Tra figurazione e astrazione. La mosta ricostruisce il percorso dell'artista (pittore, scultore, orafo e cesellatore), sottolineandone il carattere sperimentale, anticonformista e di grande versatilita' tecnica e compositiva, e al tempo stesso individuare, quale elemento chiave della sua esperienza, la duplice prospettiva di lettura dell'urbano e della sua immagine.
a cura di Massimo Bignardi e Esther Biancotti
Venerdì 19 giugno alle ore 18 nei locali dei Magazzini del Sale del Palazzo Pubblico
di Siena, si inaugura la mostra retrospettiva " Oscar Staccioli. Tra figurazione e
astrazione", promossa dal Comune di Siena in collaborazione con la Scuola di
Specializzazione in Beni Storico Artistici della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Ateneo senese e con il contributo del Monte dei Paschi di Siena.
Una mostra, curata da Massimo Bignardi e Esther Biancotti, ricostruisce il percorso
artistico, sottolineandone il carattere sperimentale, anticonformista e di grande
versatilità sia tecnica sia compositiva dell'artista senese: pittore, scultore,
orafo e cesellatore e al tempo stesso individuare, quale elemento chiave della sua
esperienza, la duplice prospettiva di lettura dell'urbano e della sua immagine:
polarità senza distanza, vale a dire mai contrapposte ma, anzi, consequenziali una
all'altra nel lento oscillare tra figurazione e astrazione.
Poco più di ottanta opere danno vita a più sezioni espositive, la pittura, la
scultura, il disegno, le arti del cesello e del vetro, tracciando un percorso
rigoroso sul piano dell'adesione cronologica delle singole esperienze, evidenziando
il nomadismo che caratterizzerà l'esperienza artistica di Staccioli: da un esordio
figurativo alla metà degli anni Cinquanta, in cui la narrazione è affidata ad un
cromatismo incisivo che lo accomuna ai pittori senesi a lui coevi e caratterizzato,
altresì, da opere realizzate con tecnica a sbalzo o incisioni, che svelano il gusto
per una composizione armonica, impreziosita da una fitta rete di rilievi e ancor di
più dai riflessi e dai bagliori della luce che si infrange sugli argenti sbalzati o
sulle aureole d'oro dei santi incisi su rame patinato, il percorso si snoda
attraverso i guazzi eseguiti in Inghilterra stesi con immediatezza e disinvoltura
fino al secondo decennio degli anni Sessanta, in cui l'artista avvia un processo di
graduale riduzione dei segni, abbandonando la configurazione, in virtù di un lento
affrancamento ad una sorta di astrazione lirica.
In occasione della mostra è stato pubblicato dalle edizioni Protagon un catalogo
monografico con saggi introduttivi di Massimo Bignardi ed Esther Biancotti e
contributi critici di Roberto Barzanti, Enrico Crispolti e Pietro Torriti, nonché un
ampio e dettagliato regesto biografico e bibliografico e un apparato di
illustrazioni a colori e in b/n.
Oscar Staccioli (Siena 1920 - Battipaglia 2002). Trascorre gli anni giovanili a
Rimini dove frequenta l'ambiente artistico-culturale di Federico Fellini, sotto la
guida di Teresa Franchina. Nel 1944 ritorna nella sua città natale dedicandosi alla
ricerca dapprima in pittura poi in scultura. Dal 1958 intrattiene scambi
intellettuali, d'arte e di affetto con il direttore del dipartimento culturale della
Facoltà di Architettura alla Central Universidad di Caracas. Nel 1958 è presente
alla collettiva tenutasi alla Galleria San Marco di Roma, dedicata agli artisti
senese ove espongono, tra gli altri, Consorti, Maccari, Montagnani, Tammaro e Sadun.
Frequenta l'ambiente artistico di Pablo Neruda (Nobel 1971), Rafael Alberti, Gabriel
Garcia Marquez (Nobel 1982), ed è amico e ispiratore del pensiero di Miguel Angel
Asturias (Nobel 1967). Dal 1965 le sue opere sono presenti alla O'Hana Gallery di
Londra e tiene stretti rapporti culturali con i docenti dell'Accademia Mackintosh di
Glasgow. Nel 1967 è tra gli organizzatori e fondatori del gruppo internazionale
Intrarealista (Barcellona, 1967) che, l'anno successivo, presenta la prima mostra
nelle sale di Palazzo Strozzi a Firenze. Colloquia amichevolmente con Greco e Manzù
ed altri artisti dell'avanguardia. Tiene in questi anni mostre personali a Londra
(1962, 1964, 1967 e 1968) e a New York (1971). Nonostante questa sua vena
cosmopolita e questa aspirazione universalistica egli rimase fortemente attaccato
alla sua città, dove visse quasi tutta la sua vita e dalla quale egli trasse
l'ispirazione ritirato nell'eremo di Fra' Santi a Bulcianino.
Inaugurazione venerdì 19 giugno ore 18
Magazzini del Sale
piazza del Campo, 1 (Palazzo Pubblico) - Siena
La mostra sarà aperta al pubblico con ingresso libero dal 19 giugno fino al 19 agosto tutti i giorni dalle 10.0 alle 18,00.