Con 40 stampe di grandi dimensioni (Girotondo) e con un' immensa scrittura a parete (Preghiera) Carlo Gloria interviene negli ampi spazi di Piercarlo Borgogno, Arti a Milano. Attraverso un "girotondo" di persone, colto nell'atto del suo intrecciarsi e chiudersi, abbraccia letteralmente il perimetro della galleria, coinvolgendo anche gli spettatori che si trovano ad essere presenti al suo interno. Dal testo di Giorgina Bertolino.
Con 40 stampe di grandi dimensioni (Girotondo) e con un' immensa scrittura a parete (Preghiera) Carlo Gloria interviene negli ampi spazi di Piercarlo Borgogno, Arti a Milano.
Attraverso un "girotondo" di persone, colto nell'atto del suo intrecciarsi e chiudersi, abbraccia letteralmente il perimetro della galleria, coinvolgendo anche gli spettatori che si trovano ad essere presenti al suo interno. Operazione legata all'attualità , Girotondo traduce nell'arte un'immagine legata alla storia recente italiana. Realizzati nel corso del girotondo intorno alla sede della RAI di Torino il 10 marzo del 2002, i 40 scatti costituiscono una sorta di reportage. Come a documentare una cronaca nel suo farsi, l'operazione artistica adotta quella capacità di registrazione immediata, secondo le modalità tipiche dei media, gli strumenti e le tempistiche della comunicazione.
L'immagine - tratta da una realtà contingente capace di suscitare sentimenti di partecipazione, di adesione o, all'opposto di disaccordo, critica e polemica, secondo i processi della dialettica politica - si connota nell'installazione dell'artista come immagine referente dei valori, semplici quanto basilari, di solidarietà e amicizia. La ritualità del gioco del girotondo, che ricalca nello spazio reale la forma di un piccolo mondo, segnala la perfetta funzionalità dei gesti simbolici a ridosso della quotidianità e della vita sociale. Traducendo gli esiti del proprio reportage in installazione, Gloria opera sul mero fotografico scelte precise, proprie dello specifico artistico. Forza innanzitutto la scala reale e porta i suoi personaggi a un fuori misura, sviluppandoli nelle dimensioni di 2 metri per 1. Attraverso il lavoro di "post produzione", proprio delle tecniche digitali, ne sfoca tratti e abiti ottenendo risultati pittorici. Enfatizzate nelle grandezze e irriconoscibili quanto alla singolarità dei volti, le 40 persone di Girotondo restano paradossalmente precise e concrete per dettagli e insiemi: tipologie fisiche, colore dei capelli, età , abiti e accessori come indicatori di appartenenza sociale o generazionale. Facendo leva sui meccanismi di identificazione Gloria ottiene, nella sua installazione, una coesistenza serrata tra il senso di anonimato e sensazioni di famigliarità .
Le 40 fotografie digitali formano 10 sequenze, nove brevi catene di mani intrecciate che muovono in due direzioni e che, nel tentativo di portare a compimento un cerchio, calcano il percorso dell' "incontro". Percorso che l'artista ha lasciato volutamente aperto e sul quale ha infiltrato la scrittura fitta e a parete di Preghiera. Una scrittura a "caratteri cubitali", ma fatta dei tratti minuti e sottili della matita, che ha dato forma a un inedito alfabeto risultato dell'intercalare di lettere arabe con lettere ebraiche. All'interno dei contorni di ciascuna lettera i nomi delle città di Palestina e di Israele ripetono, come in un minuzioso inventario, i luoghi geografici e reali della conflittualità . L'impaginazione stessa di questa scrittura, continua e allo stesso tempo frammentata, trasforma Preghiera nel sottotraccia del Girotondo. Un rumore di fondo, il continuum allarmante delle questioni irrisolte, che si allunga come un'ombra geografica sotto le immagini rassicuranti della "piazza" occidentale, e che dunque funziona come linea di confronto. La calligrafia, l'atto concreto dello scrivere a mano, che scambia il muro per foglio e lo usa come un' immensa pagina, ha parte fondante in questa operazione.
Gesto smisurato in rapporto allo spazio e al tempo, è assimilabile alla pratica dell'invocazione che fa della ripetizione e della formula il modo per esaudire un desiderio, un bisogno o un'attesa. In questo senso, al di là della richiesta d'attenzione verso una storia cruciale del nostro tempo, i gesti e le forme di Preghiera sono speculari ai gesti solidali e amichevoli che rendono possibile la realizzazione del Girotondo. I due livelli proposti dai lavori, diversi quanto a materiali e a modalità percettive, indicano nella loro coesistenza in un'unica installazione, una ricettività che procede per gradi e per strati e arriva a formulare una riflessione intorno a un punto critico attraverso gli strumenti dell'arte.
Giorgina Bertolino
Inaugurazione 23 maggio 2002 ore 18
Orario: martedì-sabato 15 - 20
Piercarlo Borgogno - Arti a Milano
Ripa di Porta Ticinese n. 111
02/89423535