Centro Civico Culturale
Treviglio (BG)
vicolo Bicetti, 11
0363 317502
WEB
Virginio Ciminaghi 1911-2001
dal 15/5/2002 al 7/7/2002
0363 317502, 0363 317506, 0363 317509

Segnalato da

Sara Fontana




 
calendario eventi  :: 




15/5/2002

Virginio Ciminaghi 1911-2001

Centro Civico Culturale, Treviglio (BG)

Questa mostra antologica di Virginio Ciminaghi s'inserisce in un quadro di sempre maggior interesse per la scultura italiana del Novecento, che negli ultimi anni ha sollecitato varie occasioni di studio e di divulgazione, non soltanto in Italia.


comunicato stampa

Questa mostra antologica di Virginio Ciminaghi s'inserisce in un quadro di sempre maggior interesse per la scultura italiana del Novecento, che negli ultimi anni ha sollecitato varie occasioni di studio e di divulgazione, non soltanto in Italia.

Scomparso un anno fa a Milano, la città natale in cui aveva sempre operato, Ciminaghi è riconosciuto fra i maggiori interpreti della scultura del secolo scorso non solo in Lombardia, dove il suo linguaggio plastico affonda le radici, ma anche in Italia e in Europa.

Fedele a una ricerca sofferta e silenziosa, scaturita inizialmente dal disegno e confluita in una lunga sequenza di sculture, a rilievo e a tutto tondo, Ciminaghi privilegia il bronzo rispetto ad altri materiali, traendone effetti di vibrante luminismo, nel solco dell'antica tradizione lombarda. Si concentra ossessivamente su pochi soggetti: il ritratto, la maternità, l'annunciazione e la coppia. Nei rilievi sviluppa i temi della natività, dell'epifania e dell'ultima cena.
Nato a Milano nel 1911, Ciminaghi studia con Francesco Messina all'Accademia di Brera, dove tornerà ad insegnare negli anni Cinquanta. Ai suoi esordi disegna e modella di preferenza ritratti (specialmente di bimbi), nudi femminili e opere di tema religioso.

Dopo le prime personali a Milano e a Genova nel 1947, nella città natale riceve le prime commissioni pubbliche, fra cui il Busto di Filippo Meda nella Chiesa del Carmine. Partecipa al concorso per la quinta porta del Duomo di Milano con un bozzetto che viene apprezzato da Costantino Baroni. Nel 1950 realizza la statua del Beato Bascapè per una guglia terminale del Duomo e nel 1952 modella due Cariatidi in stucco per Palazzo Marino.
Dagli anni Cinquanta ha l'abitudine di trascorrere i periodi estivi nella villa di Rota Imagna (Bergamo), sede attrezzata per il lavoro e luogo ideale per arricchire la sua ispirazione. Da fine decennio matura un proprio linguaggio plastico, lavorando sulla figura umana isolata, che diverrà sempre più essenziale e verticale, e sulle animate composizioni dei rilievi. In seguito riduce le sue figure a una semplificazione estrema, ai limiti dell'astrazione, utilizzando, oltre al bronzo, anche il ferro.

Tra le numerose opere di destinazione liturgica, ricordiamo le quattro Acquasantiere (1958) per la chiesa del Collegio Arcivescovile Pio XI a Desio, le statue bronzee di San Luigi e di San Giorgio per l'Oratorio di Casatenovo (1961) e quelle di San Francesco e di Sant'Antonio Abate per la Chiesa di San Francesco d'Assisi a Milano (edificata da Giò Ponti all'inizio degli anni Sessanta), o ancora l'altare per il Santuario della Madonna del Sangue a Re in Val Vigezzo (1963). Per il Duomo di Cefalù realizza il nuovo altare in bronzo dorato, consacrato nell'aprile 1992. Dopo alcuni anni di totale isolamento, si spegne a Milano nell'aprile 2001.
Ciminaghi ebbe un largo successo critico ed espositivo negli anni Sessanta e Settanta, quando furono numerose le personali di prestigio: a Milano (Padiglione d'Arte Contemporanea, 1968; Galleria San Fedele, 1975), Torino (Gallerie Piemonte Artistico e Culturale, L'Approdo e La Cittadella), Assisi, Monza, Bologna, Forlì, Gallarate, Roma, Treviglio, Bari e Brescia; all'estero in gallerie private di Londra, New York, Amsterdam, Stoccolma, Malmö e all'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires. Negli ultimi due decenni lo scultore, già di carattere schivo e tormentato, a causa di dolorose vicende personali si chiuse in un ritiro silenzioso. E ciò in parte determinò la sua assenza dalla scena espositiva, anche a livello di ampie ricognizioni storiche, e l'oblio da parte delle istituzioni.

Le sporadiche mostre personali degli anni Ottanta e Novanta furono in gran parte sollecitate da amici ed estimatori dell'artista. Questa antologica, che è anche la prima mostra dedicata allo scultore dopo la sua scomparsa, intende ricostruire l'itinerario umano e professionale di Ciminaghi e restituirgli una posizione che merita nel panorama della scultura italiana novecentesca.
Nominato Accademico di San Luca nel 1965, le sue sculture appartengono, fra l'altro, alla Collezione Vaticana d'Arte Religiosa Moderna, alla Gipsoteca del Duomo di Milano, alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Milano, alla Collezione d'Arte Contemporanea Arte e Spiritualità di Brescia e alle Gallerie d'Arte Sacra dei Contemporanei di Milano e di Assisi.

La rassegna, organizzata dall'Amministrazione Comunale di Treviglio e curata da Sara Fontana, propone un itinerario cronologico attraverso un centinaio di opere, ottanta sculture e venti disegni. Opere selezionate in rapporto al percorso creativo dell'artista e al dialogo con la cultura figurativa dell'epoca, riproponendo le particolari tipologie e le tematiche frequentate da Ciminaghi: il ritratto, la maternità, la coppia, l'arte sacra e religiosa.
Le opere, in prevalenza inedite o non più visibili da decenni, provengono da musei e da collezioni private. Tra le raccolte pubbliche si segnalano la Gipsoteca del Duomo di Milano, la Collezione d'Arte Contemporanea Arte e Spiritualità di Brescia, la Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni di Cento, la Galleria d'Arte Moderna Raccolta Lercaro a S. Lazzaro di Savena.
La mostra è accompagnata da un catalogo (Siaca Arti Grafiche) che documenta per intero il percorso espositivo di Ciminaghi e ne ricostruisce l'itinerario biografico e professionale e la fortuna critica. E' la prima pubblicazione dedicata a Ciminaghi dopo l'ormai introvabile monografia del 1964, con testi di Franco Russoli, Luciano Budigna e Carlo Pirovano.
La mostra e il catalogo sono a cura di Sara Fontana.

Direzione Museo: Riccardo Riganti

Orari: da martedì a venerdì: 9.30 - 12.30 e 14.30 - 18.00, sabato e domenica: 15.00 - 19.30, lunedì chiuso
Ingresso libero

Informazioni: Ass.to alla Cultura del Comune di Treviglio - Tel. 0363-317506-502, Sala mostre: 0363-317509

Inaugurazione giovedì 16 maggio 2002 ore 18,30

Ufficio stampa: Daniela Nisoli, Sara Albergoni - Tel. 0363-317502-506

Sala Crociera del Museo Civico di Treviglio
via dei Facchetti 14, Treviglio (BG)

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