Gaston Ugalde
Alberto Baraya
Luis Roldan
Carlos Garaicoa
Ramses Larzabal
Fernando Falconi
Nils Nova
Dario Escobar
Paul Ramirez Jonas
Sandra Gamarra
Raquel Paiewonsky
Federico Herrero
Patricia Rivadeneira
Alessandra Bonanni
Irma Arestizabal
Seguendo la tematica della 53. Esposizione Internazionale d'Arte del 2009 - "Fare Mondi/Making Worlds", il Padiglione dell'America Latina affronta il tema "Mundus Novus-Arte Contemporaneo de America Latina". Un'unica mostra per evidenziare le diverse modalita' in cui gli artisti latinoamericani inventano e reinventano il proprio mondo, elaborando le proprie tradizioni e le diverse influenze di cui tali modalita' si nutrono. Paesi Espositori: Bolivia, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Peru', Repubblica Dominicana. A cura di Irma Arestizabal.
Paesi Espositori: Bolivia, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Perù, Repubblica Dominicana
Commissario: Patricia Rivadeneira, Commissario Aggiunto: Alessandra Bonanni, Curatore: Irma Arestizábal
Il Padiglione dell’Istituto Italo-Latino Americano (IILA), seguendo la tematica della 53. Esposizione Internazionale d’Arte del 2009 - “Fare Mondi/Making Worlds”, affronta il
tema “Mundus Novus – Arte Contemporáneo de América Latina”. La curatrice Irma Arestizábal è mancata all’improvviso alla metà di maggio. Considerata una delle massime esperte al mondo di arte latinoamericana, è stata curatrice del Padiglione dell’America Latina IILA dal 2003 al 2009. Nata a Bahía Blanca, in Argentina, il 10 aprile 1940, aveva lavorato come critica d'arte, curatrice indipendente, professoressa titolare di Arte Latinoamericana Contemporanea all'Università di Buenos Aires, ha ricoperto la carica di Segretario Culturale dell’IILA dal 2003 al 2007. Negli ultimi tempi stava inoltre lavorando alla creazione della mediateca dell'IILA. A lei viene dedicato questo Padiglione che ha voluto fortemente e ha curato con la consueta dedizione e passione selezionando un gruppo di artisti di grande valore che hanno saputo interpretare il tema con forza e poesia.
E come scrive la curatrice in catalogo: “Gli artisti che creano dall’America Latina lo fanno tenendo sempre ben presente la storia, l’ambiente, il mondo vegetale e quello animale della loro terra, le città, così particolari, dove regna il “caos” e dove gli edifici neoclassici convivono con la foresta fittissima, dove tutto ciò che è “neo” (neo-gotico, neo-romanico) non costituisce più un atto volto al recupero della propria nazionalità ma uno status symbol. Accanto alla propria storia è presente anche la storia mondiale. Le credenze, gli dei, le religioni precolombiane e il cattolicesimo imposto dal conquistatore costituiscono anch’essi degli spunti per nuove opere, mentre numerose creazioni racchiudono in sé tic, vizi sociali e problemi socio-politici”.
Il Padiglione occupa 700 mq all’interno delle Artiglierie dell’Arsenale, uno degli spazi più prestigiosi che da anni, assieme ai Giardini, costituisce il centro delle attività espositive d’arte e di architettura de La Biennale di Venezia. Seguendo le direttive del Direttore del Settore Arti Visive, Daniel Birnbaum, il Padiglione non sará diviso in sezioni, ma si presenterà come un’unica mostra in cui diversi temi si intrecciano in una unità organica e articolata e dove le opere dialogano fra loro e lo spazio stesso.
La mostra Mundus Novus – Arte Contemporanea dell’America Latina, organizzata dall'Istituto Italo-Latino Americano, è stata pensata attentamente per mettere in mostra le diverse modalità in cui gli artisti latinoamericani inventano e reinventano il proprio mondo, elaborando le proprie tradizioni e le diverse influenze di cui tali modalità si nutrono, per dare corpo a opere che oggi pongono più domande che risposte e inseriscono paradossi laddove a volte taluni hanno creduto di trovare conclusioni e certezze.
All’esposizione parteciperanno quest’anno artisti provenienti da Bolivia, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Perù e Repubblica Dominicana.
Alberto Baraya (Colombia) da diverso tempo lavora al progetto El Herbario de Plantas Artificiales, work in progress che rielabora i viaggi scientifici dei secoli XVIII e XIX. Per la 53. Esposizione Internazionale d’Arte Baraya crea una Expedición a Venecia, affiancando fiori e piante di vetro di Murano alle imitazioni made in China che si trovano nelle zone turistiche della città lagunare. Fernando Falconi (Ecuador) nella sua installazione Olimpo fa sua la figura del vulcano Chimborazo, emblema geografico e storico americano. Davanti al video lo spettatore vede i ghiacci eterni sciogliersi (come tante verità e affermazioni) nel lago che si estende ai piedi del colosso. Gli Dei di nuovi mondi sono rappresentati nel Kukulcan di Darío Escobar (Guatemala). Seguendo la sua linea di ricerca sullaricontestualizzazione dell’oggetto, Escobar costruisce la coda di un Quetzalcoatl rosso, il mitico serpente piumato, con copertoni di biciclette. Luna de Papel (Yo creo como hablo) di Paul Ramírez Jonas (Honduras), oltre a farci pensare alla luna e ai suoi quarti calanti, diversi nell’emisfero sud, ci parla del recupero della parola, in questo caso una frase – Io creo come parlo - ABRACADABRA, come ricostruzione concettuale dell’immagine. Ramírez Jonas è convinto che leggere sia un atto di libertà, ma qui, con il pezzo che espone, più che leggere presenta testi da leggere. La nube di Ramsés Larzábal (Cuba) costituisce una prova della vocazione costruttiva dell’arte latinoamericana. Vocazione costruttiva che guida tutta la produzione di Luis Roldán (Colombia), che evoca una dimensione lirica ed esistenziale della vita urbana nella sua opera, costituita quasi esclusivamente da frammenti. Un’altra visione della città latinoamericana è presente nelle nuove città di Carlos Garaicoa (Cuba), che gioca con l’architettura come fosse un biografo di un luogo, costruendo città di cera, di luce, di mattoni e di carta. I mondi popolati da rari esemplari e da razze diverse si riflettono nei Mutantes di Raquel Paiewonsky (Rep. Dominicana), che fondono elementi della vita urbana, stereotipi di genere, la natura, la spiritualità e i nostri istinti. I colori delle piante, degli uccelli e dei cieli del nuovo continente donano una diversa colorazione a pitture e tessuti, come sperimentiamo nell’opera di Federico Herrero (Costa Rica) che, in un tripudio di gesti e tinte, colora gli spazi in cui opera, a seconda dei propri sentimenti. Gastón Ugalde (Bolivia), utilizzando i ponchos Aymara e Inca, crea uno stupendo insieme di colori, trame e orditi che parla del sincretismo culturale, di tesori propri e conquistati. Lo spazio “nuovo” del tromp l’oeil di Nils Nova (El Salvador) utilizza la fotografia come un mezzo che costruisce la realtà/finzione. In quest’opera Nova sfida la prospettiva classica, cambiando la visione e le proporzioni dello spazio del Padiglione latinoamericano, che è proiettato quasi all’infinito. Lo stesso spazio e le opere del Padiglione si riflettono nel dipinto di Sandra Gamarra (Perù), che mostra i sogni, le idee e i progetti dei nostri artisti riassumendo nella sua tela i nuovi mondi creati in questo spazio dell’Arsenale.
Immagine dal catalogo: Gaston Ugalde, MARCHA POR LA VIDA, 1992-2009. Assemblaggio, 25 x 10 m. Courtesy dell'artista
Ufficio Stampa Padiglione
Novella Mirri e Maria Bonmassar
Tel. 06-32652596; ufficiostampa@novellamirri.it
Inaugurazione Padiglione: venerdì 5 giugno, ore 18.30
Artiglierie dell’Arsenale
Campo Arsenale, Venezia
Orario: dalle 10.00 alle 18.00