Mostra di Stefano Calligaro a cura di Daniela Lotta. Bianco, giallo, arancione: questi sono i tre colori portanti dei nuovi lavori, una ristretta gamma cromatica per un'intenzionale scelta di riduzione. Progetti essenziali come "Theorytipe", la grande scultura modulare che ridisegna lo spazio della galleria, il cui segno base si ripete in combinazioni sempre differenti secondo uno schema imprevedibile e caotico. Forme leggere, semplici e poetiche, che non trascurano la componente ludica ed estetizzante, aperte a molteplici soluzioni.
Una mostra di Stefano Calligaro a cura di Daniela Lotta
Bianco, giallo, arancione. Questi sono i tre colori portanti dei nuovi
lavori di Stefano Calligaro, una ristretta gamma cromatica per
un'intenzionale scelta di riduzione. Progetti essenziali come
"Theorytipe", la grande scultura modulare che ridisegna lo spazio della
galleria, il cui segno base si ripete in combinazioni sempre differenti
secondo uno schema imprevedibile e caotico. L'opera emerge per
sottrazioni successive attraverso un procedimento che da un'iniziale
struttura complessa e riconoscibile arriva al puro schema formale. Una
concreta astrazione, una forma scultorea autosufficiente depurata da
qualsiasi elemento aggiuntivo, non più debitrice del dato fenomenico e
in alcun modo riconducibile a una diretta rappresentazione dell'oggetto.
Forme leggere, semplici e poetiche, che non trascurano la componente
ludica ed estetizzante, aperte a molteplici soluzioni. Un'attitudine al
gioco che nella mente recupera le costruzioni "intelligenti" della
nostra infanzia, lontane dal rigido impianto minimalista.
Bianco, giallo, arancione. Su questa ristretta gamma cromatica Stefano Calligaro ha scelto di declinare i suoi nuovi lavori, una vera e propria "teoria di tipi" tenuta insieme da una medesima prospettiva concettuale. Questa intenzionale scelta di riduzione è riscontrabile anche nell'organizzazione formale, essenziale e inedita, che risulta asciugata secondo un ritmo scandito da piani e da linee. In questo modo l'opera, lontana dal rigido impianto minimalista, emerge per sottrazioni successive mediante un procedimento che da un'iniziale struttura, complessa e riconoscibile, arriva al puro schema formale. Una concreta astrazione dunque, il cui risultato è una elaborazione scultorea completamente autosufficiente, depurata da qualsiasi elemento aggiuntivo e non più debitrice del dato fenomenico, in alcun modo riconducibile a una diretta rappresentazione dell'oggetto.
Flyer è un'installazione composta da diversi elementi di medie dimensioni, assestanti e al contempo interagenti tra di loro, posti a terra ad occupare il pavimento. Ad una prima lettura il nostro sguardo organizza questi segni secondo configurazioni note, cerca di sovrapporre ai lineamenti delle strutture quelli di qualche oggetto dalla fisionomia familiare, tentando di farli combaciare. Si innesca così un incessante gioco di rimandi, nel tentativo di dare una definizione unica e assoluta all'identità dell'opera. Ma proprio questa indeterminatezza permette di vedere la scultura senza la distrazione del "cosa" essa è chiamata ad illustrare. Calligaro spinge la sua ricerca sulla forma, stimolato dalla possibilità di dare ai suoi pensieri la terza dimensione. Sintetizza una propria visione del mondo, dando corpo ad allestimenti leggeri, semplici e poetici, che non trascurano la componente ludica ed estetizzante, ma che anzi risultano essere aperti a molteplici soluzioni. Un'attitudine al gioco che nella mente recupera le costruzioni "intelligenti" della nostra infanzia, rimanda a quei mattoncini di plastica colorata a cui si deve la nostra crescita intellettuale. Progetti essenziali come Theorytape, la grande scultura modulare "a nastro", che ridisegna lo spazio della galleria attraverso l'uso di un segno base ripetuto in combinazioni sempre differenti secondo uno schema imprevedibile e caotico, instaurando un diretto contatto con la percezione dello spettatore.
Daniela Lotta
Immagine: SPACER, 18x22x16 cm., cartonlegno e acrilico, 2002
Catalogo in galleria
Opening sabato 25 maggio 2002 dalle ore 18.30 in poi
Perugi artecontemporanea via Altinate, 66 - Padova