Santa Maria alla Scala
Siena
piazza Duomo, 2
0577 534511, 0577 534501 FAX 0577 534510
WEB
Francesca Woodman
dal 24/9/2009 al 6/2/2010
tutti i giorni 10,30-18,30 (chiusura biglietteria ore 18)

Segnalato da

Carlo Simula




 
calendario eventi  :: 




24/9/2009

Francesca Woodman

Santa Maria alla Scala, Siena

Una grande mostra retrospettiva di Francesca Woodman composta da 114 fotografie, alcune delle quali inedite. Le serie fotografiche piu' significative si identificano con i luoghi dove sono state realizzate e ripercorrono i passaggi essenziali della sua biografia. Quasi tutta la produzione dell'artista vive nel rapporto tra il proprio corpo, oggetto e soggetto degli scatti, e il proprio sguardo, nella dialettica che s'instaura fra la Woodman artista e la Woodman modella di se stessa. A cura di Marco Pierini e Isabel Tejeda.


comunicato stampa

a cura di Marco Pierini e Isabel Tejeda

sms contemporanea, il centro di arte contemporanea del Santa Maria della Scala di Siena, in collaborazione con l’Espacio AV di Murcia e l’Estate di Francesca Woodman di New York presenta una grande mostra retrospettiva di Francesca Woodman composta da 114 fotografie, alcune delle quali inedite.

Nata a Denver nel 1958, figlia degli artisti Betty e George Woodman, Francesca cominciò a lavorare col mezzo fotografico a soli tredici anni di età, quando realizzò il primo autoscatto. Nei nove anni che separano questo esordio dall’abbandono volontario della vita, avvenuto nel gennaio 1981 a soli ventidue anni, l’artista ha continuato a fotografare se stessa in ambienti domestici, in mezzo alla natura, sola o con amiche, nel vivo di azioni e performance appositamente progettate.

Le serie fotografiche più significative si identificano con i luoghi dove sono state realizzate e ripercorrono i passaggi essenziali della sua biografia: la prima ha per scenario Boulder, nel Colorado, e data agli anni della scuola superiore, la seconda riguarda l’intenso periodo di formazione presso la Rhode Island School of Design di Providence, seguita da quella, molto ricca, che fra 1977 a 1978 venne eseguita a Roma. New York, da una parte, e la natura incontaminata della MacDowell Colony nel New Hampshire rappresentano le fasi estreme della sua opera.
Quasi tutta la produzione dell’artista vive nel rapporto tra il proprio corpo, oggetto e soggetto degli scatti, e il proprio sguardo, nella dialettica cioè che s’instaura fra la Francesca Woodman artista e la Francesca Woodman modella di se stessa.

Di sé non offre mai alcuna visione idealizzata, eroica, caricata di particolari significati; al contrario, la propria immagine è sempre inserita nell’universo delle cose, come fosse una di esse o, meglio ancora, parte di esse. Ecco allora che il corpo di Francesca quasi si assimila con l’intonaco dei muri, gioca con la propria ombra, compare da porte e finestre, si nasconde tra i mobili e gli oggetti; la luce ne sfalda la consistenza piuttosto che esaltarla, oppure ne tornisce le forme purché siano sempre colte come frammenti, come particolari. Tratti caratteristici e ricorrenti sono anche l’assenza del volto, tagliato via dall’inquadratura – o nascosto da maschere, dai propri capelli, da una torsione del collo o del busto – e la dimensione performativa, ben evidenziata anche dai pochi minuti di video girati dall’artista che sarà possibile vedere nel percorso della mostra. La mostra è accompagnata da un catalogo edito dalla Silvana Editoriale con testi di Isabel Tejeda, Marco Pierini, Rossella Caruso e Lorenzo Fusi.

Nota biografica - Francesca Woodman

Il 3 aprile 1958 nasce a Denver, Colorado. Il padre George è un pittore, la madre Betty una ceramista.
Tra 1965 e 1966 la famiglia Woodman trascorre un anno a Firenze, dove Francesca frequenta la seconda elementare in una scuola italiana. Rientrati negli Stati Uniti Francesca frequenta la scuola pubblica a Boulder, nel Colorado, e prende lezioni di pianoforte. Ad Andover, nel Massachussets, sceglie di iscriversi nel 1972 all’Abbot Academy, una scuola privata per sole donne, tra i pochi licei americani con corsi d’arte. Subisce l’influenza di una delle insegnanti, la fotografa Wendt Snyder McNeill, che ritroverà poi alla Rhode Island School of Design di Providence.

A questo periodo risalgono le prime fotografie, stampate nella camera da letto trasformata in studio fotografico. Ogni estate la famiglia soggiorna ad Antella, vicino Firenze, in un casale immerso nella campagna che avevano acquistato nel 1969.
Tra 1973 e 1974 frequenta ad Andover la Phillips Academy e ha come insegnante di fotografia Don Snyder, fratello di Wendy Snyder McNeill. Torna in estate ad Antella con la famiglia.

Tra 1974 e 1975 frequenta la scuola secondaria a Boulder, diplomandosi nel giugno del 1975. Nella vecchio cimitero della cittadina universitaria esegue una serie di scatti he la ritraggono mentre attraversa una stele tombale. In estate torna ad Antella.
Dell’estate del ’76 è un gruppo di fotografie, sempre eseguite con l’autoscatto, dove il suo corpo nudo è immerso in un paesaggio desertico. A partire da settembre frequenta a Providence un’Accademia di belle arti: la Rhode Island School of Design (RISD). Aaron Siskind è tra i suoi professori, suoi compagni e amici Sloan Rankin, George Lange e Arlene Shechet. L’appassionano le fotografie di Man Ray, Duane Michals, Arthur Felling Weegee. Risiede in un grande appartamento semivuoto nell’edificio industriale di Pilgrim Mills, dove ambienta numerose fotografie. Appartengono inoltre al primo anno della RISD le serie Depht of field, Charlie the model, Door in abandoned house, Abandoned house, Space2, Polka dots, Spring in Providence.

Tra il 1977 e il 1978 è in Italia con l’amica Sloan Rankin per seguire i corsi europei della RISD che ha sede in Palazzo Cenci, nel centro di Roma. Conosce i proprietari della libreria antiquaria Maldoror, Giuseppe Casetti e Paolo Missigoi, che allestiranno la sua prima personale in Italia. Stringe amicizia con Sabina Mirri, Edith Schloss, Giuseppe Gallo, Enrico Luzzi, Suzanne Santoro. Sviluppa le serie Angels, già iniziata a Providence, e realizza le Eel series, la Serie del guanto (1977) e Self-deceit (1978). Del soggiorno romano sono anche alcuni autoscatti dove si ritrae nuda con il corpo sporcato da diverse sostanze (farina, pigmenti, gesso) che nella stampa in bianco e nero acquistano valore materico, a contrasto con la liscia compattezza dell’incarnato. Nell’autunno del 1978 torna a frequentare a Providence l’ultimo semestre della RISD e nel gennaio 1979 consegue il B.F.A. in fotografia e si trasferisce a New York. Trascorre l’estate a Stanwood, Washington, insieme al suo compagno Benjamin Moore, e stampa un gruppo di fotografie di dimensioni varie e con un insolito sviluppo orizzontale, che ripropongono il tema dei corpi nudi o vestiti in comunione panica con la natura. A novembre allestisce alla Woods-Gerry Gallery (RISD) la personale Swan Song, un omaggio a Proust, del quale legge l’opera completa. Nell’intenzione di affermarsi come fotografa sperimenta anche la fotografia di moda (Fashion photographs), ispirandosi al lavoro di Deborah Tuberville, tra gli autori ai quali manda i suoi dossier.

Nella primavera del 1980 lavora al Temple project, una sorta di ricostruzione della facciata dell’Eretteo, dove modelle avvolte da panneggi classicheggianti sostituiscono le cariatidi. Durante l’estate, come artista residente della MacDowell Colony (Peterborough, New Hampshire), sviluppa in alcune serie di provini a contatto il tema delle corrispondenze con gli elementi naturali: le sue braccia, rivestite di corteccia, sono rami di betulla; il suo corpo, ricoperto da tessuti fiorati, si confonde con il terreno. In questo periodo sperimenta anche le blueprints (cianografie), alcune delle quali furono esposte all’Alternative Museum di New York. Nel corso dell’anno partecipa a due mostre collettive presso la galleria newyorchese di Daniel Wolf, dove conosce i critici Peter Frank e Max Kozloff e il collezionista di opere surrealiste Timothy Baum.
Nel gennaio 1981 esce l’edizione a stampa di Some disordered interior geometries (Synapse Press, Philadelphia), uno dei sei quaderni fotografici progettati durante il soggiorno romano.
Il 19 dello stesso mese abbandona volontariamente la vita.

Informazioni e materiale stampa
Carlo Simula
0577 292262
carlo.simula@sms.comune.siena.it

Inaugurazione 25 settembre, dalle ore 18.30

Santa Maria della Scala
P.zza Duomo, 1 Siena
Tutti i giorni dalle 10,30-18,30 (chiusura biglietteria ore 18)
Biglietti: Intero senza prenotazione € 6.00, con prenotazione € 5.50
Ridotto senza prenotazione € 4.50, con prenotazione € 4.00
per gruppi superiori a 15 persone
Ridotto senza prenotazione € 3.50,o con prenotazione € 3.00
studenti di ogni ordine e grado,ultrasessantacinquenni, invalidi e militari
Ingresso gratuito ragazzi di età inferiore a 11 anni, residenti nel Comune di Siena, visitatori disabili

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Ambrogio Lorenzetti
dal 4/12/2015 al 4/12/2016

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