25 fotografie dei sorrisi di altrettanti giovani studenti di filosofia stampate in b/n su tele di 2 x 2 metri e successivamente colorate da bambini appartenenti alle comunita' africane romane; le opere sono firmate da importanti filosofi. Alla mostra si affiancano una raccolta fondi, un laboratorio con scolaresche del Municipio XV di Roma e 4 conferenze-dibattito presso la Biblioteca Corviale.
Una grande mostra evento - organizzata dall’Associazione culturale "Terra d’Arte" con il finanziamento della Regione Lazio, dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma e con la collaborazione dell’Istituzione Biblioteche di Roma - allestita dal 16 dicembre 2009 al 31 gennaio 2010 e che si concluderà il 1 febbraio 2010 nei locali della Galleria Il Mitreo, sita in Via Marino Mazzacurati 61/63 nel quartiere di Corviale. Una location assolutamente particolare, all’interno di un contesto urbano dalle caratteristiche architettoniche e dai riflessi sociali estremamente rilevanti, in cui la rassegna artistica si inserisce nell’azione di recupero complessivo dell’area.
La mostra - ideata dal giovane artista romano Emiliano Yuri Paolini - vedrà esposte 25 fotografie dei sorrisi di altrettanti giovani studenti di filosofia stampate in bianco e nero su tele di due metri per due e successivamente colorate liberamente da bambini africani appartenenti alle comunità africane romane o ospitati dalla Casa famiglia Ain Karim. Le tele sono firmate da importanti filosofi contemporanei, da Giacomo Marramao a Carlo Cellucci, passando per Pierluigi Valenza, Pietro Montani, Roberto Finelli, Elio Matassi ed Edoardo Ferrario.
L’iniziativa ha il duplice scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragica condizione di sfruttamento e prostrazione in cui versano molte donne nella regione del Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo e di sottolineare la straordinaria funzione educativa dell’arte nell’azione di solidarietà verso il prossimo. Al primo obiettivo è rivolta la raccolta fondi affiancata alla mostra, rivolta a sostenere – attraverso il lavoro del missionario laico Antonio Carovillano – progetti di microcredito e la nascita di una piccola cooperativa di donne residenti nella martoriata regione africana.
Al raggiungimento del secondo scopo del progetto è dedicato invece un laboratorio ludico-creativo con scolaresche del Municipio XV di Roma e un ciclo di quattro conferenze-dibattito presso la Biblioteca Corviale con esponenti del mondo della politica, dell’associazionismo, della cultura e dell’arte.
UN SORRISO DALL’AFRICA
l’arte al servizio della solidarietà
di Michele Bianchi, Direttore Istituto per la Politica e l’Ambiente (I.P.A.)
Due sedi complementari e poco distanti tra loro per una mostra/evento nella redimenda periferia romana di Corviale, luogo di traumatiche coesistenze sociali. Qui Emiliano Yuri Paolini si avventura in un impegno artistico che è, al tempo stesso, un impegno di solidarietà a sostegno di un progetto umanitario per l’Africa.
Partendo da una serie di venticinque ritratti fotografici di volti sorridenti di giovani, eseguiti e riprodotti in bianco e nero su tele di 2x2 metri, l’artista ha quindi programmato un incontro con venticinque bimbi africani i quali interverranno liberamente sulle tele con l’uso di pennelli e colori. Di seguito, altrettanti filosofi italiani sono chiamati ad apporre sulle opere le loro firme, quale autorevole attestato di autenticità, o sorta di "imprimatur", di un processo comunicativo non verbale universalmente comprensibile.
Come in una regia ben ponderata, la trama non presenta molte incognite. Tuttavia il portato finale non si situa semplicemente nella indubbia attrattiva delle singole opere. Al fondo ci si appropria di un processo serrato che attraversa piani e strategie con le quali si mettono in gioco aspetti non trascurabili di quella riflessione contemporanea che rifiuta il criterio della egemonia culturale dell’occidente.
Nel suo complesso, il lavoro di Paolini si sviluppa secondo un tracciato ben decifrabile: attivare un processo di autentica comunicazione che superi gli idiomi e abbatta le gerarchie di potere insite nel logocentrismo, una prospettiva che evoca subito il pensiero di Jacques Derrida. Non a caso l’artista fa un costante riferimento alla élite di intellettuali che per antonomasia si esprime con la parola. Ma qui, per paradosso, essa viene chiamata in causa per tacere.
L’insistenza con cui l’artista nega la parola per offrire significato all’espressione più semplice e spontanea, è già posta in essere fin dall’inizio, poiché quei volti di giovani sorridenti situati alla base delle successive stratificazioni, appartengono tutti a studenti di filosofia, ovvero, coloro che in futuro, nell’avvicendarsi generazionale, dovrebbero fare della parola la loro professione.
Ne risulta un messaggio chiaro e virtualmente sostenibile: lavorare per un futuro di solidarietà attraverso risorse inscritte nella natura umana. Come il sorriso, appunto, tratto comune e contagioso di chi percepisce nel proprio intimo il sentimento della conciliazione e della socievolezza, dall’istante in cui il suo sguardo incrocia quello dell’"altro".
A completamento del lavoro artistico vi è la modalità di alienazione delle opere a cui per principio l’artista ha sottratto il valore monetario. Vengono date "in dono", per così dire, dietro compenso di una libera offerta che infine sarà donata a sostegno del progetto umanitario. D’altronde anche qui si può individuare un riferimento significativo, quale la ritualità del dono presso certi popoli primitivi, vissuta come prassi simbolica di consolidamento dei vincoli di gruppo. Una modalità di coesistenza pacificata portata alla luce dalle ricerche dell’antropologo Marcel Mauss.
Inaugurazione 16 dicembre ore 18
Galleria Il Mitreo
via Marino Mazzacurati, 61/63 quartiere di Corviale Roma
Orario: Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18 alle 20
Martedì e giovedì dalle 9 alle 13 Escluso festivi e prefestivi