Castello di Rivoli
Rivoli (TO)
piazza Mafalda di Savoia
011 9565222 FAX 011 9565231
WEB
Le prossime mostre
dal 20/5/2002 al 1/9/2002
011 9565222 FAX 011 9565230
WEB
Segnalato da

Castello di Rivoli - Ufficio Stampa




 
calendario eventi  :: 




20/5/2002

Le prossime mostre

Castello di Rivoli, Rivoli (TO)

The Rock Furniture. Il design della GUFRAM negli anni del Rock, a cura di Franco Mello. Raymond Depardon, Piemonte. Una definizione fotografica, a cura di Jean-Luc Monterosso. L'arte giovane al Castello di Rivoli: Bruna Esposito, a cura di Marcella Beccaria. Francis Alys. Matrix.2, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev.


comunicato stampa

The Rock Furniture.
Il design della GUFRAM negli anni del Rock

A cura di Franco Mello


La mostra ripercorre, con oltre 180 pezzi fra multipli, progetti e grandi installazioni, le vicende di un gruppo di designer, architetti, artisti e di una piccola azienda, la GUFRAM, che con i suoi multipli ha segnato la storia del design mondiale. I pezzi della collezione "Multipli", infatti, tutt'ora in produzione in edizione limitata, sono presenti al MOMA di New York, al Museo d'Arte Moderna di Denver, al Louvre di Parigi e alla mostra permanente del Design Italiano a Milano.

La GUFRAM, fondata nel 1966 dai fratelli Gugliermetto, si sviluppa in un momento di grande fermento creativo segnato da un lato dall'affermarsi di movimenti artistici come la Pop Art, dall'altro dai mutamenti sociali che esploderanno con il Sessantotto e la nascita dell'Arte povera. Proprio in quell'anno la società avvia con la poltrona Alvar (1965) di Giuseppe Raimondi la produzione di oggetti di design. Sarà poi la volta di altri progettisti torinesi, di artisti come Piero Gilardi che creeranno rapporti sempre più in sintonia con il mondo dell'arte, di designer come Mendini, Pettena e Lazzeroni di cui vengono esposti in mostra documenti e prototipi.

Dopo la mostra Italy, the New Domestic Landscape, tenutasi al MOMA di New York nel 1973, la rassegna consente al pubblico, per la prima volta in Italia, un percorso ragionato attraverso la produzione storica e quella più recente.

Si potranno ammirare nella Manica Lunga del Castello di Rivoli pezzi come il Pratone, la Bocca, il Cactus ed i Sassi, divenuti veri e propri simboli di un'epoca. Oltre a questi oggetti "cult", verranno esposti prototipi mai entrati in produzione ma esposti nei musei, allestimenti e i giochi realizzati per i bambini.

La rassegna sarà corredata da una "colonna sonora" di musiche rock che il pubblico potrà ascoltare tramite l'uso di cuffie. Il catalogo, con testi di Ennio Chiggio, Stefano Casciani e Gianni Pettena, prevede anche un'edizione numerata in 250 copie. La copertina è realizzata da Pietro Perotti su progetto di Franco Mello. L'allestimento della mostra è curato dall'architetto Giuseppe Messina.

Catalogo Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea

Anteprima per la stampa lunedì 20 maggio 2002 ore 11.30
Periodo 22 maggio - 1 settembre 2002
_____________

Raymond Depardon
Piemonte. Una definizione fotografica

A cura di Jean-Luc Monterosso
Ideazione e coordinamento Patrizia Mussa, Adele Re Rebaudengo

Dopo la personale dedicata al fotografo giapponese Keiichi Tahara nel 2001, la mostra Raymond Depardon costituisce la seconda tappa del progetto Piemonte. Una definizione fotografica promosso dalla Regione Piemonte e curato da Jean-Luc Monterosso, Direttore della Maison Européenne de la Photographie, Parigi.
Ogni anno un fotografo di fama internazionale viene invitato a offrire la propria visione del Piemonte, e le immagini realizzate (due tirature di venti stampe numerate e firmate) entrano a far parte della collezione del Castello di Rivoli e di prestigiose istituzioni internazionali gemellate di volta in volta.

Nel caso di Depardon, una tiratura è stata donata ufficialmente alla Maison de la Photographie di Mosca durante la IV edizione del Mois International de la Photo.

Fotografo e cineasta, Raymond Depardon non cessa da venti anni di interrogare lo sguardo, lo statuto dell'immagine e colui che la produce.
Liberandosi dalle regole del fotogiornalismo classico, da cui proviene, crea un'opera originale tra documento e finzione, il cui scopo è di trovare sempre quella che il fotografo definisce la "buona distanza": "il problema della distanza è un tema ricorrente per me, non amo essere né troppo vicino né troppo lontano (). Ogni immagine che realizzo ha una sua propria distanza".

Nello stesso momento in cui realizza le sue immagini del Piemonte, Depardon pubblica Errance (Erranza), un libro concepito come un manifesto nel quale l'immagine, né troppo impegnata né troppo contemplativa, lo conduce a cercare quello che il fotografo chiama il "luogo accettabile". Per questo, egli sceglie di lavorare all'esterno adottando un formato verticale e usando un apparecchio fotografico che necessita di molta luce: "in fotografia esiste il 24 x 36 che è un formato straordinario e molto duttile, poi c'è il 20 x 25 dove bisogna guardare, caricare, vedere alla rovescia. E' questo il formato che ho scelto per le immagini del Piemonte".

Ma a differenza di Errance che era una ricerca di un altrove sempre rinnovato e apparentemente senza possibilità di ritorno, Depardon vede il Piemonte come un'escursione e un soggiorno temporaneo. Egli stesso scrive: "Sono venuto come un vicino di casa", ed è per questa ragione senza dubbio che queste immagini, tecnicamente iscritte nella sfera di Errance, ne sono comunque profondamente estranee. In Piemonte, Depardon inventa un paesaggio mentale fatto di ricordi e di reminiscenze. Non dimentica né le sue radici né la sua cultura, e anche se si sforza di smarrirsi nelle vie secondarie, i soggetti che sceglie gli assomigliano. Fotografa le piccole aziende vinicole, i piccoli villaggi silenziosi, la periferia di Torino. Nell'ora della globalizzazione, non resta a "l'Europa dei vecchi parapetti" né esotismo né stranezza. Nella quiete delle domeniche di agosto, il fotografo registra soltanto la ripetizione e l'identico.

Raymond Depardon inventa così un'arte della prossimità. La fotografia non è più una finestra aperta su un mondo sconosciuto, ma lo specchio di un'Europa che si costruisce. Il Piemonte, al cuore di un continente, e che forse solo la lingua isola, si riallaccia a una terra comune, familiare e prossima. Ciò che il grande fotografo del deserto del Ciad ci fa capire attraverso queste immagini è che il Piemonte è un po' il "nostro" Piemonte e che da ora in poi dovremo condividere una storia comune.

Raymond Depardon è nato a Villefranche-sur-Saône, Francia, nel 1942. Vicepresidente per l'Europa dell'Agenzia Magnum, ha lavorato come fotoreporter intorno al mondo, dal Cile al Vietnam al Ciad. Ha pubblicato numerosi libri in cui l'immagine si associa ad un testo intimo in cui l'autore esprime i suoi stati d'animo, rivoluzionando così la pratica del fotogiornalismo classico. Nel 1978 pubblica Collection Tchad che documenta la rivoluzione avvenuta in quel paese. Notes narra il suo viaggio nel 1979 in Libano e Afghanistan. Seguono Correspondance new-yorkaise (1981), Le Désert américain (1983), Les Fiancées de Saïgon (1986), La Ferme du Garet (1995) fino al recente Errance (2001).
Depardon è anche un noto cineasta, e ha realizzato film come 10 minutes de silence pour John Lennon (1980) e Afrique: comment ça va avec la douleur? (1996).

Fotografia in Collezione
Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ha dedicato, sin dagli inizi degli anni Novanta, attenzione all'evolversi della ricerca artistica che utilizza la fotografia quale mezzo espressivo.
Il Museo, in occasione della mostra di Raymond Depardon, presenterà una parte della collezione fotografica costituita in questi anni esponendo lavori di Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, Edward Ruscha e Keiichi Tahara.

Anteprima per la stampa lunedì 20 maggio 2002 ore 11.30
Periodo 22 maggio - 1 settembre 2002

Jean-Luc Monterosso
Presentazione del volume
Piemonte. Una definizione fotografica. Keiichi Tahara
Edizioni Agarttha Arte, Torino
Lunedì 20 maggio alle ore 11,30 al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, nel corso della preview alle mostre per la stampa, verrà presentato il volume Piemonte. Una definizione fotografica. Keiichi Tahara edito dall'associazione culturale Agarttha Arte di Torino, curato da Adele Re Rebaudengo. Saranno presenti Keiichi Tahara, il curatore del progetto Jean-Luc Monterosso, Patrizia Mussa e Adele Re Rebaudengo, ideatrici e coordinatrici del medesimo.
Il primo volume della collana, dedicata da Agarttha Arte a Piemonte. Una definizione fotografica, presenta le opere che Keiichi Tahara, fotografo giapponese di fama internazionale, ha realizzato nell'ambito del progetto e che sono state esposte nel maggio 2001 al Castello di Rivoli.
Una tiratura delle immagini è stata assegnata dalla Regione Piemonte al Museo mentre una seconda è stata donata alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

Keiichi Tahara ha scelto, come soggetto principale del suo lavoro, la Reggia di Venaria, capolavoro del Barocco, ora in piena fase di restauro.
Questo luogo, un tempo teatro di una vita ricca e fastosa, ora quasi del tutto spoglio di stucchi, statue e decori, nulla ha perso del suo fascino. Tahara ha tradotto spazi e volumi in masse luminose ma, soprattutto, si è confrontato con la "dimensione" del vuoto, magica sospensione spazio-temporale della storia, che, accolta nelle sue immagini, viene rivisitata attraverso la filosofia zen, base della cultura dell'artista.

Alle fotografie della Venaria si affiancano quelle di opere non più nella Reggia, ma ad essa appartenute. Sono tracce di una memoria capaci di restituire, nelle immagini, il passato, attraverso una scelta di incontri furtivi dove il reale si mescola all'immaginario e la storia alla finzione. In questo gioco di rimandi visivi e di ricordi si ricreano le suggestioni avvolgenti del Barocco, che all'insegna della metamorfosi e dell'ostentazione, è per eccellenza "scrittura di luce", mirabilmente catturata e restituita dall'elegante articolarsi delle masse architettoniche. Con le sue fotografie Keiichi Tahara invita a una riflessione sulle similitudini e le disparità fra le culture, inscrivendo, a suo modo, una delle ricchezze architettoniche del Piemonte nell'ambito di un patrimonio culturale collettivo e universale.

Con questa pubblicazione Agarttha Arte prosegue nell'attività di ricerca che da anni svolge nel campo dell'arte con particolare riguardo alle realtà del territorio piemontese e alla fotografia come strumento di comunicazione e di espressione artistica.
____________

L'arte giovane al Castello di Rivoli. Bruna Esposito
A cura di Marcella Beccaria

Catalogo Charta, Milano

Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ha inaugurato un nuovo ciclo espositivo che amplia il programma di personali dedicate agli esponenti delle nuove generazioni.
Nel corso del 2002 vengono proposti tre artisti la cui opera si sta affermando in campo internazionale.

Dopo Francesco Vezzoli, viene ora presentato il lavoro di Bruna Esposito, mentre a settembre sarà la volta di Thomas Demand.

Curata da Marcella Beccaria, questa serie è ospitata nelle sale storiche del secondo piano del Castello con l'intento di instaurare un dialogo con gli spazi settecenteschi e con le opere della collezione permanente del Museo.
Ogni esposizione è accompagnata da una monografia.

Bruna Esposito è nata a Roma nel 1960. Ha vissuto a New York e Berlino ed attualmente vive e lavora a Roma. Vincitrice di una borsa di studio al P.S.1 di New York, ha partecipato a rassegne internazionali come Documenta a Kassel (1997) e alla Biennale di Venezia (1999). In questa occasione, insieme alle altre artiste italiane, ha vinto il Leone d'Oro per la migliore partecipazione nazionale.

Il lavoro di Esposito è basato su interventi spesso ambientati in contesti urbani, in cui l'elemento destabilizzante, seppur nel variare dei toni dal poetico all'ironico, è determinante.
Nel 1985 realizza La Canoa in Volo che, sospesa nell'aria, attraversa i canali berlinesi. Nel 1988 crea Aquarell, una panchina realizzata con assi di specchi in un cespuglio di ortiche. Il tema della panchina verrà ripreso in successive occasioni e in diverse versioni, come quella galleggiante presentata alla recente Biennale di Venezia. La ricerca di Bruna Esposito è tesa a sviluppare l'analisi del ruolo dell'arte quale elemento di confronto e riflessione sui temi sociali e culturali che caratterizzano il nostro tempo.
Nel 1993 realizza La Sagrada Familia. La performance prevede il passeggio in un popolare mercato di Roma di una famiglia composta da un padre nero ed una madre bianca che spingono in una carrozzina un pesce. La ricerca espressiva dell'artista unisce, in alcuni casi, ai toni provocatori il rigore dei progetti utopistici. Usufruendo di due borse di studio assegnatele dall'IBA di Berlino (1987-1989), crea un lavoro basato sulla progettazione di nuove tipologie di gabinetti pubblici, che consentono il riciclo ecologico, senza scarico. L'artista li trasforma in luoghi ricchi di verde, acqua e luce.

La mostra al Castello di Rivoli sarà la prima personale dell'artista in un museo italiano e comprenderà due installazioni recenti ed una realizzata appositamente per gli spazi del Castello.
La rassegna sarà l'occasione per incontrare direttamente il lavoro di Bruna Esposito, il quale richiede sempre di sperimentare in prima persona l'alto grado di coinvolgimento fisico e psicologico che esso può regalare al visitatore.
In questa occasione sarà pubblicata la prima monografia a lei dedicata.


Anteprima per la stampa lunedì 20 maggio 2002 ore 11.30

Periodo 22 maggio - 1 settembre 2002

Software: ET Infotree Advanced Edition, ET Elettronica Telecomunicazioni
Si ringrazia Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, Connecticut

Immagine: BRUNA ESPOSITO, Aquarell bitte nicht betreten, 1988
___________

Francis Alÿs.
Matrix.2

A cura di Carolyn Christov-Bakargiev

Francis Alÿs, nato nel 1959 ad Anversa, dal 1987 vive e lavora a Città del Messico. Dopo gli studi in Belgio e all'Istituto di Architettura di Venezia, inizia ad esporre nel 1990 e tiene la prima personale a New York nel 1995. Tra le principali rassegne internazionali a cui l'artista ha preso parte ricordiamo la V Biennial de la Habana, Cuba, 1994; NowHere, Louisiana Museum, Humlebaek, Danimarca e Inclusion/Exclusion, Steirischer Herbst '96, Graz, Austria, nel 1996. Nel 1998 partecipa a numerose collettive tra cui la Biennale di San Paolo, Brasile, Loose Threads alla Serpentine Gallery di Londra e Mexellente allo Yerba Center for the Arts, San Francisco, U.S.A. L'anno seguente viene invitato, tra le altre rassegne, alla Biennale di Istanbul, alla 48a Biennale di Venezia, alla Biennale di Melbourne e partecipa a Mirror's Edge, presentata al Bildmuseet di Ume?, alla Vancouver Art Gallery, al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e alla Tramway Gallery di Glasgow. Tra i progetti personali in spazi non tradizionali ricordiamo l'intervento per il sito web del Dia Center For the Arts, New York, U.S.A., nel 1998 e, nel 2001, il progetto Matrix al Wadsworth Atheneum, Hartford, Connecticut. Matrix.2, che viene ora presentato al Castello di Rivoli è il primo intervento del genere di Alÿs in Europa. Quest'anno l'artista è finalista del prestigioso Hugo Boss Prize, Guggenheim Museum, New York.
Nel 2003, il Centro de Arte Contemporanea Reina Sofia di Madrid dedicherà una mostra personale all'artista.

Per la prima volta in Europa, Alÿs presenta al Castello di Rivoli Matrix.2, installazione interattiva basata sul sistema telefonico call center.

Matrix.2
Matrix.2 è un'opera che viene attuata in uno spazio istituzionale ma, al contempo, si proietta in uno spazio virtuale. Infatti l'artista si introduce nel sistema di comunicazione dell'istituzione museale, utilizzando le coordinate del sistema telefonico call center ET Infotree Advanced Edition della ET Elettronica Telecomunicazioni in uso al Castello di Rivoli.
Il pubblico, dopo aver composto un numero prestabilito del museo (+39-011-9565255, numero verde 800180281), entrerà in un sistema labirintico di risposte automatiche, come quelle ormai normalmente in uso negli uffici, ma che, dopo il rituale "benvenuto", propone inquietanti opzioni. "Se sai dove vuoi andare, premi 1"; "Se vuoi sapere dove andare, premi 2"; "Se vai dove sai, premi 3"; "Se sai dove vai, premi 4".
Inizia così per il visitatore l'ingresso in un universo sconosciuto in cui le voci di un uomo e di una donna evocano e chiamano in causa il Bene, il Male, l'Uomo, la gioia, il dolore.
Ci chiedono di scegliere premendo il tasto corrispondente alla nostra opinione.
Scelte che appaiono definitive e che hanno a che fare con i destini dell'umanità. Matrix.2 è il primo progetto curato da Carolyn Christov-Bakargiev, nuovo capo curatore del museo.

Anteprima per la stampa lunedì 20 maggio ore 11.30
Periodo 22 maggio - 1 settembre 2002
___________

Ufficio Stampa Massimo Melotti, Responsabile
Manuela Vasco, tel. 011.9565209
Silvano Bertalot, tel. 011.9565211
fax 011.9565231

Inaugurazione martedì 21 maggio 2002 ore 19.00

Orario da martedì a venerdì ore 10.00 - 17.00
sabato e domenica ore 10.00 - 19.00
primo e terzo sabato del mese ore 10.00 - 22.00

Ingresso 6.20 intero, 4.13 ridotto

Servizi didattici
e attività per il pubblico Dipartimento Educazione
tel. 011.9565213 - fax 011.9565232
e-mail: educa@castellodirivoli.org

Servizio navette sabato, domenica e festivi
partenze da Torino Piazza Castello
informazioni tel. 011.9565280

Informazioni tel. 011.9565220
e-mail: info@castellodirivoli.org

CASTELLO DI RIVOLI
Museo d'Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia 10098 Rivoli (Torino)
tel. 011.9565222/280 fax 011.9565231

IN ARCHIVIO [128]
Rachel Rose
dal 5/11/2015 al 9/1/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede