In mostra 12 opere tra le migliori dell'artista dall'inizio del suo percorso fino ad oggi. Nella stesura del colore e nella composizione, Boille va verso la rarefazione del segno senza tuttavia perdere mai la sua ricchezza pittorica.
La mostra (presentata da Silvia
Pegoraro) è dedicata a uno dei maggiori artisti italiani contemporanei, Luigi Boille, il cui lavoro la
galleria segue da tempo. Ammirato e sostenuto da grandi critici e storici dell’arte, quali Lionello
Venturi, Michel Tapié, Giulio Carlo Argan, Guido Ballo, Cesare Vivaldi o Pierre Restany, Luigi
Boille non è ancora sufficientemente noto al grande pubblico, nonostante l’eccezionale qualità e
originalità del suo lavoro e la sua inconfondibile cifra stilistica lo pongano al livello dei maggiori
maestri italiani del secondo Novecento.
La Galleria Marchetti propone una mostra essenziale e significativa: 12 opere tra le migliori di
Boille, che scandiscono le tappe del suo percorso creativo dal 1953 - in pieno periodo informale -
fino alla più recente fase espressiva, ancora in progress, e ben rappresentano le variazioni stilistiche
del lavoro del maestro, nell’ambito della sua ricerca sempre serrata e rigorosa, sia pure sempre
aperta alle infinite suggestioni dell’immaginario.
Una ricerca che si caratterizza per l’evoluzione
verso una sintesi sempre più perfetta tra segno, gesto e colore, tra pensiero ed emozionalità.
La pittura di Luigi Boille si muove dall’informale verso una poetica sempre più personale, in cui il
caos delle pulsioni espressive va sempre più strutturandosi in armoniose composizioni spaziali.
Dalla disseminazione della materia-colore e dei segni, o dal loro assemblarsi fittamente nello spazio
in una sorta di horror vacui, Boille va verso la rarefazione, il libero fluttuare del segno nel colore, o
nel bianco, o nel nero, senza tuttavia perdere mai la sua straordinaria ricchezza pittorica. Il segno
in Boille è l’elemento di coesione tra pensiero e gesto, tra spazio e colore, e attraverso l’interazione
di tutte queste componenti l’artista difende il ruolo centrale ed essenziale del linguaggio della pit-
tura, come scriveva Argan nel 1973: il segno di Boille “svolgendosi e modulandosi come pura frase
pittorica, realizza e comunica uno stato dell’essere, di immunità o distacco o contemplazione”.
Luigi Boille è un sognatore che non abbandona mai la veglia, un maestro di meditazione che abita
la dimora della pittura senza curarsi dei clamori esterni. Con la sua pittura ci restituisce l’autenticità
del nostro sguardo, purtroppo sempre più distratto, spesso spento, quando non addirittura accecato,
da falsi miti dell’immagine.
Inaugurazione giovedì 1 ottobre 2009
Galleria Marchetti
Via Margutta 32, Roma
Orario: da lunedì a venerdì ore 10-13, giovedì e venerdì ore 17-19,30
Ingresso libero