View Over - Una fotografia eretica. L'artista milanese presenta tre nuovi lavori, un video e due trittici fotografici che dimostrano come l'utilizzo della fotografia abbia occupato una parte importante nella propria ricerca artistica.
L’artista milanese presenta tre nuovi lavori, un video e due trittici fotografici, che dimostrano come l’utilizzo della fotografia abbia occupato una parte importante nella propria ricerca artistica, sin dai primi interventi urbani realizzati dalla metà degli anni Ottanta. All’epoca, infatti, già sperimentava l’installazione urbana e la sua successiva documentazione fotografica, unica testimonianza visiva di interventi al limite dell’abusivo.
Inizialmente Garbelli si è servito di questo strumento in un modo abbastanza “tradizionale” per poi avviare un percorso di “deviazione linguistica” che lo ha portato ad un suo uso singolare oltre che anomalo, senza nessun interesse per lo scatto perfetto e per la stampa bianco e nero in camera oscura. Quindi eretico, se osservato da un punto di vista di purismo fotografico.
Le installazioni, dal carattere ironico molto forte, sono contestualizzate e arricchite da precisi messaggi quali inviti a prendere in considerazione attivamente tutto ciò che non va come dovrebbe o che rappresenta dati di fatto preoccupanti e apparentemente irrimediabili. La propria riflessione sulle urgenti problematiche legate alla realtà urbana e stradale possiede risvolti morali e sociali elevati, tanto da toccare argomenti di grande interesse collettivo: l’inquinamento, la sicurezza, il senso civico.
In seguito, con l’avvento della tecnologia digitale è venuta meno la principale caratteristica della fotografia analogica, la rappresentazione fedele della realtà. Cambiano le esigenze e, ciò che era possibile creare con complesse manipolazioni in camera oscura o attraverso assemblaggi e collage, ora l’elaborazione elettronica delle immagini lo permette grazie al supporto di sofisticati software in grado di offrire infinite possibilità. Il problema sta proprio nell’utilizzo che se ne fa. Questa tecnologia contribuisce quindi a creare una sorta di “eresia”, cioè un tradimento dello sguardo, non siamo cioè più certi della “verità” di ciò che stiamo osservando, ma questo non importa più nell’economia del messaggio, comunque “plausibile”, che queste immagini veicolano. L’artista definisce questi nuovi interventi virtuali (perché di virtualità si tratta) col termine di installazioni digitali.
Con le opere in mostra Garbelli compie un ulteriore “salto”. Ciò che di eretico appare ancora nelle sue installazioni digitali viene “guarito” da un utilizzo pressoché preponderante del digitale che diviene l’unica tecnologia possibile per realizzarle. Nel video e nei due trittici, intitolati “Il paradosso del pedone” e “Zebra crossing” (tematica già affrontata ampiamente negli anni precedenti) l’intervento dell’elaborazione digitale diviene il punto nodale sul quale far ruotare l’intero progetto. Stavolta è palese la “finzione” di ciò che si vede, ma allo stesso tempo la storia che viene narrata prende spunto dalla realtà quotidiana della vita urbana, con tutte le problematiche che essa presenta
Inaugurazione 5 dicembre ore 18.30
Galleria Sangiorgi
piazza Cesare Preve, 14 - Laigueglia (SV)
Ingresso libero