La sostanza dell'individuo. La rassegna propone una decina di opere realizzate ad acrilico su tela dal 2007 a oggi e dedicate al corpo umano, tema prediletto del pittore.
a cura di Marianna Accerboni
S’inaugura lunedì 30 novembre alle ore 17.30 a Trieste, nella Sala Comunale d’Arte di piazza dell’Unità d’Italia, 4, la mostra La sostanza dell’individuo, personale dell’artista Martin Romeo con intervento critico di Marianna Accerboni. La rassegna, visitabile fino al 20 dicembre, propone una decina di opere realizzate ad acrilico su tela dal 2007 a oggi e dedicate al corpo umano, tema prediletto del pittore.
Martin Romeo - scrive Accerboni - nasce a Carrara nel 1986 da genitori argentini, la pittrice Isabel Carafì e lo scultore Jorge Romeo e fin dall’infanzia è immerso in un milieu di creatività. Dal 1992 al 1999 si trasferisce con la madre a Buenos Aires. Successivamente si stabilisce a Trieste, dove frequenta l’Istituto Statale d’Arte. Ha da poco concluso gli studi alla Facoltà di Design e Arti dello IUAV - Istituto Universitario di Architettura di Venezia nella sezione Arti visive dello Spettacolo con una ricerca sul corpo e sul rapporto fra quest’ultimo e l’identità del singolo, concetto che può essere allargato al legame tra l’individuo e la società. Attualmente sta proseguendo gli studi nella stessa sede, specializzandosi in Produzione e Progettazione delle Arti Visive.
Inizia professionalmente- continua Accerboni - il proprio percorso artistico all’età di 17 anni, scegliendo quale tema d’indagine e di ricerca la forma del corpo umano e creando sculture in marmo, legno e ceramica. Poi si dedica alla pittura, in cui permane tuttavia un forte senso della tridimensionalità. Nel 2004 esordisce con una mostra personale al Caffè San Marco di Trieste. Nel 2007 vince una borsa di studio attribuitagli dalla Fondazione Lilian Caraian, che consiste nella frequentazione di un corso di pittura alla Summer Academy di Salisburgo sotto la guida del pittore cinese Xie Xiang: quest’ultimo invitava gli allievi a creare un’opera al giorno, mentre solitamente Romeo impiega una settimana per realizzarne una. Nel 2008 viene invitato ad allestire una personale nella sede del Circolo Wärtsilä di Trieste.
Le opere di Romeo – osserva il critico - sono particolarmente laboriose: ispirandosi a un intreccio di corpi liberi effigiati in immagini fotografiche, dapprima il pittore abbozza sulla tela il disegno a carboncino, poi vi stende una base di preparazione, quindi sottolinea e incide con la spatola la superficie pittorica, dando corporeità alle forme. In alcune opere interviene anche con la resina, per donare una speciale lucentezza materica ai suoi lavori e amalgamare le figure con una traccia informale. Tralascia lo spazio dello sfondo, reso in modo piatto, per enfatizzare le masse corporee, strette in un intreccio erotico ma morbido, che trasmette una sensazione di calore. Da un raffinato e personale accostamento cromatico scaturiscono la luce e la forza dei suoi lavori. Recentemente ha affrontato una particolare ricerca materica, che allude al concetto di fragilità e di ferita, strutturando le forme del corpo con stesure in lana di vetro.
Sotto il profilo critico le composizioni di Romeo, divenute materiche dopo l’esperienza salisburghese, si collocano nell’ambito di una moderna reinterpretazione neocubista vicina per altro anche ai concetti della Transavanguardia, senza scordare però la lezione di grandi maestri del passato, tra cui Romeo predilige in particolare Auguste Rodin.
Attualmente – conclude il critico - l’artista s’interessa pure ad altre forme interpretative dell’energia del corpo, facendo uso delle moderne tecnologie e in tale ambito collabora con il noto docente austriaco di Arti multimediali Klaus Obermaier.
Inaugurazione lunedì 30 novembre alle ore 17.30
Sala Comunale d’Arte
Piazza dell’Unità d’Italia, 4 - Trieste
Tutti i giorni 10.00 - 13.00 / 17.00 – 20.00
Ingresso libero