Dome Bulfaro. Mani-farfalle, ciglia-piume, bocche-petalo, unghie-gocce: il mondo di Dome Bulfaro e' un regno in cui la realta' diventa fantasia e la fantasia possibile realta'. Su queste carte i confini tra immaginario e fenomenico dimenticano l'abituale rigore e danno forma e vita a danze seducenti, misteriose, primigenie.
DOME BULFARO
'E' il battito delle mani farfalle ciò che cattura il mio immaginario; quel suono che sotto lo sguardo del sole poco a poco evapora ''
[Dome Bulfaro]
Mani-farfalle, ciglia-piume, bocche-petalo, unghie-gocce' potrei continuare all'infinito: il mondo di Dome Bulfaro è un regno in cui la realtà diventa fantasia e la fantasia possibile realtà . Su queste carte i confini tra immaginario e fenomenico dimenticano l'abituale rigore e danno forma e vita a danze seducenti, misteriose, primigenie. Come per magia, da un lato (Concezione delle ciglia) una pioggia di delicate e tenere ciglia si librano nell'aria e volteggiano leggere come piume al suono di una musica universale; dall'altro (Partitura di bocche e strappi) l'impronta di bocche socchiuse zufolano arie celestiali e amorose; mentre, poco lontano, le sagome di due nudi piedi trafitti (Motivo per una crocifissione) ricordano il sacrificio e la barbarie, l'amore e l'odio, l'infinito e il limite, la fede e lo scetticismo.
Con semplicità , grazia e eleganza Dome Bulfaro mette a nudo la poesia delle cose, la melodia segreta e silenziosa che, da millenni, governa il perpetuo e imperituro ciclo del mondo. Per farlo parte dai dettagli, da piccole parti del corpo umano (le ciglia, le unghie, i piedi, le mani, la bocca'), dalle estremità di corpi che, a loro volta vivono, amano e piangono. Perché per Bulfaro è l'uomo che compone e musica lo spartito della propria esistenza, è lui che agisce, ordina le note, sceglie la partitura, la consistenza, il ritmo della propria esistenza. Ma un musicista saggio sa che per far sì che una musica sia davvero celestiale, veramente armoniosa deve accordarsi con le note più alte e pure del cosmo, con quegli accordi che, per intensità , esperienza e potenzialità , sovrastano i flebili e incerti vagiti terreni (Graffi di un pianista all'età di 9 anni; Dodicenni sul cornicione).
Su questi sottili fogli di carta la fusaggine, il carboncino e la china (materiali volutamente poveri, primitivi, monocromi, impalpabili) Dome traccia le battute iniziali o i passaggi più salienti di un canto in divenire, di una melodia che non si esaurisce nello spazio del foglio, ma si espande (come il timbro di un diapason) nell'etere, nello spazio circostante fino alle origini, in un rimando di colori immaginari e vibrazioni interiori. Ogni più piccolo frammento risuona al ritmo di quel solfeggio.
E, spesso, è proprio nella semplicità , nelle cose più minute, nei dettagli, nel modo in cui si guarda e sente che si scopre l'incanto del quotidiano, lo stupore della poesia. Dome lo sa, lo ha scoperto nel suo ancor breve percorso (vista la giovane età ), lo ha capito imparando ad osservare la natura con gli occhi dell'artista, lo spirito dell'asceta e l'animo del musicista.
Persino uno sparuto e fragile bocciolo di rosa contiene i suoi segreti, le sue speranze, le sue emozioni (Motivo per beatificare una rosa). E, guardando quei petali contorti, carnosi, alitati sulla carta con una vaporosa polvere grigia e lumeggiati con improvvisi colpi di gomma, vengono in mente i versi dell'Orfeo di Rainer Maria Rilke:
Rosa, in trono, tu per gli antichi
eri un calice dal semplice bordo.
Per noi sei il pieno fiore innumerevole,
l'oggetto senza esaurimento.
[']
Da secoli ci chiama il tuo profumo
con i suoi nomi più dolci;
e a un tratto è gloria nell'aria.
Eppure non sappiamo nominarlo, indoviniamo'
E il ricordo passa in quel profumo,
evocato dalle nostre ore più famose.
(Lorella Giudici)
presentazione di LORELLA GIUDICI
Vernissage martedì 4 giugno 2002 dalle 18 alle 21
dieci.due
Via Ponte Vetero 22
Milano