In mostra una serie di immagini in cui l'artista sperimenta forme plastiche in rilievo, paesaggi futuribili dei quali sono rappresentati soltanto le forme ed i colori. Le sue opere diventano collages di forme diverse ritagliate in sottili fogli di legno, colorate e assemblate in stratificazioni variabili, giocando su una costruzione che assegna alla geometria fisica e cromatica delle combinazioni e agli spessori creati dalle sovrapposizioni il compito di esprimere la vitalita' dello spazio.
Siamo lieti di presentare nella sede romana della Galleria Traghetto una serie di "Immagini a collage" dell'artista lagunare Gino Morandis (1915-1994), uno degli esponenti di maggior spicco dello spazialismo veneziano fin dagli esordi all'inizio degli anni '50.
In quegli anni la pittura di Morandis assume un ruolo particolare all'interno del movimento spaziale: la sua sensibilità coloristica, a cui si accompagna una decisa vocazione formale, lo porta ad elaborare un linguaggio di pura astrazione fantastica, operando una sorta di scomposizione strutturale della forma, che pur aprendosi nello spazio, mantiene una sua unità dinamica. Alla fine degli anni '60 egli opererà una sorta di essenzializzazione della forma, convinto assertore della negazione della pittura in quanto materia esclusiva del processo pittorico.
Servendosi di colori marcati e usando come materiale soltanto il legno, sperimenta forme plastiche in rilievo, paesaggi futuribili dei quali sono rappresentati soltanto le forme ed i colori. Le sue opere diventano collages di forme diverse ritagliate in sottili fogli di legno, colorate e assemblate in stratificazioni variabili, giocando su una costruzione che assegna alla geometria fisica e cromatica delle combinazioni e agli spessori creati dalle sovrapposizioni il compito di esprimere la vitalità dello spazio.
Nella Biennale d'Arte del '68 proprio queste "Immagini a collage" saranno presentate per la prima volta al pubblico internazionale nella sala personale a lui dedicata.
Gino Morandis (Venezia 1915-1994) frequenta l'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Virgilio Guidi che poi seguirà all'Accademia di Bologna nel 1935 quando sarà costretto a lasciare la città lagunare.
Inizia ad esporre nel 1932 alla Mostra Collettiva dell'Opera Bevilacqua La Masa.
Alla fine degli anni '40 instaura un rapporto privilegiato con Emilio Vedova, allontanandosi dalla pittura figurativa per orientare la sua ricerca verso espressioni astratte. Aderisce nei primi anni '50 al movimento spaziale e partecipa alle mostre degli artisti spaziali a Venezia e a Trieste.
Nel 1964 vince il concorso nazionale per gli affreschi del nuovo Policlinico dell'Università di Padova.
Partecipa a numerose e importanti manifestazioni artistiche nazionali e internazionali tra cui le Biennali di Venezia dal 1936 al 1968 e le Quadriennali di Roma dal 1935 al 1972.
Immagine: Senza titolo , 1975 - olio e collage di faesite su tavola (cm.70x80)
Inaugurazione 2 ottobre 2009
Galleria Traghetto Roma
Via Reggio Emilia 25, Roma
Orario: mar-sab 14,30-19,30 o per appuntamento
Ingresso libero