La Giarina Arte Contemporanea
Verona
(Interrato) dell'Acqua Morta 82
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The mask
dal 9/5/2002 al 31/7/2002
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Segnalato da

La Giarina




 
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9/5/2002

The mask

La Giarina Arte Contemporanea, Verona

Il volto plurale. Collettiva. Nelle immagini esposte gli artisti in qualche modo sopprimono il loro io, lo sottopongono a una operazione sacrificale, ma contemporaneamente lo rimodellano e lo ricreano in un'altra realta', in un altro dove e in un altro quando. E' l'antico motivo della maschera a manifestarsi.


comunicato stampa

Il volto plurale

Janieta Eyre, Antonio Girbes, Barbara La Ragione, Urs Lüthi, Yasumasa Morimura, Erwin Olaf, Luigi Ontani, Man Ray, Arnulf Rainer, Luisa Raffaelli, Cindy Sherman, Francesco Totaro.

A cura di: Luigi Meneghelli

Di fronte alla foto del proprio volto e del proprio corpo sfregiato A. Rainer afferma: 'Voglio solo metamorfosi, mutamenti, salti, il non ancora formulato'; e L. Ontani, nel suo attraversare e vivere, come un ilare dandy, le più disparate epoche, immagini, identità, sostiene: 'L'opera necessita di festa, capriccio, contraddizione'. Come dire che le condizioni poste dall'arte contemporanea sono quelle di una sottrazione del soggetto rispetto ad una identità delineata, ad una fisionomia con cui farsi riconoscere, a una parte da recitare.

Nelle immagini esposte gli artisti in qualche modo sopprimono il loro io, lo sottopongono a una operazione sacrificale, ma contemporaneamente lo rimodellano e lo ricreano in un'altra realtà, in un altro dove e in un altro quando. E' l'antico motivo della maschera a manifestarsi: quello cioè di celare e dischiudere, di velare ed esporre: è il motivo di un volto in costante divenire, mai dato e definito in eterno, ma che si costruisce e crea senza fine, proprio per eccedere un corpo sociale sempre più anonimo, indistinto, omologato.

Così, si va da una maschera tribale (di M. Ray) con le sue valenze soprannaturali, a metà strada tra la magia e la religione, ai 'doppi' ambigui e suggestivi di U. Lüthi, all'esasperato cannibalismo iconico di Y. Morimura che si appropria e metabolizza tutti i feticci di una civiltà globalizzata, fino a C. Sherman che mette in scena corpi grotteschi, informi, simili a bambole erotiche, o a J. Eyre che si costruisce delle improbabili, surreali autobiografie in cui trasferire il proprio 'habitus' identitario, o a E. Olaf che arriva ad alterare il proprio volto al limite di una inquietante clownerie: o ancora, fino all'universo da fetish-club di L. Raffaelli e a quello in dissolvenza di F. Totaro, allo sguardo mummificato di B. La Ragione e a quello pietrificato di A. Girbes.

Si potrebbe pensare che la mostra intenda giocare con le forme e con i concetti di identità e di gender (oggi tanto di moda), muoversi sui confini incerti delle mutazioni, delle trasfigurazioni, delle ibridazioni. In realtà qui si fa prospettiva proprio sulla figura della maschera che può dissimulare il volto, ma anche sovrapporsi ad esso, facendogli così assumere paradossalmente il valore stesso di maschera. L'artista cerca il radicalmente diverso, l'alterità, ciò che non è confinato in se stesso e nella propria illusoria autonomia: è alla ricerca di sè, attraverso il rapporto con il corpo dell'altro (o con un 'corpo altro'). Egli si inventa attraverso l'inganno: perché 'fingere - come scrive Pessoa - è conoscersi'.

Immagine: Cindy Sherman, Untitled film still, 1978

Inaugurazione: venerdì 10 maggio 2002 ore 18. 30

Orari: dal martedì al sabato 15.30/19.30 escluso festivi.

La Giarina arte contemporanea,
Interrato dell'acqua morta 82, 37129 Verona, Tel/Fax 045 8032316

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