Una mostra personale dell'artista che presenta il risultato grafico di un viaggio sulla via Francigena, fino ad arrivare all'isola di Tino. Il titolo della mostra e' "?" come domanda, chiedere un desiderio o desiderare la domanda.
Prosegue il suo VIAGGIO ARTISTICO ritornando sulla via Francigena (da San Caprasio di Aulla) a San Venerio del Tino, tappa (mostra) dal titolo: DOMANDARE, “?”
…e dice così:
Soggiorno in Palmaria per 12 gg. nel mese di luglio con il desiderio di scoprire il suo carattere.
In 2,30 ore a piedi si riesce a fare il giro dell’isola, e dopo le mie esplorazioni preferisco un percorso mattutino, godendomi l’aurora partendo dal Terrizzo, prendo la strada carrabile, taglio per la Strada dei condannati e dopo un tunnel di pini arrivo alla meta per il punto panoramico (punto 26 ) (fortificazione militare Batteria del Semaforo, ora Centro di Educazione Ambientale del Parco)
E’ un “volo” con un altro respiro azzurro al di sopra dei gabbiani: vedo l’Isola del Tino. (x:?),
Probabilmente ero raffreddata e avevo bisogno di cure speciali.
Piano piano, guardando il mare aperto e l’isola del Tino col monastero di San Venerio *(punto 24) e il Faro (punto 20) (come una lucciola dalle finestre di casa mia) capisco il significato dell’isola: il rifugio desiderato.
Il monastero laggiù, la casa con tanti solitari , nuovi “io” in rapporto con Dio: l’Isola è centro spirituale primordiale.
Mi ritrovo così di fronte a un’altra tappa della via Francigena, con un appuntamento per il 13 settembre festa del patrono, unico giorno possibile per visitare l’isola, pur essendo interamente zona militare.
…e così guardavo e domandavo, e scoprii che l’isola è anche scoglio di mare!
Ossessione dei naviganti come nell’Odissea…
Simboli opposti…l’isola e lo scoglio.
Per evitare così la “pietrificazione” ho pensato di passare all’altra riva, da Puntasecca (28) a Portovenere**
col barchino per il cibo qualche libro, giornale, il caffè sul molo e l’incontro di alcuni amici conosciuti lo scorso anno.
A rituale compiuto ritorno al medesimo rituale… davanti agli scogli di fronte Portovenere, da Lyndy l’inglese, con le amiche che amano lo scoglio, con le nostre disquisizioni sull’arte. Raccolgo inoltre carusi (gasteropodi) tra quegli scogli, non x provare a fare la porpora come gli antichi ma per farne piccoli lumini con la cera grezza che accenderò sospesi in fila come il fuoco di San Venerio.
E’ qui che nasce in me il desiderio di “dire” con la grafica e non solo…
Ritorno a Portovenere e cerco l’amico Ivan dell’Hotel Genio per esaudire a questo mio desiderio di arte, di respiro, di essere
Infilo perle di parole: io,te, genio, Aladino, faro, scoglio, pietra, fossile, ammonite, puntasecca…? Cerco di sintetizzare con un titolo la mia esperienza sull’Isola e la mia esposizione d’arte.
Genio, genio… Lampada di Aladino? Ma cosa c’entra quel contenitore, l’unico oggetto che mi richiama è quella teiera sacra coperta di Lindy l’Inglese del Terrizzo, custodita gelosamente?
Ma …la perla aveva a che fare col genio… Heinrich Heine in una sua poesia… E’ il genio, come una perla nell’ostrica, solo una splendida e rara malattia?
La perla è… quel “respiro isolano” e cerco informazioni sul genio. Non è solo fumo ma anche luce, il genio è simbolo dell’essere spirituale…
Il titolo della mostra è “?” come “domanda”, chiedere un desiderio o desiderare la domanda.
Il desiderio è domanda. Domanda che non dipende da me, come quelle mattine in cui affiorava di fronte al Tino.
Nadia Merica Formentini
*SAN VENERIO: patrono dei fanalisti… accendeva fuochi, sulla vetta del Tino, per dare un punto di riferimento certo ai naviganti spauriti e dispersi nell’alto Tirreno.
**(in epoca romana, Portovenere era un “porto rifugio” e non un “porto emporio” come l’antica Luni)
LAMPADA: Il simbolismo della l. è legato alla diffusione della luce. In Occidente la l, secondo un rituale cristiano, era una prova della presenza di Dio. La consuetudine di accendere candele o lumini davanti alle statue dei martiri e santi,o il lumino a olio che si tiene sospeso e la “lampada eucaristica” che deve ardere giorno e notte, esprime dedizione e amore.
GENIO: nella maggior parte delle tradizioni antiche e con nomi diversi, un genio accompagna ogni uomo, come suo doppio, demone, angelo custode, consigliere; è la sua intuizione, la voce della coscienza sovranazionale. E’ il simbolo del raggio di luce che sfugge ad ogni controllo e che genera la convinzione e più intima e più forte; presente in ogni persona , fisica o mortale, il genio è simbolo dell’essere spirituale.
SCOGLIO: .Gli scogli sono sempre stati considerati a mostri marini: nei racconti di navigazione sono una vera e propria ossessione. Sono i nemici implacabili sulla via del destino, ostacolo ad ogni compimento. E sono tanto più temibili in quanto il navigatore è già in preda alle peggiori difficoltà ad es. della tempesta, della foschia, della notte; lo scoglio è là per dare il colpo di grazia allo sventurato navigatore in difficoltà.
Ref.: Dizionario dei simboli-Rizzoli
Inaugurazione: venerdi 4 settembre ore 18.30
Hotel del Genio
P.za Bastreri, 8 - Portovenere (SP)
tutti i giorni 10.30-22