Ahn Doojin
An Jungju
Ahn Kanghyun
Bae Young Whan
Birdshead
Song Tao
Ji Weiyu
Gao Shiqiang
Hashimoto Satoshi
Ho Elaine W./Homeshop
Jung Yeondoo
Kim Gisoo
Kim Sangdon
Lee Wooyeon
Li Naihan
Liang Shuo
Matsubara Megumi
Min Ji Ae
Ni Haifeng
Arrow Factory
Niwa Yotaro
Qiu Xiaofei
Tanaka Koki
Michikazu Matsune
The Shop
Xijing Men
Gimhongsok
Chen Shaoxiong
Ozawa Tsuyoshi
Yan Jun
Yang Jun
Kimura Yuki
Kimura Taiyo
Beatrice Leanza
A New Common Sense of Space. In mostra 27 artisti contemporanei provenienti da Cina, Corea del Sud e Giappone. Le diverse esplorazioni materiali, sonore, gli interventi architettonici e le performance presentate favoriscono una comprensione storica ed estetica dei fenomeni sociali, urbani e tecnologici che informano il presente.
a cura di Beatrice Leanza
EMPORIUM - A New Common Sense of Space e’ un inedito progetto espositivo, a cura di Beatrice Leanza e promosso da Regione Lombardia in collaborazione con il Museo, che presenta le opere di 27 artisti contemporanei provenienti da Cina, Corea del Sud e Giappone, attraverso un’analisi critica di specifici usi ed interpretazioni del “contemporaneo” - i suoi materiali, luoghi e processi di rappresentazione.
Mercoledì 4, in occasione dell’inaugurazione della mostra, giovedì 5 e venerdì 6 novembre, nella piazza antistante l’ingresso del Museo e all’interno della Sala Mostre, durante l’orario di apertura al pubblico (9.30 – 17.30), saranno realizzate due performance: Rock di Satoshi Hashimoto e Homeshop Hawking di Elaine W. Ho. I due artisti mettono in gioco i processi di osservazione e partecipazione che definiscono il rapporto tra spettatore e spettacolo, soggetto e oggetto, sovvertendone gli ordini di fruizione. Le relative installazioni saranno in mostra per l’intera durata dell’esposizione.
Le diverse esplorazioni materiali, sonore, gli interventi architettonici (interni ed esterni) e le performance qui presentate intendono favorire una comprensione storica ed estetica dei fenomeni sociali, urbani e tecnologici che informano il presente di queste regioni culturali, nel valorizzare la maniera in cui esse contribuiscono a definire le coordinate di un internazionalismo policentrico e radicalmente aperto.
In uno speciale allestimento concepito dallo studio dotdotdot di Milano in collaborazione con la curatrice, EMPORIUM si disegna su un territorio culturale che abbandona implicazioni di carattere regionale o nazionale, per privilegiare invece l’impressione di un’esperienza identitaria mobile e produttivamente instabile. Il percorso espositivo si dispiega in un ambiente soffuso composto di piattaforme, anse e gradinate, reminescenze architettoniche di antiche città cosmopolite in cui installazioni commissionate e realizzate in situ da Doojin Ahn, Megumi Matsubara, Naihan Li, Satoshi Hashimoto e Yotaro Niwa si inseriscono a creare zone di pausa ed evasione.
La mostra propone un’indagine di pratiche artistiche multidisciplinari che sottendono nuove relazioni formali e concettuali con lo spazio del contemporaneo e l’habitat del quotidiano nell’introdurre un gruppo eterogeneo di artisti, collettivi, e spazi artistici indipendenti con background in arte, design, musica e architettura. I progetti inclusi in questa mostra manifestano una connessione intrinseca con le convenzioni spaziali e sociali dei rispettivi contesti di provenienza, nel fornire una comprensione della maniera in cui le giovani generazioni riformulano strategie di gestione dello spazio dell’arte e dell’azione sociale, nell’assumere una posizione di marginalità aperta e dinamica.
La qualità incompleta e tentativa di queste opere, per la maggior parte installazioni che impiegano vari linguaggi (fotografia, video, disegno, interventi architettonici, pubblicazioni, perfornance, scultura) viene in essere come prodotto di una negoziazione intima e di un continuo adattamento all’ambiente circostante e alle sue implicazioni sociali, nel creare dunque assemblaggi estetici che sottendono nuovi simbolismi e significati per il contemporaneo.
L’ordine estetico che la mostra intende inquadrare dimora nella natura episodica della realtà riconnettendosi ai suoi frammenti, oggetti scordati e precari attraverso sottili strategie di self-design, dove materiali fragili d’uso comune e forme familiari sono riassemblati in nuove geometrie e relazioni spaziali.
I materiali spesso utilizzati in queste opere – oggetti di uso quotidiano, abbandonati, dimenticati – vengono collezionati e portati in nuove relazioni di forza, nell’espandere il campo visivo oltre quello della loro materialità contingente. In questo senso la relazione tra l’osservatore e l’opera e’ costantemente riformulata su di un territorio ambiguo e non deterministico, dove allo stato di identificazione viene negata una dimensione manifesta, per essere invece sostituita da uno spazio instabile e non rappresentativo, attivato da una retorica dell’inespresso.
Il termine EMPORIUM, che letteralmente traduce il concetto di una “città di persone e merci/oggetti in movimento”, è qui utlilizzato in maniera allusiva nel fare riferimento alle ramificazioni visive delle diverse opere in mostra, alla qualità mondana e funzionale dei linguaggi stilistici e dei materiali impiegati, così come alle esplicite interconnessioni culturali che legano le realtà geografiche qui rappresentate. Più ambiguamente esso va a destabilizzare il contesto della “mostra” intesa come modello discorsivo – un ordine esperienziale - che mette in primo piano le sue stesse implicazioni con il sistema economico dell’arte globale (delocalizzazione, differenziazione, spettacolo, ecc).
Tra gli altri, collettivi e spazi artistici alternativi dalla Cina (Homeshop, Arrow Factory) sono stati invitati a contribuire alla mostra, poichè a loro modo agiscono nell’istituire degli “spazi” di azione critica che entrano in specifiche relazioni d’uso con il luogo e significato del locale.
ARTISTI E PROGETTI:
Ahn Doojin, An Jungju, Ahn Kanghyun, Bae Young Whan, Birdshead (Song Tao & Ji Weiyu), Gao Shiqiang, Hashimoto Satoshi, Ho Elaine W./Homeshop, Jung Yeondoo, Kim Gisoo, Kim Sangdon, Lee Wooyeon, Li Naihan, Liang Shuo, Matsubara Megumi, Min Ji Ae, Ni Haifeng/Arrow Factory, Niwa Yotaro, Young Jung Siren Eun, Qiu Xiaofei, Tanaka Koki, Michikazu Matsune/The Shop, Xijing Men (Gimhongsok, Chen Shaoxiong & Ozawa Tsuyoshi), Yan Jun,Yang Jun, Kimura Yuki, Kimura Taiyo.
La mostra è accompagnata dal catalogo EMPORIUM – A New Common Sense of Space, volume a colori di 130 pagine con testi della curatrice e degli artisti, immagini delle opere, disegni e foto delle installazioni in situ.
Organizzazione e Produzione: BAO Atelier HK ltd, Pechino.
Progetto Grafico e Catalogo: BAO Atelier HK ltd, Pechino.
Allestimento a cura di: Studio dotdotdot, Milano.
Sponsor Tecnico: Hantarex
Con il supporto di: BMP Sas (Milano), The Nomura Cultural Foundation (Tokyo), Unione del Commercio, del Turismo, dei Servizi e delle Professioni della Provincia di Milano.
LA CURATRICE
Beatrice Leanza, vive e lavora a Pechino. Critica e curatrice indipendente, ha ottenunto un M.A. in Studi Orientali dall’Università Ca’ Foscari di Venezia nel 2002, anno in cui si è trasferita a Pechino per lavorare come curatrice e manager della CAAW-China Art Archives and Warehouse, spazio artistico diretto dall’artista e architetto Ai Weiwei. Consulente per progetti e istituzioni internazionali (MoMA, ICP, Pro Helvetia, Royal College of Arts) e collezioni private, Beatrice ha scritto ampiamente di arte contemporanea in Cina ed Asia per cataloghi e pubblicazioni di settore, ed è corrispondente in Cina per Flash Art International. Ha organizzato varie mostre in Cina e in concomitanza di Biennali di Pechino, Shanghai e la Shenzhen Biennale di Architettura e Urbanismo, nonchè è tra le fondatrici e direttore artistico del festival sperimentale Borderline-Moving Images (2006/2007). Nel 2006 ha fondato BAO Atelier, uno studio creativo per la ricerca integrata di pratiche editoriali, curatoriali e di design. Beatrice ha dedicato la sua ricerca particolarmente a pratiche interdisciplinari di produzione visiva e rappresentazione spaziale, e alle forme critiche di intervento urbano nell’Asia contemporanea.
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
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Beatrice Leanza
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Jingdu Guoji Bldg 2D – 1703
100016 – Beijing, China
http://www.thebao.com | curatorial@thebao.com
M (IT) +39 338 2944 688
Inaugurazione stampa 4 novembre ore 18
Performance 4, 5 e 6 novembre
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ''Leonardo Da Vinci''
via S. Vittore, 21 - Milano
Orario: dal martedì al venerdì 9.30 - 17.00, sabato, domenica e festivi 9.30 - 18.30
L'ingresso è consentito fino a 30 minuti prima della chiusura.