Un progetto che percorre a ritroso tutte le fasi dell'ideazione e creazione dell'opera d'arte. Dopo Venezia, la mostra arriva a Piombino Dese, in un capannone dove e' allestito un percorso site specific di installazioni che percorrono tutti i 2.000 metri quadri dell'ex-lampadarificio.
a cura di Donatella Meropiali e Maria Angela Brion
Lo spazio d'Arte XX.9.12 FABRIKArte inaugura sabato 14 novembre, alle ore 18.00, LIGHT's_SHOW: FABRIKAdiLUCE, personale dell'artista Vincenzo Biavati, progetto curato da Donatella Meropiali e Maria Angela Brion (XX.9.12 FABRIKArte). In mostra, un percorso site specific di installazioni luminose che percorrono tutti i 2.000 metri quadri dell'ex-lampadarificio. Partner dell'evento LuceInVeneto Scarl-Distretto Veneto dei Sistemi per l'Illuminazione che accoglie attualmente 125 aziende del territorio che operano nel settore dell'illuminazione.
Ed è proprio grazie alla fornitura di materiale prodotto dalle ditte, fra le quali Elesi Luce di Trebaseleghe, che l'artista riesce a ''fabrikare'' le sue installazioni, aprendo la strada ad una cooperazione fra arte e aziende atta a delineare una nuova forma di creazione dell'opera d'arte.
“LIGHT’S_SHOW” non è un’ esposizione di opere fine a se stessa, ma un progetto artistico che percorre tutte le fasi dell’ideazione e creazione dell’opera d’arte. E lo fa a ritroso. Il circuito parte a Venezia con l’esposizione in galleria, dove viene presentato il “prodotto” finito, quello che lo spettatore è solito andare a “vedere” quando visita una mostra d’arte; si dirama quindi a Piombino Dese, in un ex capannone industriale, dove l’artista lavora in progress mettendo in mostra/show il completo processo ideativo che lo condurrà alla creazione di Opere di Luce.
L’incontro di XX.9.12 FABRIKArte con Vincenzo Biavati, ingegnere e artista in grado di coniugare le diverse sfaccettature della conoscenza umana, non è stato casuale.
Da parte dell’artista, la voglia di concepire un’opera in divenire che non si limiti ad una fugace apparizione su una scena espositiva; da parte di XX.9.12 FABRIKArte, il proposito di costruire, fabrikare, un’opera unica mutevole che tragga linfa dall’originario status di ex lampadarificio, restituendo un valore aggiunto allo stereotipato concetto di creazione artistica.
Da qui lo SHOW, identificativo di un apparire ridondante.
Luci che si accendono in galleria, facendo intuire un percorso a cui si può e si deve tornare, un vero e proprio loop che non ha né una partenza né un arrivo, quanto piuttosto dei momenti per fermarsi ad “osservare”.
Luci che si accendono in una archeologia industriale, fabrikate in loco, a delineare una esposizione site specific che percorre i 2.000 mq dell’ex lampadarificio. Circuito A/R che si insinua fra gli antichi macchinari presenti con un interscambio fra vecchi pezzi della passata produzione industriale e specchi, prismi, stagnole, luci bianche e colorate, preziose gocce di vetro. Il tutto in un continuo passaggio fra luce/ombra giocato con un sapiente uso di trasparenze, rifrazione, rifrangenza, specularità.
Fenomeno fisico di natura elettromagnetica, la luce emessa da una sorgente si propaga nei mezzi trasparenti e viene riflessa, diffusa o assorbita dalla materia, e ci viene restituita come “oggetto/soggetto” da percepire con tutti i nostri sensi.
''Per rendere esplicita l’importanza di queste opere è appropriato unire tre chiavi di lettura: colore e luce, forma e curiosità, scienza e spiritualità. Sono certo elementi collegati tra loro, tuttavia distinguibili e analizzabili singolarmente. Viste nella loro integrità, quelle di Vincenzo Biavati sono opere che partono da un argomento scientifico, quello della luce grazie alla quale possiamo distinguere i colori. Abbiamo però detto che la luce forma opere imponenti, dei colossi luminosi e colorati che suscitano in noi la curiosità, fanno crescere in noi il desiderio di sapere come sia possibile il loro sviluppo nella forma. Rispondendo a queste domande, possiamo prendere due strade: una risoluzione puramente scientifica dell’essere di queste opere, oppure una visione suggestiva del particolare significato trascendente che possono acquisire. Io personalmente vedo in queste opere l’esigenza di un contatto con la natura tutta, formata dallo spazio e da chi lo vive: opere che si legano strutturalmente con l’ambiente che le ospita e che interloquiscono con i fruitori, che trasmettono l’armonia di colori suggestivi e trasparenti, che lasciano intravedere un oltre che richiama enti astratti, figure celate, impossibilità di interpretazioni assolute. Per la grandezza dell’arte, opere contemplative che, grazie all’elemento più prezioso che esista in natura, ovvero la luce, stimolano la componente più pregiata che possegga l’uomo: l’intelletto.'' Andrea Giacometti
L'introduzione critica è della dott.ssa Francesca Mariotti.
inaugurazione sabato 14 novembre, alle ore 18.00
XX.9.12 Fabrikarte
via Albare, 7 - Piombino Dese (PD)
Ingresso libero