In mostra, oltre 30 opere pittoriche. Nelle sue opere si avverte la presenza di Bosch e Brueghel, ma anche le rovine di Monsu' Desiderio, restaurate e moderne, che mantengono intatta la loro follia.
In mostra al Florido Esercizio, Antro d’Arte di Bologna, oltre trenta opere del pittore Alessandro Palladini. Dal 12 dicembre 2009 a fine gennaio 2010.
Qui c’è molta pittura. Poi c’è molto disegno; ci sono le storie e i personaggi, le cose facili e le cose difficili. Molta vita. Il bambino è attratto dai colori accattivanti e lucidi, caramelle proibite appena leccate. Oppure dagli areoplanini giocattolo che prendono il volo tra torri d’acciaio e tramonti indimenticabili, o dagli intrepidi sciatori, minuscoli tra le montagne spropositate. L’adolescente potrebbe aver bisogno di aggrapparsi alla fasulla razionalità di un disegno meticoloso e preciso che costruisce architetture complesse che stanno in piedi solo da molto vicino. Ma poi, forse, è la natura contraddittoria di questi racconti dipinti che ci affascina e ci tiene con lo sguardo appiccicato. Il coloratissimo si affianca talvolta al puro disegno preparatorio, lasciando un non finito spiazzante; le rigide regole strutturali che sembrano imprescindibili per la costruzione dei palazzi, sono annullate dalla visione d’insieme e dalla stessa presenza di un’umanità incurante di ciò che ha costruito, che non pare preoccupata dell’inestricabile labirinto che è riuscita a mettere insieme.
E’ sentire che dietro a tutto questo c’è un pittore che mentre dipinge è felice, per la completa libertà con cui può gestire il potenziale dei suoi desideri narrativi, e che non è mai compiaciuto davanti al quadro finito (che poi, il quadro non è mai finito, basta notare le dilatate datazioni che talvolta nemmeno seguono l’ordine cronologico…). E’ percepire la stratificazione della densità descrittiva, che in molti casi parte dal supporto, già vissuto: il legno dei tavoli delle aule della facoltà di architettura di Venezia, o quello dei taglieri dove un tempo si facevano i tortellini, solido e unto. L’abbondanza della rappresentazione parte probabilmente da un originario horror vacui, e diventa una di quelle liste poetiche che in genere finiscono con un eccetera. Per quanto la cornice, spesso dipinta, si sforzi di delimitare i confini della narrazione, ci sembra che quello che ci sia dentro non possa costituire un elenco finito. C’è Bosch e Brueghel, e anche le rovine di Monsù Desiderio restaurate e moderne, pur mantenendo intatta la follia. E’ la rappresentazione visiva del nostro bisogno d’ordine, espresso dalle linee dritte di queste pazzesche architetture, che convive armonicamente, nella fittizia armonia della pittura, con la nostra ossessione dell’eccesso.
Chimera Poppi
Alessandro Palladini
Alessandro Palladini è nato a Pavullo nel Frignano il 30 Novembre del 1939. Ha compiuto gli studi di Architettura a Firenze e a Venezia. Ha insegnato disegno tecnico all’I.T.I.F. Corni di Vignola e di Modena e Storia dell’Arte al Liceo Scientifico di Pavullo. Vive e lavora a Pavullo.
Inaugurazione 12 dicembre ore 17
Florido Esercizio
Strada Maggiore, 81 - Bologna
Ingresso libero