Casa del Pontormo
Empoli (FI)
Via Pontorme, 97

Ricreazione
dal 27/11/2009 al 30/1/2010
giov e ven 10-13, sab e festivi 16-19
0571 757729

Segnalato da

Alessandra Scappini




 
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27/11/2009

Ricreazione

Casa del Pontormo, Empoli (FI)

Un progetto di Fabio Cresci con gli studenti del Liceo Artistico Virgilio di Empoli. L'idea e' quella di stabilire un legame tra passato e presente proponendo una lettura ed una reinterpretazione della figura di Jacopo Crucci detto il Pontormo.


comunicato stampa

Un progetto di Fabio Cresci

con gli studenti del Liceo Artistico Virgilio di Empoli
Viola Bartalini, Federica Bettarini, Caterina Centi, Eliana Melissa Fabbro, Federica Fagiolini, Giovanni Gori, Cristina Guerra, Daria Kokareva, Monica Kumar, Francesca Lelli, Noemi Rosselli, Sofia Segato, Virna Toska
e l’insegnante Nicoletta Testi
con il contributo critico per la mostra ed il catalogo di Laura Vecere

La mostra nasce da un’attività di laboratorio svolto con il contributo dell’Amministrazione comunale nel corso del 2009 presso il Liceo Artistico Virgilio di Empoli che ha favorevolmente accolto una proposta dell’Associazione Sincresis di Empoli, nell’intento di promuovere la formazione dei giovani alle esperienze dell’arte contemporanea e valorizzare il territorio ed i suoi luoghi storico - culturali nell’idea di stabilire un legame autentico tra passato e presente tramite le espressioni artistiche del nostro tempo per proporre una lettura ed una reinterpretazione di un ambiente, della sua memoria storica, di una figura artistica di estremo rilievo, Jacopo Crucci detto il Pontormo, che ha vissuto nel territorio attraverso una riflessione critica e consapevole del suo portato imperituro.

Così Fabio Cresci, riferendosi al tema della vita come emblema di luce nell’espressione artistica, si è calato insieme agli studenti nel suo mondo, nella sua esperienza biografica che trapela nel diario come vissuto quotidiano, così da instaurare, attraverso un luogo dove trascorre la sua infanzia un pittore, un dialogo ideale con una delle personalità più particolari della nostra storia artistica, nella sua complessa identità di uomo artista, per trarne suggestioni, riscoprirne energie, scaturite dalle letture, dalle discussioni, dalle visite alla Casa, che hanno costituito le premesse per impostare un viaggio che è proseguito con la ricerca di materiali, la progettazione, l’applicazione pratica in studio fino a confluire nell’elaborazione finale.

L’intervento presentato in mostra si caratterizza come esito di una molteplicità di passaggi, interagisce con l’ambiente, nel momento in cui appare appositamente creato per il luogo, come ‘segno’ non invasivo, che anzi si connota per l’estrema ‘levità’ e la sottile eleganza di un’operatività che si origina da un fondamento concettuale, sempre presente nel lavoro di Fabio Cresci, che nasce da un’interiorità profonda capace di sentire intensamente la vita della natura e l’esigenza di testimoniarsi in presenza nella esistenza del mondo attraverso la parola carica di senso, non sentenziosa ma essenziale, che scava nel profondo da cui si genera come alimento per avanzare nella ricerca.

“La vita era la luce” è diventata in questo caso l’espressione emblematica che aprendosi ad una semiosi illimitata ha segnato l’incipit, sollecitando gli studenti a ricordare la loro prima esperienza di luce nell’infanzia e riconducendosi in un percorso memoriale ai loro genitori quando erano bambini per riscoprire insieme un vissuto trascorso e rivivere quei momenti attraverso le testimonianze fotografiche, per riflettere su quella luce che penetra nella Casa dell’artista che ne ha fruito anche lui per la prima volta per poi trasmetterla come energia viva attraverso la sua opera.

Ognuno è diventato coautore di un lavoro unico che esprime un bagaglio esperienziale comune, una forma composta di cellulosa preparata appositamente e stesa nello studio, essiccata, intagliata che si dilata nello spazio al secondo piano della Casa come materia in evaporazione, tra cielo e terra, sospesa anche se distesa sul pavimento tra gli scorci e le tracce di ricordi familiari, capace di irraggiare bagliori effusivi di una luminosità non accecante, ma a creare e ri – creare un’atmosfera che permette di vedere, di carpire un messaggio, di scoprire una verità nell’esperienza sensibile per procedere oltre, per affrontare una nuova visione e discernere una dimensione interna attraverso uno sguardo altro rispetto al consueto modo di vedere.

Una modalità di lavoro che Fabio Cresci ha adottato da tempo in workshops precedenti, nel 2006 con gli studenti dell’Istituto d’arte di Pistoia presentando il progetto Volume unico, nel 2007 con una comunità di studenti universitari borsisti provenienti da luoghi di guerra nei pressi di Arezzo in base al quale è stata elaborata l’opera Ma la terra di chi è? installata nel 2008 presso la Galleria Il Ponte di Firenze, medesimo anno in cui ha svolto Opera prima con gli allievi di un master presso la Libera Accademia di Belle Arti di Firenze il cui esito è stato proposto ed allestito presso D’A Spazio d’arte a Empoli.

Ripercorrendo il suo itinerario artistico ricordiamo alcuni momenti fondamentali, come le prime mostre negli anni Ottanta presso Salvatore Ala a New York, la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1988 nella sezione Arte e Alchimia curata da Arturo Schwarz, la presenza a Scala1/infinito presso la Galleria Giò Marconi a Milano nel 1992 e ad Aperto Italia 1995 presso il Flash art Museum di Trevi, a Fiesole, 21 giugno 1993 a mezzogiorno presso la Fondazione Primo Conti a Fiesole, cui seguono La ricchezza all’Accademia di Brera a Milano nel 1994, Orizzonte presso la Galleria Schema a Firenze nel medesimo anno, Abbozzo per un lamento di foglie presso il Museo Pecci di Prato nel 1996, dove espone anche nel 1998 in occasione di Au rendez – vous des amis: identità e opera, e ancora Il formaggio e i vermi presso Palazzo Casali a Cortona nel 1996, Dopopaesaggio. Figure e misure dal giardino al Castello di Santa Maria Novella a Fiano (Firenze) nel 1997, Bù presso il Palazzo delle Papesse a Siena nel 1998 proseguendo nel corso degli anni in cui ha partecipato a esposizioni e manifestazioni di rilievo fino ai tempi attuali.

Tra i numerosi critici che si sono avvicinati al suo lavoro creativo nominiamo Renato Barilli, Flavio Caroli, Arturo Schwarz, Pier Luigi Tazzi, Sergio Risaliti, Saretto Cincinelli, Rita Selvaggio, Marco Scotini, Laura Vecere che è intervenuta in questa occasione, seguendo da tempo il percorso dell’artista, e che si è occupata negli anni come docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e come critica d’arte dell’indagine dei nessi tra arte, architettura e scienza confluita in vari studi tra i quali Le evidenze della ragione (1991), oltre che delle strette relazioni tra arte e ambiente, esperienza creativa contemporanea e paesaggio, che ha dato luogo agli interventi relativi al progetto Dopopaesaggio tra il 1996 ed il 1998, con la pubblicazione del relativo volume nel 2006, proseguendo con la cura di altre importanti manifestazioni artistiche, tra le quali Nagasawa. Il giardino della casa del tè a Certaldo nel 2001, Marco Bagnoli. Quincunx a Fiano nel 2002, Gradi al Museo Marino Marini a Firenze nel 2004, Una ciliegia sul tram. Fabio Cresci e Stefano Tondo presso la Galleria Il Ponte di Firenze nel 2008 fino ad oggi.

informazioni: Comune di Empoli
U.O. attività culturali e turismo, 0571 757729

Inaugurazione sabato 28 novembre ore 11

Casa del Pontormo
Via Pontorme n. 97 - Empoli
orari di visita: giovedì e venerdì 10 - 13. sabato e festivi 16 - 19
ingresso libero

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