La Casa ritrovata. Il desiderio di dare identificabilita' ai luoghi, dipinti con la tecnica della tempera all'uovo, scaturisce da vicende autobiografiche e dalla formazione stessa dell'artista, nella cui memoria affiorano la bellezza e l'incanto di paramenti murari degli edifici rurali marchigiani.
Se vi è ritrovamento, recupero nel percorso stilistico di un artista,
evidentemente qualcosa, nel tempo, si era smarrito. Forse era andata perduta
la dimensione metafisica che, nella serie delle Case Coloniche, si avvale di
una grammatica dei contrari: leggerezza-pesantezza, stato solido- stato
gassoso, pietra grezza-pietra levigata, basso-alto, natura-artificio. O forse il
senso di appartenenza ad un territorio, quello Piceno, con i suoi paesaggi, le
sue silhouettes e l'architettura contadina che lo caratterizza.
Il desiderio di dare identificabilità ai luoghi, magistralmente dipinti da Marco
Fulvi con la tecnica della tempera all'uovo, scaturisce da vicende
autobiografiche e dalla formazione stessa dell'artista, nella cui memoria, a
distanza di anni, affiorano ancora la bellezza e l'incanto di paramenti murari
tipici degli edifici rurali marchigiani, poveri ma dignitosi. Nonostante le
abitazioni risultino sventrate e le aperture di porte e finestre facciano risaltare
un fondo piatto monocromo, le facciate non perdono la tridimensionalità dei
materiali da costruzione. E insistono pesantemente sulla levità delle nuvole
che le sorreggono. Sono queste ultime vapori, fumi, fiammelle e ricordano
candele o ceri votivi. Tutti i dipinti presenti in mostra, di fatto, rappresentano
un omaggio a certa arte popolare sacra che ha come principali caratteristiche
l'essenzialità e la comunicazione diretta di un messaggio mediante la
riconoscibilità di forme codificate nei secoli.
In tal senso, l'arte popolare del
Quattrocento è un ricco campionario di tavolette ex voto dipinte con figure
sacre magnificate in una ''gloria di nuvole''. I più esperti filiconici sanno che la
miglior parte della loro collezione di ''santini'' si incentra su Assunzioni e Voli
angelici di Santi e Beati. Le Case Coloniche di Fulvi arricchiscono e laicizzano
questo immaginario comune rinnovando il mistero della Traslazione della
Santa Casa di Loreto ed acquistano una dimensione mistica e spirituale.
Il cielo uniforme concorre ad isolare i sobri edifici e ad esaltarne le qualità
cromatiche e liriche. Le tonalità scelte per il fondo evocano la sensibilità delle
pitture pregiottesche. In esse il colore non è realistico, ma mentale: serve ad
illuminare e dare rilevanza al soggetto dipinto. La tinta omogenea, grazie alle
sue note spesso stridenti, attrae lo sguardo e, al contempo, lo indirizza verso
le calde gradazioni brune delle pietre in facciata. Il peso, fisico e psichico,
della composizione è tutto lì, in quelle case coloniche in volo stagliate su un
cielo fortemente ''espressionistico''.
E davvero, tra questi dipinti, si ritrovano antiche suggestioni, un sostrato
culturale in cui SI e totalmente immersi e di cui non ci si rende conto se non
quando esso si materializza attraverso questa straordinaria forma-pensiero
che è la pittura.
Lorena Narcisi
Inaugurazione 26 luglio ore 18.30
Torre ettagonale
Piazza Castello - Moresco (AP)
Ingresso libero