La mostra è composta da una cinquantina di opere recenti tra dipinti, disegni, inchiostri ed è corredata da un volume, edito da Verso l'Arte, di 224 pagine, contenente le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte
La mostra "Maurizio Roasio: 813C", allestita nella prestigiosa Galleria del Colonnato,
adiacente il Museo d'Arte Sacra Antica - Castello Cinquecentesco de L'Aquila,
si inaugurerà giovedì 18 maggio 2000, alle ore 17 alla presenza dell'artista
stesso e del curatore, Davide Pellegrini.
Essa è composta da una cinquantina di opere recenti tra dipinti, disegni, inchiostri
ed è corredata da un volume, edito da Verso l'Arte, di 224 pagine, contenente
le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte, la presentazione del Soprintendente
ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e storici dell'Abruzzo, architetto
Giovanni Bulian, i testi del dottor Davide Pellegrini suddivisi nei capitoli:
"Maurizio Roasio: le ragioni dell'astratto", "Le opere", "Ultima produzione",
"Intervista", "Antologia critica"; infine, una sintesi biografica aggiorna sull'attivitÃ
artistica di Roasio.
Sarà possibile visitare la mostra fino al 30 giugno, tutti i giorni - escluso
il lunedì - dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30.
Così, Davide Pellegrini introduce alla lettura delle opere recenti di Roasio:
"813 C, l'ultima, più recente produzione dell'artista, una sigla numerica che
richiama le creazioni di Capogrossi e Hartung e dell'uno e dell'altro contiene
gli elementi. La superficie, studiata come un campo aperto di possibilità linguistiche,
diventa luogo di costruzione di configurazioni percorse dal segno, apre ai vapori
del non - formale e all'intrusione delle geometrie. Non c'è mai puro calcolo
razionale in Roasio ma mediazione - proprio come nel caso del monolito -, l'idea
di un'armonia di contrari nello sposarsi dialettico dell'ordine con il disordine.
E' un pensiero che si fa spirito nella riflessione che le forme dell'artista
concedono al mondo, l'eventualità che l'esistenza sia, nel grado più profondo,
null'altro che un percorso in cui ogni elemento si incontra col proprio contrario
per trascendere la pura materialità della natura e proporre una nuova conoscenza.
In questa cifra si nasconde una formula simbolica che descrive un passaggio dell'artista,
ormai nomade, lungo le pianure dell'espressione, in essa si concentra ciò che
ogni numero descrive nel variare dei riferimenti e il contrasto dell'assenza
di un significato preciso: quello che e certo è il potere del numero, la qualitÃ
di dominare qualsiasi cosa possa essere concentrata in esso. .....".
La peculiarità tecnica di queste opere, oli, tecniche miste, alchilici, su tela
o su legno, è data da una sorta di "ritorno" alla sovrapposizione di piani e
conseguente intersecazione o prolungamenti di linee e di geometrie, già presenti
nelle opere degli anni Ottanta, in particolare in quelle che compongono il Ciclo
di San Sebastiano. Inoltre, i dipinti, quasi tutti verticali, rispettano misure
massime ricorrenti di cm 110x45.
Anche le fantastiche maree bretoni hanno avuto un ruolo non indifferente nella
suggestione delle opere, che Maurizio Roasio ha realizzato in parte nel suo studio
di Perros Guirec.
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