Flower Collapsed. La riflessione che l'artista ha costruito per la sua personale e' un'analisi sulla dinamica sociale, proposta all'osservatore sotto la lente della singolarita' femminile, dove l'impulsivita' e' il centro di gravita', sia della mostra, che dell'attualita' che viviamo.
La riflessione che Lucia Leuci ha costruito per la sua imminente personale presso la galleria AMT è un'analisi sulla dinamica sociale proposta all'osservatore sotto la lente della singolarità femminile.
Non vi è più alcun timore nell'utilizzare aggettivi sessualizzati, una conquista del secolo scorso non è quella della parità omologante, ma piuttosto dell'intellettualità. Sempre più oggi il contesto urbano ci propone una realtà disumanizzata, senza profondità e senza possibilità di speculazione, di ricerca e di accuratezza verso le nostre attività. Ne consegue un'antropologia privata di valore metafisico, etico o spirituale. Il modello della "persona" occidentale - forse un po sinteticamente - è quindi tutto in superficie, senza contenuto. L'impulsività è il centro di gravità di questa mostra e dell'attualità che viviamo: quello che è non serve a nulla. L'effettivo è inutile. L'apparenza è la genesi e il fine delle nostre azioni.
"Io" è una piccola opera calligrafica attorno alla quale tutta la mostra sembra orbitare. In lontananza - come riferimento nel passato - sembra stagliarsi, immenso, Luciano Bianciardi; quando diceva che la vita non è né "bella" né "brutta", ma, piuttosto, "Agra": aspra, agrodolce, a metà via, incerta e, insomma, senza certazza alcuna: quasi fossimo abbandonati al "se stessi" e "alle proprie voglie".
C'è una serie di vite giovani, una galleria umana di donne "in potenza" che ci accompagna idealmente durante la mostra: non sono ritratti questi pannelli-cartoline, ma molto di più: sono oggetti che estroflettono la realtà della persona descritta e la spingono al massimo livello possibile. Le tavole in mogano di Leuci esposte da AMT vanno ben oltre, divenendo "ritratti radicali" e oggetti narranti, che riscoprono un concetto di "periferia", questa volta senza valore geografico preciso.
Oggi la periferia più estrema di Milano potrebbe essere attorno a piazza Duomo, dove s'ammassano indeterminatezze. I pannelli sono tutto questo, il minimo comune denominatore di una società paralizzata dentro argomenti come "superficie", "mancanza d'idee", "precariato"...
Lucia Leuci ha pensato di giocare la sua prossima personale su più piani, quello narrativo, quello esistenziale e quello, più classicamente, di un'organizzazione formale delle opere apprezzabile nella dialettica interna allo spazio che esse creeranno.
Inaugurazione Giovedi' 1 Ottobre h 18.30
AMTgallery (nuova sede)
via Lamberto De Bernardi, 1 Milano
ORARI: Da martedi al venerdi ore 15-19
ingresso libero