Allegra Giorgolo - Villa Massimo
Undicesima edizione del ciclo espositivo "Soltanto un quadro al massimo" che mette a confronto un'opera di un artista italiano con una di un artista tedesco. Per questo appuntamento Jodice propone Trentaremi (2002) e Gursky Gelsenkirchen (1991). La rassegna e' curata da Ludovico Pratesi e dal Direttore dell'Accademia Tedesca, Joachim Bluher.
Mercoledì, 23 settembre 2009, l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo inaugura l’undicesima edizione del ciclo espositivo Soltanto un quadro al massimo con i due artisti Mimmo Jodice e Andreas Gursky.
La nota rassegna, ideata dal curatore Ludovico Pratesi e dal Direttore dell’Accademia Tedesca, Dr. Joachim Blüher, mette a confronto ad ogni edizione un’opera di un artista italiano con una di un artista tedesco. Gli artisti che finora si sono contrapposti sono: Enzo Cucchi e Georg Baselitz (2003), Jannis Kounellis e Jörg Immendorff (2004), Emilio Vedova e Markus Lüpertz (2004), Marisa Merz e Rebecca Horn (2005), Domenico Bianchi e Sean Scully (2005), Mario Merz e Wolfgang Laib (2006), Michelangelo Pistoletto e Rosemarie Trockel (2007), Grazia Toderi e Tobias Rehberger (2008), Vanessa Beecroft e Wolfgang Tillmans (2008), nonché Paola Pivi e Jonathan Meese.
In occasione dell’undicesima edizione di Soltanto un quadro al massimo saranno esposte due grandi fotografie: Mimmo Jodice espone Trentaremi (2002) e Andreas Gursky presenta il lavoro Gelsenkirchen (1991).
Mimmo Jodice è nato nel 1934 a Napoli, dove tuttora vive e lavora. Frequenta gli ambienti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dopo prime esperienze con la pittura e la scultura alla fine degli anni Cinquanta si avvicina alla fotografia. Le sue produzioni degli anni Sessanta orientate verso la sperimentazione e la manomissione delle tecniche tradizionali della fotografia vedono l’influenza dell’informale e delle avanguardie, specie il Cubismo e il Surrealismo. Nel 1967 espone per la prima volta il suo lavoro alla Libreria La Mandragola a Napoli. Dal 1968 al 1985 collabora con il gallerista Lucio Amelio ed entra in contatto e lavora con artisti come Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Sol LeWitt, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Jannis Kounellis, Alberto Burri e Gino De Dominicis. Negli anni a seguire si dedica alla fotografia di paesaggi, città e sculture antiche, che fotografa tutte rigorosamente in bianco e nero.
Mimmo Jodice ha esposto in importanti gallerie e musei in Italia e all’estero come al Philadelphia Museum of Art (1995), alla Maison Européenne de la Photographie a Parigi (1997), al Palazzo Ducale di Mantova (1998), al Kunstmuseum di Düsseldorf (1998), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2000), nella Cappella Palatina di Castel Nuovo a Napoli (2000), al Castello di Rivoli a Torino (2000), alla Galleria Lia Rumma (2001), alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (2001), al MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea a Rovereto (2004), al Museum of Contemporary Art a Shangai (2006), al Palazzo Reale a Milano (2006) e al Museo Capodimonte a Napoli (2008). I suoi lavori fanno parte di importanti mcollezioni tra cui della Aperture Foundation a New York, del Philadelphia Museum of Art e del Museum of Modern Art di San Francisco.
Andreas Gursky è nato nel 1955 a Lipsia e dagli anni Ottanta vive e lavora a Düsseldorf. È allievo dei fotografi Bernd e Hilla Becher alla Kunstakademie ma Düsseldorf, i quali contribuirono all’instaurarsi di una nuova forma di oggettività nella fotografia. Da loro si allontana però precocemente, madottando la fotografia a colori e di grande formato. A partire dal 1992 mcomincia ad elaborare digitalmente le sue fotografie in cui l’aspetto compositivo è sempre accuratamente studiato. Gursky rappresenta, nella loro evidenza, paesaggi urbani e umani, scene d’insieme nelle quali il piccolissimo e il grandissimo risultano visibili con identica nettezza. Allo stesso modo, malgrado il suo senso acuto del dettaglio, egli elude ogni intento aneddotico. Nelle sue foto l’appiattimento dei piani induce nello spettatore una sensazione di esclusione. Gursky stabilisce così una distanza, rendendo impossibile ogni partecipazione.
Andreas Gursky ha esposto in sedi istituzionali e private in tutto il mondo, fra cui al P.S.1 a New York (1989), al Künstlerhaus di Stoccarda (1991), alla Kunsthalle di Zurigo (1993), alla Tate Gallery a Liverpool (1995), al Kunstmuseum di Wolfsburg (1998), al Fotomuseum di Winterthur (1998), alla Kunsthalle di Düsseldorf (1998), alla Serpentine Gallery di Londra (1999), al Castello di Rivoli a Torino (1999), al MOMA di New York (2001), alla Galleria Lia Rumma (Napoli 1992 e Milano 2001), al Centro de Arte Reina Sofia a Madrid (2001), al San Francisco Museum of Modern Art (2003), all’Istanbul Museum of Modern Art (2007), al Museum für Gegenwartskunst di Basilea (2007), alla Galleria Monika Sprüth Philomene Magers a Londra (2007), al Museum für Moderne Kunst a Francoforte sul Meno (2008) e al Moderna Museet a Stoccolma (2009).
Immagine: Andreas Gursky, Gelsenkirchen, 1991. Color print, 172x205 cm. Edition of 4. Courtesy Galleria Lia Rumma, Napoli/Milano
Inaugurazione: 23 settembre ore 19.30
Accademia Tedesca Roma Villa Massimo
Largo di Villa Massimo, 1-2 - Roma
Orari: lun-gio 9-13 e 14-17, ven 9-13