Risale al 1578 la prima traduzione in castigliano del trattato I Quattro Libri dell'Architettura che Palladio aveva pubblicato a Venezia solo 8 anni prima. In mostra disegni autografi dell'architetto, conservati in larga parte al Royal Institute of British Architects di Londra e alla Pinacoteca Civica di Vicenza, insieme a dipinti, sculture, medaglie, libri, stampe. L'influenza di Palladio in Spagna e' ribadita da una grande tela di El Greco, accostato a opere di Paolo Veronese (Museo Nacional del Prado) e un Ritratto di Daniele Barbaro (anch'esso del Prado) dipinto da Tiziano negli anni '40 del Cinquecento. Una sezione e' dedicata all'influenza di Palladio sugli architetti contemporanei, con filmati, interviste, disegni e fotografie degli stessi protagonisti: da Arata Isozaki a David Chipperfield, da Richard MacCormac a Toh Shimazaki, ai due italiani Aldo Cibic e Alessandro Scandurra.
a cura di Guido Beltramini e Howard Burns, con Charles Hind e MaryAnne Stevens
Palladio strega la Spagna. Il bilancio della prima delle due tappe iberiche è definito "straordinario" dai promotori della tournèe, i responsabili della Caixa, la potentissima fondazione culturale che gestisce sia il CaixaForum di Barcellona che quello di Madrid. Per Palladio si trattava della "prima" spagnola, dato che nessuna mostra gli è stata sino a questa, mai dedicata in Spagna e l'attesa era davvero grande. Se, infatti nelle due prime tappe del tour della mostra (Vicenza al CISA e Londra alla Royal Academy), Palladio "giocava in casa", da protagonista, noto e ammirato, in Spagna la mostra si proponeva come una scommessa. Scommessa che, almeno per la prima delle due tappe, quella di Barcellona appunto, è stata assolutamente vinta. Lo conferma l'interesse con i cui i media spagnoli hanno seguito l'evento e lo ribadisce anche il successo di pubblico con oltre centomila visitatori. Ora, dopo la Catalogna, Palladio approda a Madrid dove sarà l'ospite d'onore del CaixaForum della capitale, a pochi passi dal Prado, dal 7 ottobre 2009 al 17 gennaio 2010.
A colpire i visitatori, soprattutto i legami fra il grande architetto veneto e la Spagna. Legami non di oggi, tant'è vero che risale al 1578 la prima traduzione in assoluto del trattato I Quattro Libri dell'Architettura che Palladio aveva pubblicato a Venezia solo otto anni prima. Il manoscritto in castigliano è esposto in mostra accanto all'edizione a stampa del Primo Libro, edito a Valladolid nel 1625.
L'unico legame documentato fra Palladio e la Spagna è il suo progetto inviato per la chiesa dell'Escorial, di cui si sono perse le tracce. Dal punto di vista delle relazioni internazionali va ricordato che esisteva un filo diretto fra la potente famiglia vicentina dei Vamarana, e la corte di Filippo II, un aspetto cui lo studioso Fernando Marías dedica una specifica, inedita, sezione della mostra spagnola. In quest'ultima saranno mostrati anche i numerosi influssi dell'architetto veneto sull'architettura spagnola fra Seicento e Settecento.
Il "racconto" espositivo è simile a quello di Vicenza e Londra con i preziosi disegni autografi di Palladio, conservati in larga parte al Royal Institute of British Architects di Londra e alla Pinacoteca Civica di Vicenza, insieme a dipinti, sculture, medaglie, libri, stampe.
Ma rispetto alle precedenti edizioni si segnalano alcune importanti novità: l'influenza di Palladio in Spagna è ribadita da una grande tela di El Greco - L'Immacolata Concezione con San Giovanni Evangelista (Toledo, Museo de Santa Cruz) - il cui sfondo è dominato da uno dei templi romani di Pola come rappresentato da Palladio nei Quattro Libri.
Presenti in mostra anche uno splendido Susanna e I Vecchioni di Paolo Veronese (Madrid, Museo Nacional del Prado), diverso dall'esemplare esposto a Vicenza e a Londra e con sullo sfondo un'architettura palladiana forse ancora più interessante, e un Ritratto di Daniele Barbaro (anch'esso del Prado) dipinto da Tiziano negli anni '40 del Cinquecento, all'epoca dell'incontro fra Barbaro e Palladio nei circoli padovani intorno ad Alvise Cornaro.
La mostra si conclude con una sezione dedicata all'influenza di Palladio sugli architetti contemporanei, con filmati, interviste, disegni e fotografie degli stessi protagonisti: da Arata Isozaki a David Chipperfield, da Richard MacCormac a Toh Shimazaki, ai due italiani Aldo Cibic e Alessandro Scandurra.
Alla mostra, che è accompagnata da un ricco calendario di attività didattiche, si affianca uno spazio dedicato a bambini e ragazzi con riproduzioni in grande formato del "Gioco della villa", il gioco di costruzioni proposto per la prima volta a Vicenza dal CISA Andrea Palladio nel 2005, e, alle pareti, studi proporzionali delle architetture palladiane disegnati in vivaci colori da Mauro Zocchetta.
CaixaForum Madrid
Paseo del Prado, 36 - Madrid