Movimento Concreto. In mostra un lungo tavolo dove sono appoggiate diverse strutture di edifici di misura variabile, con una base semi rotonda. L'idea e' di presentare uno di Skyline dinamico, dove il fruitore possa toccare e muovere, e nonostante questo, gli edifici mantengano una posizione eretta, verticale, indelebile. A cura di Antonio Arevalo.
a cura di Antonio Arèvalo
Il nuovo spazio romano di Furini Arte Contemporanea si inaugura con
una mostra personale di Marlon De Azambuja (nato nel 1978 a Santo
Antônio da Patrulha - Brasile, vive e lavora a Madrid), artista
brasiliano che intende stabilire un nesso poetico con il “movimento
Concreto” che è stato la più importante tendenza culturale in Brasile
in arte, letteratura, musica e architettura, basata sull’idea del
“concreto in movimento”, che racchiude in sé la sintesi di un’identità
complessa e aperta dove l’ambiente è protagonista ed è inteso sia come
luogo psicologico che fisico.
In questa sua prima personale italiana, Marlon utilizza dei
raggruppamenti di lavori che dialogano, ma che allo stesso tempo sono
diversi fra loro, in quanto ritiene indispensabile la complessità di
approfondimento per poter capire l’origine della ricerca. In questo
senso si parla del lavoro di un artista brasiliano, come brasiliana è
l’utopica Brasilia costruita da Niemayer, è la Poesia Concreta, lo
sono da Lygia Clark a Helio Oiticica, da Lygia Pape a Cildo Meireles,
da Tunga a Miguel Rio Branco.
Vediamo un lungo tavolo dove sono appoggiate diverse strutture simili
di edifici di misura variabile, con una base semi rotonda. L’idea
principale è di presentare una specie di Skyline dinamico, dove il
fruitore possa toccare e muovere, ma che nonostante questo gli edifici
mantengano quella posizione eretta, verticale, indelebile.
Insieme a quest’opera ci sono dei video registrati nella Avenida
Paolista, a São Paolo in Brasile, dove si vedono degli edifici, anzi
le loro punte verso il cielo, e un movimento della camera crea quasi
un effetto “concreto” di penetrazione. Questo è stato anche un modo
ironico per sfatare certe forme, in qualche maniera falliche, e certe
teorie sulle costruzioni orizzontali.
In mostra anche una versione dei lavori “Metaesquema” nella città di
Roma. I Metasesquema, che si può tradurre in ‘schema degli schemi’,
sono lavori che si legano strettamente al tessuto sociale e
all’ambiente, stabilendo in questo modo ‘relazioni percettivo-
strutturali’ tra l’opera e il contesto in cui essa si muove. Egli
fotografa oggetti della strada, per poi disegnare su di essi forme
geometriche. Col tempo può succedere che l’immagine impressa perda il
proprio colore naturale, ma la struttura rimarrà permanentemente. Si
tratta di una personale lettura della città utilizzando elementi di
strada, tombini, ecc., ma l’intenzione è comunque la manipolazione
dell’espressione che conduce a un riaggiustamento del contenuto che
potrebbe definire il cambiamento del codice abituale attraverso l’uso
estetico del segno di un linguaggio.
Da tre anni Marlon De Azambuja va sottolineando lo spazio urbano con
nastro adesivo, con la finalità di evidenziare o, meglio ancora, di
scoprire aspetti che ci sono sempre stati, ma che noi non abbiamo
affatto immaginato, con un risultato di peculiare crudezza dove non
c’è spazio per aspetti secondari.
Marlon De Azambuja fa parte della memoria di una cultura costruttiva,
che trova il suoi precedenti nel concretismo brasiliano, e si
intreccia con l’erotismo che deriva da una sensibilità tropicale. Ci
indica inoltre che esistono degli interstizi carichi di mobilità
attraverso cui fare transitare il linguaggio, per portarlo verso nuovi
accessi espressivi.
Inaugurazione 30 settembre ore 18,00
Furini Arte Contemporanea
Roma - Via Giulia 8
orari di apertura: da mercoledì a sabato 13 – 19
ingresso libero