Federica Cimatti - Altofragile
Milizia torna a giocare sul concetto di ibridazione del linguaggio nella cultura e nell'estetica contemporanea. Mood Mixer riprende e rielabora in chiave grafica e ironica la ricerca di Robert Plutchik, psicologo americano che nel 1980 propose una classificazione di 8 emozioni base a intensita' variabile. L'artista propone con Mood Mixer ulteriori sfumature nell'ambito degli stati d'animo possibili o impossibili, gia' vissuti o ancora da vivere.
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Sabato 5 settembre 2009, presso la galleria parigina Jousse Entreprise, Mario Milizia inaugura una mostra personale con il progetto Mood Mixer.
Secondo appuntamento di una ricerca cominciata con Style Mixer nel 2003, Mood Mixer è una sorta di gioco, ma anche uno strumento d’indagine: si presenta come un raffinato disco di cartone bianco lucido a doppio livello, che permette di generare oltre quindicimila possibili mood combinando tra loro emozioni, stati d’animo e sentimenti apparentemente contraddittori o inconciliabili. Dalla loro unione, tuttavia, nascono nuovi e imprevedibili stati d’animo in grado di definire reali fenomeni del presente o di evocare possibili futuri modelli concettuali: “catatonic satisfaction”, “compulsive regret”, “stressful delight” sono alcune delle evocative combinazioni create da Mood Mixer.
Mario Milizia torna a giocare sul concetto di ibridazione del linguaggio nella cultura e nell’estetica contemporanea così come fece nel 2003, in occasione della sua mostra personale sempre alla galleria Jousse Entreprise, quando - con la stessa veste grafica ma in un rigoroso colore nero - presentò Style Mixer che, allora, combinava casualmente generi musicali, stili architettonici e movimenti artistici dando vita a combinazioni spesso ironiche e dissonanti, altre volte assolutamente credibili. Non è facile immaginare cosa potrebbe essere un “Minimal Louis XIV”, o il “Medieval Hip-Hop”.
Mood Mixer riprende e rielabora in chiave grafica e ironica la ricerca di Robert Plutchik, psicologo americano che nel 1980 propose nel suo Theories of Emotion una classificazione di otto emozioni base a intensità variabile. Mettendo a punto un modello combinatorio tridimensionale, Plutchik dimostra che le combinazioni di queste otto emozioni di base generano altre otto emozioni. Ad esempio, combinando due sentimenti quali “estasi” ed “ammirazione” si ottiene “amore”. Riconoscente allo studioso americano ma non soddisfatto, Milizia propone con Mood Mixer ulteriori sfumature nell’ambito degli stati d’animo possibili o impossibili, già vissuti o ancora da vivere.
Accompagna la presentazione di Mood Mixer un video dal titolo Jubilant Hallucination (da una delle quindicimila possibili combinazioni) della durata di 21 minuti.
Utilizzando frammenti e immagini di un concerto live, di cui non ci dà notizia, Milizia compone un video in cui, con il supporto di un tecnico del suono, riscrive l’audio. Montando dieci tracce sonore di differenti artisti, da Madonna ai Black Eyed Peas, da Katy Perry a Armin van Buuren, l’artista dà vita così a un “reale” concerto pop, dove le immagini raccontano in modo iperrealistico un live che di fatto non ha mai avuto luogo.
Obiettivo di Milizia è creare un cortocircuito tra reale e artificiale, dando forma e provocando vere emozioni.
La mostra è accompagnata da un testo critico di Luca Cerizza.
Biografia
Mario Milizia nasce a Milano nel 1965, dove vive e lavora occupandosi prevalentemente di art direction e comunicazione per importanti aziende del lusso internazionali. Ha esposto il suo lavoro in Italia e all’estero in prestigiosi spazi pubblici e gallerie private. Tra le mostre più significative le personali alla galleria Jousse Entreprise, Parigi, 2001, 2003; alla Galerie Edward Mitterand, Ginevra, 2002; presso il Niitsu Art Forum, Niitsu, Giappone, 2000; presso Neon, Bologna, 1998; e Soundtrack without film, in Viafarini, Milano, 1996.
Ha partecipato a diverse mostre collettive tra cui The World, Speak For Gallery, Tokyo e Jousse Entreprise, Parigi, 2003; Design et activisme, Speak For Gallery, Tokyo, 2001; Expander 1.0, a cura di Pierre Bal Blanc e Laurent Godin, in collaborazione con Blocnotes, Galerie Jousse Seguin, Parigi, 1999; Seamless, a cura di Luca Cerizza, De Appel Foundation, Amsterdam, 1998; Jingle Bells, a cura di Uwe Schwarzer, Galleria Massimo De Carlo, Milano, 1997; Chi o che cosa a seconda dei casi, Neon, Bologna, 1997; Ne Dites Pas Non, a cura di John Armleder, MAMCO, Ginevra, 1997; 504, Zentrum für Kunst, Braunschweig, 1997; Aperto ’97, Trevi Flash Art Museum, Trevi, 1997; 1° Premio Trevi Flash Art Museum, Trevi Flash Art Museum, Trevi, 1996.
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On Saturday, September 5, 2009 at the Parisian gallery Jousse Entreprise, Mario Milizia will inaugurate his solo show with the project Mood Mixer.
The second installment of a research begun with Style Mixer in 2003, Mood Mixer is a sort of game, but also an investigative tool: it presents itself as a refined disk in glossy white cardboard with two levels, which allows users to generate over 15,000 different moods by combining seemingly contradictory or irreconcilable emotions, states of mind, and sentiments. Yet from their union are born new and unpredictable feelings and moods, able to define real present phenomena or to evoke possible future conceptual models: “catatonic satisfaction,” “compulsive regret,” “stressful delight” are but a few of the suggestive combinations created by Mood Mixer.
Mario Milizia plays once again with the concept of language hybridization in contemporary culture and aesthetics, just as he had done in 2003, on the occasion of his solo exhibition also at Jousse Entreprise, when—with the same design but in a rigorous black—he presented Style Mixer which, at that time, randomly combined music genres, architecture styles, and art movements, thereby giving rise to combinations that were oftentimes ironic and dissonant, and at others absolutely credible. It’s not easy to imagine what a “Minimal Louis XIV” or a “Medieval Hip-Hop” could be.
Mood Mixer picks up on and re-elaborates in its design and irony the research of Robert Plutchik, an American psychologist who in 1980 proposed in his Theories of Emotion a classification of eight basic emotions with varying intensity. In establishing a three-dimensional combination model, Plutchik demonstrated that the combinations of these eight basic emotions generate eight other emotions. For example, by joining two sentiments such as “ecstasy” and “admiration,” one obtains “love.” Grateful to the American scholar but not satisfied, Milizia proposes with Mood Mixer more nuances in the field of possible or impossible, experienced or yet-to-experience moods.
Accompanying the presentation of Mood Mixer is a video entitled Jubilant Hallucination (from one of the 15,000 possible combinations) lasting twenty-one minutes.
By using footage and images from a live concert, of which we are not given any information, Milizia composes a video where, with the support of a sound engineer, he rewrites the audio. By editing ten sound tracks by different artists, from Madonna to the Black Eyed Peas, from Katy Perry to Armin van Buuren, the artist gives life to a “real” pop concert, where the images narrate in a hyperrealistic way a live concert that never actually took place.
Milizia’s goal is to create a short-circuit between real and unreal, giving shape to and provoking actual emotions.
Critical essay by Luca Cerizza.
Biography
Mario Milizia was born in Milan in 1965, where he lives and works, mainly focusing on art direction and communication for important international luxury brands. His work has been shown in Italy and abroad, in prestigious public venues and private galleries. Some of his most significant solo exhibitions have been held at Jousse Entreprise, Paris, 2001, 2003; at the Galerie Edward Mitterand, Geneva, 2002; at Niitsu Art Forum, Niitsu, Japan, 2000; at Neon, Bologna, 1998; and Soundtrack without film, at Viafarini, Milan, 1996.
He has also participated in various group shows, including: The World, Speak For Gallery, Tokyo and Jousse Entreprise, Paris, 2003; Design et activisme, Speak For Gallery, Tokyo, 2001; Expander 1.0, curated by Pierre Bal Blanc and Laurent Godin, in collaboration with Blocnotes, Galerie Jousse Seguin, Paris, 1999; Seamless, curated by Luca Cerizza, De Appel Foundation, Amsterdam, 1998; Jingle Bells, curated by Uwe Schwarzer, Galleria Massimo De Carlo, Milan, 1997; Chi o che cosa a seconda dei casi, Neon, Bologna, 1997; Ne Dites Pas Non, curated by John Armleder, MAMCO, Geneva, 1997; 504, Zentrum für Kunst, Braunschweig, 1997; Aperto ’97, Trevi Flash Art Museum, Trevi, 1997; 1° Premio Trevi Flash Art Museum, Trevi Flash Art Museum, Trevi, 1996.
Opening Saturday, September 5, 2009, at 6:30 pm
Ufficio stampa
ALTOFRAGILE
Federica Cimatti | +39 02 67077082 | +39 333 4346146 | f.cimatti@altofragile.it
Giulia Mainetti | +39 02 36522680 | +39 347 0557639 | g.mainetti@altofragile.it
Inaugurazione sabato 5 settembre 2009, ore 18.30
Jousse Entreprise
24, rue Louise Weiss, 75013 Parigi
orario da martedì a sabato, dalle 11 alle 19
Tuesdays to Saturdays, 11 am to 7 pm