale, nate ai tavoli delle “Giubbe Rosse” a Firenze proprio grazie ai
suggerimenti dell’amico Timpanaro.
· I doni degli artisti
Ininterrotto è stato l’accrescimento delle raccolte del Gabinetto Disegni e
Stampe tramite le donazioni degli artisti, iniziate nel 1957 grazie agli
appelli rivolti da Ragghianti ad artisti italiani e stranieri. Da segnalare
l’ingresso di opere di autori come Giuseppe Capogrossi, Fabrizio Clerici,
Emilio Greco, Ennio Morlotti, Bruno Munari, Achille Perilli, Arnaldo e Giò
Pomodoro, Picasso, Aligi Sassu, Guido Strazza, Vittorio Tavernari, Ernesto
Treccani, Emilio Vedova o Alberto Ziveri.
Rilevante per quantità e qualità è il nucleo di opere dell'architetto
futurista Mario Chiattone, donato nel 1965 e preziosa testimonianza di una
produzione estremamente significativa nel panorama dell’architettura
italiana del ‘900.
· La donazione Argan
Si tratta di un prezioso nucleo di oltre 600 tra incisioni e disegni che
documentano le amicizie e le relazioni del grande storico e critico d’arte
Giulio Carlo Argan (Torino, 1909-Roma, 1992) con generazioni di artisti di
diversa formazione e cultura, rappresentativi degli orientamenti dell’arte
italiana del secondo ‘900. La raccolta, donata all’Università di Pisa dalla
figlia Paola Argan e da suo figlio Andrea, comprende ad esempio opere di
Carla Accardi, Luigi Boille, Giuseppe Capogrossi, Primo Conti, Antonio
Corpora, Umberto Mastroianni, Luciano Minguzzi, Bruno Munari, Concetto
Pozzati, Mauro Reggiani, Guido Strazza, Giuseppe Uncini e Emilio Vedova,
offrendo così uno scenario emblematico di un momento di particolare
intensità e problematicità di quelle ricerche artistiche che hanno trovato
in Argan un imprescindibile punto di riferimento critico e teorico.
· Il deposito perpetuo della Calcografia Nazionale
Nel 1967 la Calcografia Nazionale di Roma ha concesso in deposito al
Gabinetto Disegni e Stampe una serie cospicua di incisioni, spesso in
tirature ottocentesche. Repertori di numismatica, di glittica, di statuaria
ed urbanistica antica si affiancano così alle numerose incisioni di
traduzione, sia in campo artistico che antiquario (da Raffaello,
Michelangelo, Albani, Reni, Poussin etc.).
· Il patrimonio documentario
Il Gabinetto Disegni e Stampe presenta una ricca collezione di materiale
bibliografico e documentario inviato dagli artisti e dalle gallerie d’arte,
che copre un arco cronologico dagli anni ‘50 agli anni ‘70. Si tratta di
documenti relativi a mostre di artisti tenute in diverse sedi d’Italia e
comprende circa oltre 3.500 fra piccoli cataloghi, depliants, opuscoli,
pieghevoli, inviti; un centinaio di manifesti di contenuto artistico,
politico e satirico; biglietti da visita, fotografie, ritagli e recensioni
da vari quotidiani e riviste, bozze di stampa, curricula di artisti.
Laboratori didattici
Il Museo della Grafica conduce un’intensa attività didattica rivolta alle
scuole del territorio, con laboratori specifici che intendono avvicinare il
fruitore al mondo dell'arte, coinvolgendolo in un’esperienza didattica non
convenzionale, libera e creativa, partendo dalle suggestioni sui materiali
grafici delle proprie collezioni.
Multimedia
Oltre a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per gli studi
sull’arte del XX secolo, il Museo della Grafica prevede una sezione dedicata
alla multimedialità e al rapporto tra le nuove tecnologie e la creazione
artistica, dal documentario sull’arte alle frontiere attuali dell’arte
elettronica.
Ufficio Stampa Carlo Allegretti c.allegretti@comune.pisa.it
Ufficio stampa & P.R. Roberto Begnini studiobegnini@gmail.com
Inaugurazione 16 giugno 2009 ore 19
Palazzo Lanfranchi
lungarno Galilei, 9 - Pisa
Orari: martedì- domenica 10-12,30 e 16,30-20 - sabato mattina visite guidate gratuite su appuntamento
Ingresso: 3 euro intero, 2 euro ridotto, gratuito over 65, under 18, studenti