Raffaella Crispino - Eden Bannet. Terza tappa del progetto che connette giovani artisti napoletani con artisti provenienti da citta' del bacino mediorientale. Seppur con linguaggi ed estetiche diverse, l'occhio "voyeuristico" delle due artiste evidenzia una serie di contraddizioni che accomunano Napoli e Tel Aviv: sacro e profano, joie de vivre e fascinazione per il senso della morte, poverta' e ricchezza, antico e moderno. Mostra a cura di Adriana Rispoli, Eugenio Viola, Maayan Sheleff.
a cura di Adriana Rispoli, Eugenio Viola, Maayan Sheleff
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Transit 3 è la terza tappa dell’omonimo progetto che connette giovani artisti napoletani con artisti provenienti da città del bacino mediorientale. Dopo l’esperienza al Cairo e ad Istanbul, il Madre si gemella con Tel Aviv attraverso il lavoro della napoletana Raffaella Crispino e dell’ israeliana Eden Bannet.
Conclusa la prima tappa nella Project Room del Museo Madre (23 Ottobre -30 Novembre), Transit-3 inaugura giovedì 10 dicembre al CCA di Tel Aviv.
Seppur con linguaggi ed estetiche diverse, l’occhio "voyeuristico" delle due artiste evidenzia una serie di contraddizioni che accomunano le due città mediterranee: sacro e profano, joie de vivre e fascinazione per il senso della morte, povertà e ricchezza, antico e moderno.
Bannet interpreta in maniera ironica il ruolo di "artista-turista", dotato di occhio critico e del distacco necessario per cogliere contraddizioni e fascinazioni di realtà lontane. Introduce nel suo straniante modus operandi con The Beginning: The Artist is born in her Hotel Room, un video realizzato prima ancora di conoscere la città nel quale l’artista "assapora" il caos partenopeo dall’interno: la sua camera d’albergo diviene incubatrice delle proprie attese. Luminosa, a tratti surreale, la stanza non è altro che un contenitore di significati passeggeri. Un "contenitore" alla stregua del museo che si carica di significato attraverso il "transito" dell’artista. Una strategia smaterializzante il cui contraltare materico sono i frottage dei tombini che tempestano le strade di Napoli, frutto di una serie di "performance quotidiane" dell’artista nelle strade cittadine. Il tombino da simbolo del degrado socio- urbanistico diviene botola / diaframma / accesso misterioso ad un'altra città, caricandosi di valenze estetiche inaspettate. La stratificazione di Napoli, frutto della sua storia millenaria, è uno degli aspetti di maggiore fascinazione per l’artista israeliana che instaura un rapporto viscerale con i suoi abitanti e con il sottosuolo, così denso di intrighi e misteri.
Interessata al significato intrinseco dei materiali e alla storia "nascosta" degli oggetti, Bannet crea sculture con objet trouvé che attivano una osmosi tra la vita caotica della città e l’apollinea tranquillità della struttura museale: l’Artemide di Efeso del vicino Museo Archeologico è trasformata in una installazione precaria e ironica.
Diversamente, Raffaella Crispino rintraccia la compresenza di elementi contrastanti in un delicato affresco desaturato. La luce abbagliante del Sud che si alterna ai flash dei turisti al Santo Sepolcro e allo scintillio dei tessuti nelle strade di Tel Aviv, diviene il filo conduttore di un racconto per immagini di grande suggestione. "Abbaglio fisico e culturale" (R.C.) in una città che sembra vivere intensamente ogni momento, in cui la fiera gioventù - quasi dei balilla - si allena sulle spiagge, mentre non lontano la fila al check-point ci catapulta in una dimensione completamente diversa. Spira, complice l’uso sapiente delle inquadrature e di un b/n fortemente chiaroscurato, una atmosfera di sospensione, di attesa, di una atemporalità memore del migliore cinema italiano. Accompagnati prima dalle note di "The voice of Peace", stazione radio che dal 1973 al 1993 trasmetteva da una barca al largo di Tel Aviv, e poi da un suono cupo, inquietante e profondo - manipolazione del jingle di quella stessa stazione - il video restituisce la sensazione, a tratti angosciante, che può dare un soggiorno in Terra Santa, in cui il rumore degli elicotteri si alterna a quello dei ventilatori nei locali per turisti, la santità di Gerusalemme alla cicatrice del muro di Betlemme che separa Israele e Palestina. Completa l’installazione dell’artista una serie di disegni di oggetti le cui misure sono riportate come in una catalogazione militare, testimonianza delle cose che i Palestinesi portano con sé attraverso i "gate-cage" (R.C), gli angusti varchi dei check-point che collegano i due paesi.
Raffaella Crispino è nata a Napoli nel 1979. Tra le mostre ricordiamo: 2009 Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano, 2008; Verboten, a cura di F. Ruffert and L. Weber, Kiosk of Contemporary Art, Weimar; In God We Trust, a cura di J. Castro, One Piece Art Gallery, Milano; CCA Kitakyushu Research Program, Ogura Gallery, CCA Center for Contemporary Art, Kitakyushu; Sistema Binario, a cura di A. Rispoli | E. Viola, Stazioni di Mergellina, Napoli
Eden Bannet è nata a Tel Aviv nel 1980 dove vive e lavora. Tra le mostre ricordiamo: 2009 Fucking Tourists!, ReMap Project, Parallel to the 2nd Athens Biennale, Athens, 2008 We’re Coming Out, On the occasion of the ARTLV Events, an Outdoor Installation, Gilit Fisher Gallery, Tel Aviv, 2007 Eden, The New and The Bad Gallery, Tel Aviv
Si ringrazia vivamente Beatrice Capone per la preziosa collaborazione alla realizzazione del progetto di Eden Bannet.
-----English version
Transit 3 is the third step of the homonym project that links young Neapolitan artists with artists coming from other cities of the Middle- East basin. After the experiences in Cairo and Istanbul, the MADRE Museum twins itself with Tel Aviv through the work of the Neapolitan artist Raffaella Crispino and the Israeli Eden Bannet.
As already experimented, the project is composed of two separated times and spaces: the first step takes place at the MADRE Museum Project Room from October 23rd to November 30th and the second one at the CCA in Tel Aviv from December 10th to January 30th 2010.
Despite their different languages and aesthetics, the two artists share the same "voyeuristic" glance that points out a series of contradictions common to both the Mediterranean cities: holiness and profanity, joie de vivre and fascination for the feeling of death, poverty and richness, ancientness and modernity.
Eden Bannet interprets the role of "artist-tourist" in an ironical way, with a critical and detached look, indispensable to seize the differences and fascinations of far-off realities.
One is introduced to her estranging modus operandi with The Beginning: The artist is born in her Hotel Room, a video realized even before knowing the city of Naples, yet "savouring" its chaos from inside: her hotel room becomes the incubator of her own expectations. Luminous, to some extent surrealistic, the hotel’s room is nothing but a container of transitory meanings. Like the museum, it is a "container" that is filled with meaning through the artist’s transit. It is a dematerialising strategy whose matter counterpoint are the frottage of the manholes that deluge Naples’s streets, the result of a series of the artist’s "daily performances" amongst the city’s streets. From being a symbol of the socio-urban decay the manhole becomes a trap door/ a diaphragm/ a point of access into another city and it fills itself with unexpected aesthetic values. Naples stratification, result of its millenary history, is one of the aspects that most fascinated the Israeli artist, to the point that she established visceral relationships with its inhabitants and with its underground, full of tangles and mysteries.
Interested in the materials’ inner meaning and in the history hidden inside the objects, Bannet creates sculptures with found objects that activate an osmosis between the urban chaotic life and the Apollonian calm of the museum: The Ephesus Artemis of the nearby Archaeological Museum is transformed in a precarious and ironical installation.
In a different way Raffaella Crispino searches for the concurrence of conflicting elements in a delicate unsaturated fresco. The dazzling light of the South alternates with the tourists’ flashes at the Holy Sepulchre and the glitter of the fabrics in Tel Aviv’s streets. It becomes the recurring theme of a deeply evocative story by images.
"Physical and cultural dazzle" (R.C.) in a city that seems to live intensively each moment, where proud young people- almost like Balilla- trains at the beach, while not far away the queue at the checkpoint throws us in a completely different situation.
Enhanced by the expert use of frames and highly shaded black and white, it blows a feeling of suspense and timelessness that recalls the best of Italian cinema.
Accompanied by the notes of "The voice of Peace", a radio station that used to broadcast from a boat in the offing of Tel Aviv between 1973 and 1993, and then by a gloomy and disquieting sound resulting from the manipulation of the jingle of that radio, the video releases the same feeling that one could feel during his stay in the Holy Land. The noise made by the helicopters alternates with the other one coming from the fans located in the touristy places, the holiness of Jerusalem interchanges with the scars of the Bethlehem’s wall that divides Israel and Palestine.
The installation is completed by a series of drawing whose measures are reported like in military cataloguing, witnessing in this way the furnishings that Palestinians are accustomed in taking with themselves through the "gate-cage": the tiny passages at the check-points among the two countries.
Raffaella Crispino was born in Naples in 1979. Selected exhibitions: 2009 Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milan, 2008; Verboten, curated by F. Ruffert and L. Weber, Kiosk of Contemporary Art, Weimar; In God We Trust, curated by J. Castro, One Piece Art Gallery, Milan; CCA Kitakyushu Research Program, Ogura Gallery, CCA Center for Contemporary Art, Kitakyushu; Sistema Binario, curated by A. Rispoli | E. Viola, Stazioni di Mergellina, Naples.
Eden Bannet was born in1980 in Tel Aviv, where she lives and works. Selected exhibitions: 2009 Fucking Tourists!, ReMap Project, Parallel to the 2nd Athens Biennale, Athens, 2008 We’re Coming Out, On the occasion of the ARTLV Events, an Outdoor Installation, Gilit Fisher Gallery, Tel Aviv, 2007 Eden, The New and The Bad Gallery, Tel Aviv
We heartily wish to thank Beatrice Capone for the precious collaboration on the realization of Eden Bannet’s project.
Press Office MADRE
Costanza Pellegrini, Juliana Fisichella : +39 081 19978024 – fax: +39 081 19978026 e-mail: pellegrini@museomadre.it
Electa
Ilaria Maggi: +39 02 21563250 – fax: + 39 0221563314 e-mail: imaggi@mondadori.it
Carolina Perreca: + 390814297435 fax: +39 081 4297433 e-mail: comunicazione.napoli.electa@mondadori.it
TEL AVIV
Maayan Amir: ammaayan@zahav.net.il
Opening 10 dicembre ore 20:00
The Center for Contemporary Art - CCA
at the Rachel & Israel Pollak Gallery,
The Teachers College of Technology
5 Kalisher St., Tel Aviv
Opening hours: Monday – Thursday: 2 p.m. – 7 p.m.
Friday, Saturday: 10 a.m. – 2 p.m.