A 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, una mostra ne ripercorrere la storia attraverso 80 immagini dell'agenzia fotografica Ullstein Bild e fotografie di archivio del quotidiano Suddeutsche Zeitung. Le immagini di reporter come Harmann, Jung, Hilde, Leibning, Becke, Stiebing H-P, Wende, attraverso un'assidua presenza lungo il perimetro del muro, hanno offerto alla maggior parte della stampa internazionale la rappresentazione della citta' divisa e costruito negli anni il nostro immaginario sulla cortina di ferro.
a cura di Uliano Lucas
9 novembre 1989, una data epocale per il mondo intero: cade il muro di Berlino, simbolo della guerra fredda, nella cortina di ferro che attraversava l’Europa, lungo bastione di cemento precompresso di quaranta chilometri, continuamente ampliato, rafforzato, sempre presidiato.
A 20 anni dalla caduta una grande mostra promossa dalla Regione Piemonte e da Alinari 24ORE e curata da Uliano Lucas ne ripercorrere la storia attraverso ottanta immagini dell’agenzia fotografica Ullstein Bild e fotografie di archivio del quotidiano Süddeutsche Zeitung.
Il muro di Berlino per quasi trent’anni è stato lo spartiacque fra il socialismo reale e il capitalismo consumista, tra l’Occidente e l’Oriente. Le immagini in mostra mostrano il filo spinato che divideva la città prima della sua erezione, le finestre murate delle case che davano sulla zona ovest, le morti e i tentativi di fuga, i saluti fra le famiglie divise, le proteste ufficiali e popolari nella Berlino Ovest contro la sua edificazione o per il suo abbattimento, così come i murales che iniziano a colorare di aspettative le pareti occidentali del muro negli anni ’80. Fino alla caduta del regime comunista nella DDR nel novembre dell’89, con la grande festa popolare che celebra l’evento, l’apertura delle frontiere, la gente finalmente libera di circolare, e le bandiere che sventolano fra la folla con la definitiva riunificazione delle due Germanie nel ‘90.
Attraverso il linguaggio crudo di una fotografia di cronaca tutta concentrata sullo spazio fisico del muro, sulla retorica della divisione così come su quella dell’unificazione, la mostra restituisce il clima di una città sotto assedio; materializza, rievocando i muri di recinzione di un lager – gulag la reclusione in cui era costretta metà Europa, sintetizza l’asfissia della guerra fredda e contemporaneamente, come dimostrano le foto che mettono a confronto diversi luoghi della città prima e dopo la cesura storica dell’89, svela nell’apertura degli spazi affrancati da una presenza pesante, una libertà di vivere che finalmente non è più “oltre il muro”.
Le immagini di abili e pazienti reporter come Hiss B., Harmann, Jung, Hilde, Leibning, Lehnartz, Becke, Stiebing H-P, Röhrbein e Wende attraverso un’assidua presenza lungo il perimetro del muro, hanno offerto alla maggior parte della stampa internazionale la rappresentazione della città divisa e costruito negli anni il nostro immaginario sulla cortina di ferro.
In occasione della mostra Alinari24ORE pubblicherà un catalogo corredato da immagini a colori e con testo in lingua italiana e inglese.
Arricchiscono la mostra numerose iniziative culturali quali giornate studio, lezioni di storia, letture, spettacoli, dibattiti, rassegne cinematografiche e fotografiche; incontri il cui fine è quello di sensibilizzare ed aiutare soprattutto i giovani a conoscere per non dimenticare.
Il Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà propone durante la manifestazione una seconda mostra fotografica sul tema dei confini: L’assenza dei confini/L’essenza dei confini (23 ottobre – 17 gennaio) su progetto dell’antropologa Stefania Seghetti e del fotografo Paolo Soriani, che si pone l’obbiettivo di fermare in parole e immagini il vissuto dei territori lungo confine. Il Circolo dei Lettori inaugura nella giornata di giovedì 24 settembre, con la presenza di Lech Walesa leader di Solidarnosc, una lunga scaletta di appuntamenti culturali con giornate studio, lezioni di storia, spettacoli e letture. Collaborano all’iniziativa anche il Goethe-Institut Turin e il Museo del Cinema con una rassegna cinematografica dal titolo C’era una volta il muro, la Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci e l’Istituto di Studi storici Gaetano Salvemini con un ciclo d’incontri e infine la Fondazione 900 di Chivasso che ha la Germania come Paese ospite all’interno della VI edizione del Festival Internazionale di Letteratura I luoghi delle parole e propone incontri e performance multimediali.
Ufficio stampa
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Inaugurazione giovedì 1 ottobre ore 18.30
Sala Bolaffi
via Cavour 17, Torino
martedì - domenica 10-19, lunedì chiuso
Apertura straordinaria lunedì 9 novembre
nel ventennale della caduta del muro
ingresso gratuito