Adrian Paci
Andrea Sala
Bert Theis
Christoph Schafer
Danilo Correale
Enzo Umbaca
Yang Jiechang
Maria Papadimitriou
Mariette Schiltz
Millepianimagazine
Museo aero solar
Tomas Saraceno
Office for Urban Transformation
Paola Di Bello
Stefano Boccalini
Undo.net
Wurmkos
Marco Scotini
Matteo Lucchetti
Il quartiere di Isola in due inadeguati sistemi descrittivi. La zona da 7 anni e' di fatto uno spazio 'politico' dentro Milano e ha finito per rappresentare uno spazio che disturba progetti speculativi, di polizia spaziale e gentrificazione. La mostra, a cura di Marco Scotini, illustra in parallelo sia il piano dell'amministrazione (in costruzione), sia quello che e' stato oggetto dell'opposizione. Isola Art Center e' nata e si e' mossa in questi anni catalizzando la mobilitazione di queste forze. Con Adrian Paci, Bert Theis, Enzo Umbaca, Yang Jiechang, Maria Papadimitriou, Tomas Saraceno, Paola Di Bello e molti altri.
---versione italiana sottostante
with Adrian Paci, Andrea Sala, Bert Theis, Christoph Schäfer, Danilo Correale, Enzo Umbaca, Yang Jiechang, Maria Papadimitriou, Mariette Schiltz, Millepianimagazine, Museo aero solar (Tomas Saraceno), OUT (Office for Urban Transformation), Paola Di Bello, Stefano Boccalini, Undo.net, Wurmkos
curated by Marco Scotini
assistant curator Matteo Lucchetti
The city is the privileged field for the exertion of power. Subjugation procedures are deployed everywhere (on bodies, on language, on places). But nothing is in itself political for the mere fact of hosting the exercise of power relationships, and yet anything, upon the right occasion, can become so. Over the last seven years, the Isola neighborhood—both in itself and within the city of Milan—has become a "political" space. It has become a field of forces, tensions, resistance, desires and aspirations. Perhaps as the heritage of its local past, the Isola has ended up representing a disturbing element for modern urban narratives: speculative projects, spatial police projects, gentrification.
Starting from 2000, the Isola neighborhood, an isolated working-class district in the heart of Milan, has been the subject of a gentrification intervention through the realization of an urban plan for which Hines, a Texas corporation, was commissioned. From that moment on, the hub of the antagonistic movement against the top-down plan of the municipality has been an abandoned factory, a leftover of the Milan industrial past that is now occupied by several associations that have merged to undertake the artistic project of constituting an art and community center, Isola Art Center.
Faced with the wicked conscience of planners accusing the neighborhood’s antagonist action of "stalemating," Isola had nothing to show but a transforming reality, a new, multi-cultural social morphology, stories of progressive contextual adaptations, a collective and projectual intentionality based on self-organization. When accused of boasting for its community an originary ideological purity, Isola can and has to answer by claiming the right to the city as a democratic, "radical" need, re-asserting the necessity—for both groups and individuals—of active control and projectual freedom over their lives. Isola Art Center was born in those years with the aim of catalyzing the neighborhood’s actions and forces. It is an open and indeterminate artistic platform, ready to host within itself a progressive investment of different subjects: neighbourhood committees, volunteers, urban designers, philosophers, art critics, curators, besides —obviously—artists. Isola Art Center thinks of a center for community life as an urban device: as an urban-scaled collective service actively supporting selfempowerment occasions. Isola Art Center, quoting Rancière, believes that "the logics of demonstrations [has always], inevitably involved an aesthetics of manifestation".
We Do It. wants to present again a rearticulation, through a series of documents, of the protest led by the antagonist movement.
The project intends to illustrate at the same time both the official municipal plan (in the making), and one drafted by a parallel city planning board that has been the object of the opposition.
Marco Scotini is an art critic and independent curator based in Milan. He is director of the Visual Arts School there and director of the Master of Arts program in Visual Arts and Curatorial Studies at the Nuova Accademia di Belle Arti (NABA). He is also one of the founding members of Isola Art Center. Scotini regularly collaborates with "Flash Art" and other journals in the field and is also the editor of "No Order Magazine—Art in a Post-Fordist Society". His writings and interviews have appeared in "springerin", "Domus", "Moscow Art Magazin", "Brumaria" and in many exhibition catalogues. He is also curator of the ongoing project "Disobedience" (2005–2009). In addition, he is director of the Gianni Colombo Archive in Milan, for which he has curated shows, among others, at the Neue Galerie in Graz, 2008 and at Castello di Rivoli in Turin, 2009
Image: Christoph Schäfer, Abbellimento strategico, Isola 2009
Opening and curator’s talk: November 11, 6 pm
Kunstraum Lakeside
Lakeside Science & Technology Park Lakeside B02
9020 Klagenfurt Austria
Opening hours:
Tue tu Thu 3 am -7 pm, Fri 11 am -3 pm
---versione italiana
con
Adrian Paci, Andrea Sala, Bert Theis, Christoph Schäfer, Danilo Correale, Enzo Umbaca, Yang Jiechang, Maria Papadimitriou, Mariette Schiltz, Millepiani magazine, Museo aero solar (Tomas Saraceno), OUT (Office for Urban Transformation), Paola Di Bello, Stefano Boccalini, Undo.net, Wurmkos
a cura di Marco Scotini
assistente curatore Matteo Lucchetti
"We Do It"
Il quartiere di Isola in due inadeguati sistemi descrittivi
La città è il campo privilegiato dell’esercizio del potere. Ovunque procedure d’assoggettamento sono al lavoro (sui corpi, sul linguaggio e sui luoghi). Ma nulla di per sé è politico per il solo fatto che vi si esercitano rapporti di potere anche se ogni cosa, nella giusta occasione, può diventarlo. Il quartiere Isola da sette anni è, di fatto e dentro la città di Milano, uno spazio "politico". Questo quartiere in breve tempo è diventato un campo di forze, di tensioni, di resistenza, di desideri e aspirazioni. Forse ereditando modelli dal proprio passato locale, l’Isola ha finito per rappresentare uno spazio che disturba le storie consolidate della città moderna: progetti speculativi, progetti di polizia spaziale, gentrificazione.
La mostra We Do It, vuole riproporre una riarticolazione, attraverso una serie di documenti, della protesta condotta dall’azione antagonista. Il progetto intende illustrare in parallelo sia il piano dell’amministrazione (in fase di costruzione), sia quello di urbanistica parallela che è stato oggetto dell’opposizione. Il progetto, come suggerisce il sottotitolo – che cita il lavoro del 1974-75 di Martha Rosler nel quartiere di Bowery di New York – intende illustrare in parallelo sia il piano dell’amministrazione (in fase di costruzione), sia quello di urbanistica parallela che è stato oggetto dell’opposizione alla logica neo-liberista.
A partire dal 2000 il quartiere Isola, zona circoscritta di abitazioni operaie nel cuore di Milano, è sottoposta ad un’operazione di gentrificazione attraverso la realizzazione di un piano urbanistico affidato alla multinazionale texana Hines. Da quel momento, il fulcro dell’azione antagonista al piano top-down dell’amministrazione, è stata una fabbrica abbandonata, residuo del passato industriale milanese, e occupata da varie associazione, che sono confluite nel progetto artistico di costituzione di un centro d’arte e comunitario, Isola Art Center.
Alla cattiva coscienza dei pianificatori che hanno rimproverato di immobilismo l’azione antagonista promossa nel quartiere, l’Isola non ha avuto altro da mostrare se non una realtà in trasformazione, una nuova morfologia sociale multiculturale, storie di progressivo adattamento contestuale, una intenzionalità collettiva e progettuale fondata sull’autoorganizzazione. All’accusa di rivendicare una purezza ideologica originaria della propria comunità l’Isola, all’opposto, ha potuto e può solo controbattere di reclamare il diritto alla città come esigenza democratica "radicale" e di riaffermare l’esigenza dei gruppi e dei singoli di controllare e progettare attivamente la propria vita. Isola Art Center nasce e si muove in questi anni con la volontà di catalizzare la mobilitazione del quartiere e le forze in campo. E’ una piattaforma artistica aperta e indeterminata, pronta ad accogliere al suo interno un investimento progressivo di differenti soggetti: comitati degli abitanti, associazioni di quartiere, volontari, urbanisti, filosofi, critici, curatori oltre che - naturalmente - artisti. Isola Art Center pensa ad un centro d’arte e comunitario come dispositivo urbano. E, cioè, come servizio collettivo a scala urbana che intende attivare o sostenere occasioni di auto-empowerment della città. Per Isola Art Center, per dirlo con Rancière, "la logica della dimostrazione è [sempre stata] anche inevitabilmente una estetica della manifestazione".
Immagine: Christoph Schäfer, Abbellimento strategico, Isola 2009
Ore 18: Apertura della mostra "We do it"
introduzione del curatore Marco Scotini ed intervento dell'artista Bert Theis.
kunstraum lakeside
Lakeside Science & Technology Park GmbH
Lakeside B02 | 9020 Klagenfurt